Troina. La “vastedda cu sammucu”
Enna-Cronaca - 13/06/2009
roina. La “vastedda cu sammucu”, il prodotto tipico da forno per eccellenza ed esclusivo della gastronomia troinese, ormai la fanno ovunque. La si può acquistare nei panifici di Catania o nei negozi mobili che affollano le sagre dei paesi etnei. Ma come si fa a distinguere quella prodotta qui a Troina, secondo un’antica ricetta tramandata di generazione in generazione, da quella prodotta altrove, che non ha nulla a che vedere con quella prodotta a Troina? Al comitato dei produttori della vastedda cu sammucu per il riconoscimento dell’indicazione geografica protetta (igp), alla Sezione operativa assistenza tecnica (Soat) con Angelo Vassallo, e al Comune di Troina, che con l’assessore Giorgio Scollo della giunta Trovato prima e con l’assessore Salvatore Linguanti della giunta Costantino ora, sostiene l’azione dei produttori di questo prodotto tipico troinese, è venuta l’idea di fare un primo e decisivo passo: registrare il marchio presso la Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Enna. La Soat è un ufficio periferico dell’Assessorato all’agricoltura e foreste della Regione Siciliana. Il marchio è un cerchio spezzato da una V sovrastata tre torri stilizzate e con, all’interno, dei fiori di sambuco con, in basso, la scritta “Vastedda cu sammucu – Troina”. Il deposito del marchio per la registrazione l’ha fatto il Comune a sue spese, diventandone il proprietario. Possono utilizzare il marchio solo i produttori che aderiscono al comitato per l’igp, che s’impegnano a produrre la vastedda cu sammucu secondo un rigoroso disciplinare di produzione concordato anche con Slow Food. “Attualmente nel comitato per l’igp aderiamo 14 produttori di vastedda cu sammucu, 2 caseifici e 2 salumifici. Chi ancora non aderisce, può chiedere di essere ammesso ed utilizzare il marchio, a condizione che rispetti il disciplinare di produzione”, ci ha detto Nino Rizzo, il presidente del comitato dei produttori per l’igp. Il regolamento interno del comitato per l’igp prevede un organismo di controllo, di cui fa parte Slow Food, con il compito di approvare il sistema di tracciabilità interno ad ogni singola azienda e di verificare il rispetto del disciplinare di produzione, delle qualità organolettiche e del prezzo di vendita. I controlli sono effettuati, senza preavviso, tre volte nel laboratorio di ogni singola azienda. A chi non rispetta il disciplinare di produzione, è vietato l’uso del marchio.
Silvano Privitera