Capaci. Le mostre nei luoghi della memoria: Patricia Falcone
Enna-Cronaca - 25/05/2009
Capaci.Il restaurato palazzo dei conti Pilo di Capaci, di fronte alla Chiesa Madre, ha ospitato la mostra di Patricia Falcone, un’artista, nata a Munster e cresciuta a Capaci, dopo avere conseguito il titolo di scenografo (in atto è scenografo stabile al Teatro Ranchibile di Palermo), presso l’accademia di Belle arti di Palermo, alla scuola del padre Matteo, pittore,scultore,dalla ricca fantasia,che lavorava il ferro,il rame,la pietra ,il legno,come i primi abitatori del sito e che è stato ricordato nella cittadina dal futuro turistico, per le notevoli risorse artistiche e archeologiche.
La mostra è stata aperta dal Sindaco Benedetto Salvino, che ha patrocinato l’iniziativa, accompagnato dagli Assessori Rag. Giovanni Margarini e Prof.Francesco Raveduto, all’insegna della solidarietà con i terremotati dell’Abruzzo.
La mostra ha evidenziato il cammino pittorico e grafico dell’artista Patricia, che ho conosciuto negli anni settanta, alle sue prime opere, presentate con la Cooperativa Mediterranea Arti, al Castello di Giuliana, miracolosamente salvo dal terremoto del ‘68.
Tra gli organizzatori di quella cooperativa e della mostra, alla quale aveva partecipato lo scultore Matteo Falcone, tra gli altri ,l’arch.Vittorio Noto, l’informatico web master Angelo Rocca , Patricia e Giovanna Falcone , Giangaspare Russo, Salvatore Emmolo, Bruno Ridulfo, Emanuele Bisso, Francesco Parisi, Salvatore Castellese, Arch.Angelo Mulone, Nicola Ribaldo, Enza Orestano, Massimo Crivello, Stefano Ardizzone.
Avevamo l’ambizione di portare gli artisti nei castelli della Sicilia, per recuperarli alla fruizione ed all’attenzione dei cittadini e della Soprintendenza, per animarli, promuovendo iniziative culturali e aprendo nuovi spazi per le mostre agli artisti.
Ora nel palazzo dei conti Pilo, vicino ad un Castello solo in parte ristrutturato, Patricia Falcone ha presentato la sua ultima produzione pittorica, nella fase della maturità artistica.
Per l’occasione, la famiglia Falcone ha donato, tramite il Sindaco,al Centro,che raccoglie i segni della solidarietà del Paese per i terremotati dell’Abruzzo,un’opera dello scultore Matteo Falcone, padre dell’artista Patricia.
La Falcone è reduce del successo ottenuto in alcune mostre in Germania(Moderne Kunst Galerie di Amburgo, Kunstler zentrum e Hues Gallerie di Munster), alla Simoncini Galerie – Luxemborg ed in altre città d’Italia.
Alla manifestazione vernice di Capaci, sono intervenuti: il Prefetto della Nord-Westalia Dott.Roèhl Klaus, l’on.Ferdinando Russo, il Presidente del Consiglio della Provincia regionale di Palermo dott. Marcello Tricoli.
Una mostra, quella della Falcone,che spazia artisticamente tra modernità,futurismo e cubismo (la donna siciliana nella sua angolosa dolce versatilità).
Sulle pitture si espande l’ombra, come una patina nebulosa dell’ambiente, non sempre rispettato dall’uomo. Lo smog delle città sembra, infatti, oscurare i colori del mare, del cielo, dei fiori, della bianca spiaggia della terra di Capaci. Anche i pesci cambiano colore nella tavolozza di Patricia e i palazzi si tingono di grigio e di rosso, come le torri di New York dell’11 settembre, ora esistenti solo nella fantasia dei pittori e delle cartoline remote.
Le tele della Falcone coinvolgono nel loro processo artistico il pubblico, che le “legge”con facilità.
E così, come la psicologia moderna ha dimostrato, di fronte a queste opere d’arte le reazioni di una persona che non ha molta cultura,sul piano neurologico e su quello emotivo, sono uguali a quelle di un intenditore, anche se in quest’ultimo si creano connessioni culturali e si allarga l’immaginazione. Pulsa la vita, si allargano gli orizzonti e appaiono personaggi inconsueti e bizzarri, che sono umani e/o equini, nonchè paesaggi tra il reale e l’onirico. Una tenue tensione si avverte tra passato, presente e futuro e in lei ci si sofferma a riflettere e a sognare in un percorso affascinante tra spazi luminosi e talora asimmetrici con rimandi, assonanze e affinità ad artisti del passato.
Libreria, fiori, limoni da una parte, donna con cappello (capolavoro), nudi di donna, donne al mare dall’altra e poi ancora paesaggi variegati, pineta, Taormina, Sferracavallo, campi siciliani evidenziano con violino,giocolieri, progresso… la poliedricità dell’inventiva rappresentativa della Falcone,la quale porta i visitatori delle sue mostre in Germania, a visitare Capaci e fa dell’arte pittorica un’ambasciatrice preziosa.
Alla sua mostra, a Palazzo Pilo, parla il prefetto tedesco con parole in italiano per attestare la stima che la Falcone gode in Germania, paese amico dell’Italia e dei suoi talenti migliori.
“Patricia” è ad ascoltare, con un pizzico di commozione, le voci della critica, la benevolenza del sindaco, che sa di guidare una città legata al turismo e si fa promotore d’eventi culturali, come la recente mostra e la scuola musicale, per dare a Capaci una banda e sensibilizzare i giovani alla musica ed alle arti.
L’Amministrazione ha in programma il Museo del Mare con l’Acquario mediterraneo, di allargare lo spazio culturale del complesso Pilo, di preparare le guide per gli itinerari domenicali per visitare le Grotte di Carrubella, S.Rosalia, la Portella, Pizzo Muletta, la necropoli di Ciachea, ove abitarono i primi isolani e prima ancora i dinosauri.
Il prof.Ing.Arch.Vincenzo Cabianca, l’Architetto Antonella Russo e il geologo Giuseppe Zarcone, all’inizio del terzo millennio, hanno visitato i dintorni del Palazzo Pilo e progettato un piano di valorizzazione museale, che comprendesse Capaci, Carini, Isola delle Femmine,Torretta, Cinisi e Terrasini. (1)
Ora, così come in quell’ideazione, il Palazzo Piro è tornato, almeno parzialmente, al suo splendore, il Castello della Baronessa di Carini è stato restaurato, ma resta semivuoto, Terrasini, pur isolata, mostra alla fantasia dei ragazzi le sue collezioni di carretti siciliani, di coleotteri, d’anfore, ma molti sono ovunque ancora gli spazi vuoti da coprire nel territorio, con i reperti archeologici, provenienti dal territorio di Capaci, Terrasini, Isola e Carini, ancora depositati e non esposti, per mancanza di spazio nel Museo Gemellaro di Palermo o presso la Soprintendenza archeologica.
L’area in questione si presta ad accogliere un Museo parzialmente all’aperto, collegato con il Gemellaro di Palermo ed intanto si sperimentano interessanti itinerari per le visite guidate alle Grotte dei primi abitatori e degli animali preistorici.
Il territorio di Capaci era un tempo coperto dal mare, quando i ghiacciai del Nord cominciarono a sciogliersi e la passione per il mare e i resti della fauna marina, insieme alla fame per il commercio, lungo le coste mediterranee, sono rimasti sepolti dalla ricca vegetazione, cresciuta dopo il ritiro del mare.
E vennero i suoi primi abitanti poi a commerciare con i Fenici e nel genoma dei suoi abitanti rimase la passione per il commercio.
Nella storia delle ACLI siciliane degli anni cinquanta e sessanta c’è un’esperienza da ricordare.
Gli Amenta, una numerosa famiglia di Capaci, aveva iscritto i giovani figli alla Gioventù aclista e viaggiavano spesso anche con me durante l’esperienza organizzativa vissuta nelle ACLI.
Loro propagandavano gli arredi per i promessi sposi, io parlavo nei circoli dei lavoratori riuniti da Siino,Lo Buglio e da padre Monteleone,l’assistente delle ACLI. (2)
Era costui, e non solo per noi, il parroco della strada, attento ai bisogni della gente, dedito, a far del bene al popolo, con cui viveva da migrante, nella povertà francescana ,ad accettare come pochi, a costruire parrocchie e poi a mobilitarsi, dove i Pastori della Chiesa monrealese lo designavano. A Capaci Monteleone trasformo’ la sacrestia in Biblioteca per i giovani, che il suo successore Mons.Vassallo ha mantenuto e vivacizzato, con attenzione alla stampa ed alla comunicazione, non trascurando l’attività del patronato sociale ed il restauro della Chiesa Madre (1741-1743), che fronteggia il palazzo dei conti Pilo.
E loro, i capacioti, giovani orientati al commercio, con serietà,con umiltà,con la passione che li avrebbe caratterizzati nel tempo della maturità, sperimentavano il commercio sociale del “porta a porta”,si inventavano il lavoro, in qualche modo imitando i padri .
Poi arrivarono i turisti per l’iniziativa di un grande albergo, il Saracen e per la vicina Città del mare di Terrasini, e la città di Capaci rivolse l’attenzione a loro. Aprì una strada per renderli più vicini al centro storico, pulì la magnifica spiaggia, curò le sue piazze e le Chiese, sviluppò le iniziative sportive e culturali ed ora investe anche in iniziative musicali e prepara la banda comunale per dialogare meglio con il turismo multiculturale.
Una giornalista, Giulia Sommaria, scrisse la prima storia d’Isola delle Femmine e di Capaci (3), e successivamente la storia di “Torretta dal feudo al marchesato” (4)
Quasi per invitare gli amministratori dei tre comuni a convergere nelle loro iniziative per la salvaguardia del mare, dell’aria, delle spiagge,del paesaggio, delle grotte.
E Carini (5) si è unita nell’attenzionare la storia comune con Capaci ed Isola delle Femmine, restaurando il suo Castello e valorizzando il mercato medioevale, che si sviluppa attorno ad esso.
Ora bisogna popolare gli spazi espositivi dei luoghi restaurati ed il Sindaco e gli amministratori di Capaci sono all’opera ed intanto invitano gli artisti a farsi protagonisti nelle sale restaurate ed a mostrare le opere della cultura mediterranea a quanti vengono per conoscere la storia di ieri e quella d’oggi.
Accanto alla tragedia di un altro grande Falcone, Luigi, e della sua scorta, accanto alla storia misteriosa di un ex sindaco, Tanino Longo, quasi non tanto per dimenticare, ma per riscoprire altri valori, storie d’intelligenza e di lavoro, Capaci presenta l’impegno per le arti e la cultura della parte migliore della società siciliana, quella che crea opere d’arte, che onora la Sicilia, quella che sa assistere un altro artista, Raffaele Leone, tetraplegico, che ha potuto essere presente con le sue opere a Capaci, accompagnato da una assistente materna, che gli ha dato speranza e coraggio per sviluppare la pittura ed esporre, in occasione della mostra di Patricia, le sue tele con i boschi e i prospetti dell’architettura palermitana del Novecento.
Raffaele Leone merita una maggiore riflessione e ci riserviamo di parlarne ancora, per la stima che gode la sua produzione pittorica, generata da un talento non comune, che sa vincere tutte le diversità.
Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it
1) A.Russo ,Voglia di Valori,voglia di identità in CNTN Anno IV N.19 del 25-01-2004
2 )F.Russo in Antonino Monteleone, un parroco della strada in CNTN N.20,Anno VI, Dicembre 2005
3 )G.Sommariva ,Capaci ed Isola delle Femmine, editore Ugo la rosa, Palermo 1999
4)G.Sommariva,Torretta dal feudo al marchesato, Mario Grispo Editore, Palermo 2002
5) G.M.Abate, Carini nella storia di Sicilia.