Dissesto finanziario Comune Enna stato della procedura a fine 2008

Dissesto finanziario del comune di Enna, stato della procedura alla fine del 2008. La Commissione Straordinaria di liquidazione del dissesto del Comune di Enna, nominata con decreto del Presidente della Repubblica del 22 marzo del 2006, composta dal Presidente dott. Rosario Pappalardo, e dai dott.ri commercialisti Maugeri Antonino e Gervasi Giuseppe, si è insediata il 12/04/2006.

Attraverso un costante lavoro ricognitivo ed istruttorio per l’ accertamento della legittimità dei crediti richiesti con oltre 1.100 istanze di ammissione nella massa passiva, allo stato attuale, la Commissione, ha utilizzato una consistente parte della massa attiva già acquisita, per la definizione ed il pagamento di circa 10 milioni di euro di debiti, che costituiscono i due terzi della massa passiva, accertata in 15 milioni di euro alla data del 31/06/2007. La massa passiva è provvisoria perché, fino all’approvazione, da parte del Ministero dell’Interno, del rendiconto finale che presenta la Commissione, chiunque può chiedere l’inserimento di un credito nella massa passiva.

In atto, si stanno completando le ultime pratiche (circa 100) che presentano particolari difficoltà in merito al reperimento della documentazione necessaria alla verifica dei requisiti comprovanti la legittimità, la certezza, la liquidità ed esigibilità del credito richiesto. Definite le suddette pratiche, che presuppongono l’adozione di procedimenti suppletivi, si passa alla predisposizione del piano di estinzione da sottoporre al Ministero per l’approvazione.
Nel piano di estinzione verranno inserite le circa duecento istanze dei creditori che non hanno accettato la transazione relativa alla procedura semplificata, unitamente alle altre istanze che saranno sopravvenute alla data di presentazione del piano stesso.
Successivamente il procedimento passa alla fase finale che si concluderà con il provvedimento Ministeriale della chiusura del dissesto e riconoscimento del raggiunto risanamento dell’Ente.

QUINDI SI PUO’ CONSIDERARE CHE IL DISSESTO E’ NELLA FASE FINALE?

Dal punto di vista della liquidazione dei debiti accertati e definiti alla data odierna, si può considerare a buon punto la fase procedurale che porta alla chiusura del dissesto finanziario considerando che questa commissione ha già acquisito nelle proprie casse le somme necessarie per far fronte alla liquidazione delle istanze definite, comprese quelle dei creditori che non hanno accettato la transazione del credito con la procedura semplificata.
Inoltre, dobbiamo considerare i tempi tecnici e giuridici necessari per la definizione delle istanze che, come sopra detto, presentano particolari difficoltà procedimentali, atteso che la fase istruttoria che precede la delibera di amissione o rigetto di dette istanze , è piuttosto complessa e la decisione finale che la Commissione adotterà è soggetta ai ricorsi giurisdizionali da parte dei creditori , la cui evenienza protrarrebbe ulteriormente i tempi della elaborazione del piano di estinzione e di conseguenza della data di chiusura del dissesto.

CON L’APPROVAZIONE DEL PIANO DI ESTINZIONE ED IL PAGAMENTO DI TUTTI DEBITI ACCERTATI DA PARTE DELLA COMMISSIONE, IL DISSESTO SI CHIUDE ?

Dal punto di vista normativo, il risanamento dell’ Ente Locale dissestato ha la durata di cinque anni, dall’anno successivo a quello in cui venne deliberato il dissesto. Nel corso di detti cinque anni gli Amministratori , ai sensi dell’art. 265 del TUEL, gestiscono l’Ente attraverso il c.d. bilancio di previsione stabilmente riequilibrato che viene approvato con decreto del Ministero dell’Interno con delle prescrizioni che nel corso della gestione dei bilanci annuali, debbono essere eseguite dagli amministratori, ordinari o straordinari, per tutti i cinque anni.
Ma la chiusura del dissesto non è subordinata alla sola estinzione dei debiti finanziari dell’Ente, ma è legata al reale effettivo raggiungimento del risanamento finanziario, patrimoniale ed amministrativo dell’Ente Locale stesso, per cui non sempre, come di solito è accaduto per alcuni precedenti dissesti, sono sufficienti gli anni previsti dalla norma, per il raggiungimento del reale risanamento dell’Ente..
La procedura, per pervenire al risanamento,, è piuttosto complessa ed è mirata ad evitare ciò che è avvenuto in alcuni Enti Locali che hanno pagato i debiti nel corso della procedura di liquidazione, peraltro con i soldi del mutuo a carico dello Stato, ma nell’arco dei cinque anni, nella gestione di competenza, hanno creato un altro dissesto, ancora più di notevole dimensione rispetto al primo (vedi Comune di Napoli, Benevento, Chieti, Potenza ed altri).

CIO’ CHE E’ AVVENUTO IN QUESTI COMUNI, PUO’ VERIFICARSI ANCHE NEL COMUNE DI ENNA?

Attualmente la massa attiva della liquidazione, che serve ad estinguere la massa passiva, è costituita interamente dalle risorse dell’Ente che devono essere necessariamente concrete e realizzabili nel corso della liquidazione e realmente disponibili per permettere il pagamento delle passività.
Quindi la grande difficoltà della Commissione è stata quella di attivare immediatamente la procedura per l’accertamento di tutte le entrate di competenza della Commissione stessa ( Fondo di cassa disponibile, residui attivi, contributi regionali destinati al risanamento, avanzi di amministrazione non utilizzati, eventuale vendita del patrimonio disponibile ed ogni altra fonte di
bilancio possibile) al fine di fronteggiare la massa passiva che da subito era stata provvisoriamente determinata in 15.000.000 di euro circa.
Questa è stata la strategia attuata dalla Commissione con la quale ha consentito di assicurare nelle proprie casse le somme necessarie per far fronte alla liquidazione ed al pronto pagamento già dei due terzi della massa creditrice utilizzando anche parte del contributo regionale accreditato, grazie all’intervento che l’allora vice Presidente dell’Assemblea Regionale Sen. Crisafulli ha fatto deliberare a favore degli Enti Locali in stato di dissesto.
Ma, la massa passiva , che nel giugno del 2007, era stata determinata provvisoriamente in € 15.000.000, a fine del 2008, ha subito una consistente variazione dovuta ad ulteriori istanze di inserimento di creditori per circa 7.000.000 di euro, che sono in corso di approfondito esame istruttorio da parte della Commissione per accertarne la legittimità e la fondatezza del credito richiesto.
La Commissione, comunque, ha gia individuato i mezzi finanziari per far fronte alle eventuali ulteriori necessità, senza dovere intaccare fondi della gestione comunale o lasciare debiti al Comune stesso, tanto è vero che la Commissione stessa non ha ritenuto, allo stato attuale, di chiedere la disponibilità degli avanzi di amministrazione già accertati dal Comune nei due anni precedenti che, secondo le disposizioni vigenti in materia di gestione degli Enti Locali in stato di dissesto, potrebbero anche far parte della massa attiva, fino al raggiungimento del risanamento dell’Ente, che avviene con la emanazione del decreto del Ministero dell’Interno.
Quindi, nessun pericolo per il Comune , circa il nascere di un dissesto sul dissesto, come è avvenuto in alcuni comuni dissestati ed ancora non risanati dopo oltre 10 anni.
Ma la procedura, piuttosto complessa, per pervenire al reale risanamento dell’Ente, viene seguita ed applicata attentamente dalla Commissione il cui compito è proprio quello di pervenire alla chiusura del dissesto finanziario senza lasciare debiti al Comune, debiti che in ultima analisi rappresenterebbero ulteriori oneri a carico dei cittadini nel futuro.

COME SARA’ IL FUTURO DEL COMUNE CHE ESCE DALLO STATO DI DISSESTO?

I dissesti finanziari sono stati l’espressione di un malessere socio-economico e strutturale, più diffuso nelle regioni del sud Italia dove sicuramente negli anni passati gli Enti locali sono stati maggiormente fautori di una gestione politico amministrativa più superficiale e disordinata espressione di una seria e sommersa difficoltà finanziaria-gestionale che determinava l’inevitabile dichiarazione dello stato dissesto finanziario.
Ma se fino al 2003 era possibile far fronte al pagamento dei debiti mediante l’acquisizione di un contributo erariale a fondo perduto per il finanziamento integrale della massa passiva, con l’entrata in vigore della legge costituzionale che vieta l’accensione del mutuo a carico dello Stato, dal 2004 in poi tutto l’onere del dissesto grava sui bilanci del Comune.
Il dissesto finanziario di Enna è stato il primo dissesto deliberato da un capoluogo di Provincia dopo la entrata in vigore della legge costituzionale che esclude l’intervento ordinario attraverso un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti con onere a carico dello Stato per raggiungere il risanamento dell’Ente dissestato.
Il Comune di Enna, però, ha usufruito di una evenienza positiva rappresentata dai contributi straordinari Regionali e di un contributo straordinario del Tesoro, che unitamente all’acquisizione dei residui attivi (crediti del Comune) che per legge vanno nella massa attiva per compensare parte della massa passiva (debiti del Comune), hanno consentito di coprire l’intera massa passiva accertata..

Una sana gestione del dissesto, determinerà sicuramente il risanamento del Comune ed avrà di fatto una ricaduta positiva sotto l’aspetto finanziario-amministrativo più rispondente alle esigenze di trasparenza e di efficacia gestionale dell’Ente medesimo.
Potrebbe sembrare un paradosso, ma la normativa del dissesto finanziario ha consentito, nei comuni dove è stata applicata, una sorta di rivoluzione culturale ed un ammodernamento delle strutture burocratiche ed ha favorito l’instaurazione di rapporti fiduciari e collaborativi fra Amministrazione centrale ed Enti locali.
Ciò è comprensibile e spiegabile con quanto il dissesto riesce a trasferire nella struttura burocratica, politica ed amministrativa dell’Ente, nonché nei cittadini stessi.
Anche nella nostra piccola realtà il cambiamento è già evidente. Abbiamo appreso recentemente, tramite la stampa, che il Comune di Enna, già presenta avanzi reali di amministrazione nella gestione di competenza che sta utilizzando per interventi a favore della collettività.
Se consideriamo che nell’arco del 2008 la Commissione di liquidazione ha già pagato ai creditori 7 milioni di euro in contanti, corrispondenti a 10 milioni di debiti e che nel 2009, molto probabilmente, saranno liquidati altri 5/6 milioni di euro, non possiamo che definire un evento straordinario per un Comune che gestisce un bilancio annuale di circa 20 milioni di euro interamente impegnati per finanziare spese del personale e servizi essenziali ed obbligatori.
E’ una massa consistente di denaro che, senza intaccare gli stanziamenti del bilancio comunale, – la collettività di Enna ha potuto disporre, senza considerare che con il raggiunto risanamento il Comune non avrà più debiti, debiti che sicuramente sarebbero diventati molto di più senza la gestione del dissesto, perché quello che aumenta continuamente, è il debito sommerso e non quello che emerge dagli atti di bilancio.

CHE VALENZA HA IL RISANAMENTO FINANZIARIO DELL’ENTE COMUNE ?

Il risanamento finanziario di un Comune dissestato ha una duplice funzione e rilevanza, specialmente per gli Enti Locali meridionali, in quanto solamente rimovendo le zavorre che appesantiscono i bilanci comunali e riscoprendo la consapevolezza del cittadino di essere un utente, di essere titolare di precisi diritti e di potere usufruire di un’amministrazione corretta, trasparente e moderna , l’Ente può essere in grado di affrontare le fatiche del decentramento e federalismo fiscale e vincere la sfida con gli Enti territorialmente e socialmente più avvantaggiati.