Troina. Convegno Ancipa 1949-2009

Troina. L’Enel ed il Comune di Troina organizzano il convegno “Ancipa (1949-2009): passato, presente e futuro”, che si svolgerà a Troina, nella sala Giuseppe Lazzati della Cittadella dell’Oasi Hotel, giovedì 28 maggio 2009, con inizio alle 9.30, per presentare i lavori di risanamento della galleria allacciante al serbatoio della diga Ancipa di lunghezza lunga circa 14 km e della galleria di derivazione Troina-Grottafumata di lunghezza circa 9 km e 500 m. La galleria allacciante al serbatoio Ancipa deriva i deflussi dei torrenti Sant’Elia, Finocchio, Bracallà e Cutò ed ha una portata massima di 25 metri cubi d’acqua a secondo. La galleria di derivazione a pelo libero Troina –Grottafumata è dimensionata per un portata massima di 10 metri cubi al secondo ed utilizza le acque di scarico della centrale Radicone di Troina.
L’impianto idroelettrico di Troina fa parte del complesso sistema di utilizzazione idroelettrica del bacino del Salso – Simeto, ubicato nella parte orientale della Sicilia.

Il programma del convegno prevede gli interventi di:
• Salvatore Costantino, sindaco di Troina, per un indirizzo dei saluti ai partecipanti al convegno;
• Silvano Privitera, sociologo e giornalista, sul tema “Diga Ancipa ed evoluzione di Troina”;
• Basilio Arona, storico locale, sul tema “La storia attraverso le immagini”;
• Roberto Intili, responsabile dell’Enel per la produzione idroelettrica Sicilia sul tema “Importanza dell’asta Salso-Simeto”;
• Enrico Vergano, project manager dell’Enel, sul tema “I lavori sull’asta Salso-Simeto”.

Al convegno sono stati inviati il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ed il presidente della Provincia Regionale di Enna, Pippo Monaco.

Nel corso del convegno, che cade nel 60° anniversario dell’inizio della costruzione della diga Ancipa, ultimata nel 1953, si parlerà anche dell’impatto che ha avuto sulla società troinese. Gli anni di costruzione 1949-1953 della diga Ancipa hanno segnato una svolta nell’evoluzione della società troinese, che è passata da una società a prevalente economia agraria ad una società post industriale a prevalente economia di servizi attraversando un breve intervallo di società industriale durato appena tre anni. Conclusi i lavori della diga Ancipa, che segnarono la fine del blocco agrario, la società troinese fu investita da un processo di modernizzazione senza sviluppo, secondo la definizione che di questo concetto ne hanno dato gli studiosi americani Jane Schneider, antropologa, e Peter Schneider, sociologo, nel libro Culture and Political Economy in Western Sicily. C’è stata una crescita de benessere materiale ed una diffusione tra la popolazione di atteggiamenti e comportamenti tipici della cultura urbana e moderna, molto diversi da quelli della cultura rurale, ma non c’è stato uno sviluppo dell’economia locale autopropulsivo che potesse fare a meno dei trasferimenti di risorse finanziarie esterne come le rimesse degli emigrati e la spesa pubblica. Il Centro Internazionale di Ricerche Sociali nel suo Rapporto sulla situazione socio-economica e le prospettive agricole in tre paesi montani della Sicilia, in cui sono raccolti i dati di una ricerca sociologica su Troina negli anni 1963 – 1964, mette in evidenza il ruolo cruciale che i primi anni ’50 hanno avuto nell’innesco del processo di modernizzazione della società troinese. I lavori della diga Ancipa hanno stimolato un esodo pressoché totale dalle campagne dal momento che circa 2000 contadini torinesi trovarono lavoro nella costruzione della diga e delle gallerie. I contadini torinesi, trasformatisi in operai edili, sono a contatto per più di 3 anni con operai specializzati, minatori in modo particolare, e tecinci provenienti da alcune regioni dell’Italia settentrionale e centrale, costituendo un melting pot sociale di straordinario interesse antropologico e sociologico. Per la prima volta, i torinesi percepivano un salario regolare e lavoravano secondo orari fissi. Il confronto delle nuove condizioni di lavoro alla diga Ancipa con le primitive condizioni di lavoro nelle campagne con nessuna limitazione d’orario, fatica durissima e remunerazione bassissima, accrebbe la disistima verso il lavoro agricolo e sgretolò il blocco agrario.

Silvano Privitera