Procura Nicosia: 178 imprenditori indagati, avevano truccato oltre 100 gare, operazione ‘cemento armato’

Nicosia. Oltre cento gare d’appalto truccate e 178 imprenditori indagati. Tutto è nato da un’inchiesta condotta dalla procura di Nicosia è stato scoperto un presunto cartello di aziende edili che, per anni, avrebbe pilotato l’assegnazione dei lavori di realizzazione delle opere pubbliche, oltre cento gare d’appalto truccate e 178 imprenditori indagati, questo il bilancio. Gli indagati rispondono di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta ed alla truffa, i PM hanno oggi notificato agli inquisiti l’avviso di conclusione delle indagini. L’inchiesta è partita dall’operazione denominata “Cemento armato”, cui seguirono numerosi arresti. Dall’indagine emersero decine di gare truccate molte delle quali effettuate nel Comune di Nicosia. Da qui il trasferimento di alcuni atti dell’inchiesta alla Procura competente.


I precedenti:
Enna 30/03/06 – I giudici Francesca Cercone e David Salvucci, già da martedì pomeriggio, si sono portati nel carcere di Enna ed in quello di Piazza Armerina per iniziare gli interrogativi di tutti quegli imprenditori edili che si trovano ristretti in queste due case circondariali nell’ambito dell’operazione “Cemento Armato, che ha visto 74 imprenditori edili della provincia, ma soprattutto di Leonforte, arrestati perché ritenuti responsabili di turbativa d’asta nelle gare di appalto e di truffa nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Una vicenda molto complessa, che riguarda lavori che sono stati eseguiti dal 2000 al 2002, e che ha visto un cartello di imprese edili partecipare alla maggior parte delle gare di appalto, utilizzando buste con offerte contenenti ribassi concordati, uguali documenti prodotti, uguale stipula di polizze fidejussorie presso le stesse agenzie assicurative, data ed ora di presentazione presso gli stessi uffici postali. L’operazione, secondo gli inquirenti, ha fruttato l’aggiudicazione di circa 40 appalti con un ribasso che variava dal 2 al 3 per cento, con un incasso di circa otto milioni di euro. Agli interrogatori di annette molta importanza in quanto si vuole chiarire ancora di più una vicenda che ha sicuramente delle complicazioni, si vuole sapere come avveniva l’inserimento delle imprese nelle gare di appalto, se, una volta aggiudicato l’appalto, intervenivano accordi fra le ditte per ripartire gli introiti con contratti di collaborazione tipo nolo di mezzi o altro. Le indagini, partite dal commissariato di Ps di Piazza Armerina, hanno accertato, senza ragionevoli dubbi, che la elaborazione delle offerte da parte delle ditte era la stessa per tutti, quindi gli accordi c’erano e si vuole sapere in quali termini. Già qualche titolare di impresa ha fatto sapere che lui direttamente non ha partecipato a determinate gare di appalto, ma ha dato la disponibilità a partecipare a delle gare con il nome della sua ditta, mentre qualche altro ha dichiarato di non avere più da diversi anni l’impresa edile e di averla ceduta a qualche altro. Sono ovviamente posizioni che vanno esaminate una per una e non sarà facile perché sono tante le imprese implicate nell’operazione “Cemento Armato”. Non bisogna dimenticare che le imprese edili sotto controllo sono 109, i titolari di queste imprese hanno ricevuto 74 un ordine di custodia cautelare in carcere o agli arrestati domiciliari, ma di 35 si sta valutando la posizione ed il peso che avevano all’interno del cartello per la partecipazione alle gare di appalto. Si parla che il cartello era stato costituito per cercare di controbattere la concorrenza che veniva dalle imprese edili dell’agrigentino, che con episodi di collaborazione si aggiudicava sistematicamente le gare di appalto più appetibili. C’è anche da sottolineare che le indagini proseguono tanto è vero che è stato accertato che anche nel periodo 2003-2005 si sono verificate partecipazioni a gare di appalto con il sistema di presentazioni di offerte con ribassi minimi, dal 2 al 3 per cento, da parte del cartello di imprese, ma tutto questo sarà valutato prossimamente.

Enna 28/03/06 – Dopo lunghe, laboriose e complesse indagini, protrattesi per oltre due anni, si è conclusa una brillante attività investigativa con l’arresto di nr.74 imprenditori, titolari di imprese individuali e rappresentanti di società, che negli ultimi anni hanno operato nel campo dei lavori pubblici espletati per conto della Pubblica Amministrazione. La vasta operazione in argomento – una delle più importanti degli ultimi anni – ha comportato questa notte l’impiego di circa 400 uomini della Questura di Enna, dei Commissariati di Piazza Armerina, Leonforte e Nicosia, delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Caltanissetta, Messina, Ragusa, Siracusa e Milano, dei Reparti Prevenzione Crimine di Catania e Palermo, oltre 100 mezzi e due aeromobili del reparto volo della Polizia di Stato. L’attività di indagine espletata dal Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, ha consentito di debellare un sodalizio criminale che negli ultimi anni aveva determinato un “cancro” nel settore degli appalti pubblici banditi ed espletati in tutta la Provincia di Enna, riuscendo ad aggiudicarsi moltissimi appalti con ribassi minimi e prossimi allo zero, creando da una parte un grave danno alle stazioni appalti che dovevano assegnare l’incanto ad un prezzo quasi corrispondente a quello posto a base d’asta (ribassi a volte dello 0,0010 %), dall’altro l’esclusione delle imprese “pulite” che – proponendo ribassi con i normali prezzi di mercato – venivano automaticamente escluse. Infatti, il delittuoso meccanismo che è stato scoperto quale chiave di lettura del progetto criminale ideato e realizzato dal “cartello” di imprese in argomento, prevedeva per l’appunto la partecipazione in massa delle società aderenti al medesimo sodalizio al fine di determinare – nell’ambito dell’applicazione della Legge regionale all’epoca vigente ( aggiudicazione ai sensi dell’art.14/comma 1° della Legge Regionale nr.4/96 con il criterio del massimo ribasso e con la procedura di cui all’art.1/ comma 6° della Legge Regionale nr.21/98 , così come sostituito dall’art.57/comma 13° della Legge Regionale nr.10/99), una soglia delle offerte anomalmente basse tale da escludere quasi tutte le altre imprese concorrenti e ovviamente non aderenti al citato “cartello”, nonchè stabilire a priori- mediante un calcolo matematico finemente ideato – la ditta associata che avrebbe avuto maggiori possibilità di successo. La particolare attività di intelligence, unica nel suo genere in questa Provincia – per la sua ampiezza e complessità probabilmente tra le più efficaci anche in ambito nazionale – concentrata su 42 gare di appalto bandite ed espletate tra il 2000 ed il 2003 presso le PP.AA. della provincia di Enna, in particolare nei comuni di Enna, Piazza Armerina, Aidone, Barrafranca, Calascibetta, Catenanuova, Pietraperzia, Villarosa, Genio Civile di Enna, Provincia Regionale di Enna e A.S.L. di Enna nr.4, ha consentito di deferire complessivamente 109 personaggi, parte dei quali, precisamente gli odierni arrestati, pari a 74 imprenditori, sono risultati organici all’associazione a delinquere strutturata e promossa per raggiungere gli scopi anzidetti. Grazie alla caparbietà degli investigatori del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, diretti dal Commissario Capo Dr. Angelo Cavalieri, sono state raccolte e cristallizzate copiose e certe prove di colpevolezza da porre a carico degli arrestati, avuto riguardo ai seguenti punti:-
-ai ribassi offerti secondo una logica progressione matematica, caratterizzata da differenze quasi costanti tra una ditta e l’altra;
-alla analoga impostazione dattilografica e/o videografica computerizzata delle buste e dei documenti;
-alla stipula delle polizze fidejussorie presso le stesse agenzie di assicurazione;
-alla data e all’ora di presentazione delle offerte presso gli Uffici protocollo delle stazioni appaltanti;
-alla manoscrittura di compilazione dei documenti “offerta economica” che, nell’ambito di ogni singolo appalto oggetto di indagine, a gruppi di più imprese, sono risultati vergati da un unico soggetto scrivente.
Al vaglio degli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Enna, in particolare dal Sost. Proc.re Dott. Marco Sabella, sono stati oggetto di screening atti e documenti relativi ad oltre 100 gare di appalto, tra queste ultime – come già detto sopra- per 42 incanti pubblici sono stati approfonditi gli accertamenti che avrebbero poi portato alla “chiusura del cerchio” attorno agli indagati, la maggior parte residenti nei comuni di Leonforte, Assoro e Nissoria. Determinante è risultato l’apporto alle indagini della Direzione Anticrimine Centrale diretta dal Prefetto Cavaliere, in particolare dagli uomini del Servizio Centrale della Polizia Scientifica – Sezione Indagini Grafiche -. Questi ultimi, con indagini tecniche sviluppatesi in via parallela con quelle strettamente di intelligence condotte dalla Squadra Investigativa del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, hanno profuso specifiche competenze in materia di analisi grafiche, riuscendo ad apportare un ulteriore “tassello” al mosaico indiziario delineato, poiché numerosissimi sono risultati i documenti manoscritti analizzati – riconducibili a più società – vergati da un unico soggetto scrivente, prova questa dell’appartenenza ad un’unica regia criminale. L’imponente materiale probatorio raccolto nel corso delle investigazioni è stato condensato in una corposa informativa supportata da puntuale elaborazione informatica, prodotta dagli investigatori del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina e sottoposta al vaglio della Procura della Repubblica di Enna, che, facendo proprie tali risultanze ha richiesto al locale G.I.P. l’applicazione di misure cautelari a carico di gran parte degli indagati. Il G.I.P. del Tribunale di Enna, Dr.ssa Francesca Cercone, condividendo la fondatezza dell’impianto accusatorio, ha emesso l’Ordinanza di Custodia Cautelare eseguita nella decorsa notte in 11 Comuni della Provincia ennese, in particolare a Leonforte, Nissoria, Assoro, Agira, Villarosa, Nicosia, Enna, Pietraperzia, Regalbuto, Gagliano Castelferrato ed Aidone, associando i numerosi indagati presso le Carceri di Enna, Piazza Armerina, Caltanissetta, Caltagirone e Catania. Non si ecludono ulteriori sviluppi investigativi dagli interrogatori a cui saranno sottoposti i predetti imprenditori, significando che una simile realtà delittuosa, putroppo presente in questo territorio già martoriato da scarse risorse economiche, da una alta percentuale di disoccupazione, da infrastrutture che necessiterebbero di essere migliorate o realizzate. I lavori pubblici appaltati alle imprese indagate coinvolgono quasi tutti i Comuni della Provincia, centri in cui sono stati aperti cantieri per la ristrutturazione di Scuole, Chiese, realizzazione di strade, isole ecologiche, ecc.-