Aidone. Al teatro di Morgantina in scena “Le Supplici”

Aidone. Al teatro antico di Morgantina si prosegue con il secondo appuntamento. Domani sera- 19 luglio – alle ore 21,15 sarà proposto al pubblico “Le supplici” la terza produzione dell’Istituto nazionale del dramma antico che ha debuttato lo scorso 22 giugno al Teatro antico di Siracusa per poi essere rappresentato a Malta.
“Ciò che de Le Supplici di Eschilo colpisce innanzitutto è la sua drammatica attualità.- si legge nelle note di regia – Si è tentato pertanto di restituire nella messinscena quella tensione presente nel testo, che è anche la stessa di tutti coloro che si ritrovano lontani dalla patria e si confrontano con una “terra straniera”. Solo tre i personaggi maschili a cui si è reso necessario attribuire una propria connotazione, forte e precisa. Danao è un uomo anziano, curvo per il peso degli anni, ma come dice lui stesso, dallo spirito giovane e forte, avvezzo a sopportare fatiche e a prendere decisioni difficili. Saggio, molto saggio e per questo a tratti serafico. Pelasgo è re ma indiscutibilmente saldo e rispettoso dell’espressione legittima del parere e della volontà del popolo. Un re greco, tutto in contrasto con il modello di regalità orientale a cui fanno riferimento Danao e le figlie. Per questo è giovane, deciso ma estremamente riflessivo. Consapevole e per questo cauto. Accompagnato da guardie e dignitari, ma affatto altero. Anzi, dopo un’iniziale diffidenza nei confronti degli stranieri, dimostra una certa generosità nei loro confronti. Vive una tensione difficile da sciogliere e che non è personale, ma della città: offendere gli dèi o scatenare una guerra? Altro personaggio maschile è l’araldo dei figli di Egitto, sceso dalla loro nave per farsi consegnare cinquanta fanciulle “ribelli”… Sembra quasi un momento comico: un uomo mandato “solo” a domarne cinquanta! Un personaggio dunque che funge quasi da elemento di contrasto. Una sorta di pavido balordo, panciuto, amante del vino, con le gambe arcuate, una bisaccia a tracolla. Titubante, circospetto e vigliacco… estremamente vigliacco. Ma l’idea principale è quella di puntare sulla coralità di questa tragedia, dal momento che è proprio il coro di Danaidi Supplici che ne costituisce il protagonista. Il coro di donne tenta in tutti i modi di ribellarsi al proprio destino. Per dare maggiore forza a questo elemento si è immaginato che la fuga dall’Egitto abbia avuto luogo proprio al momento delle nozze. Dopo un lungo viaggio, giunte ad Argo, strette nei loro veli, sono affannate, spossate, ma determinate a non cedere alle nozze, pronte persino a morire. A questa determinazione di fondo che anima il coro in ogni momento della messinscena, si aggiunge un senso di malinconia legato a ciò che si è dovuto lasciare e la disperazione di che vive l’ultima speranza. Si è tentato di dare a ciascuna Danaide un proprio carattere in modo da creare un coro costituito da personalità diverse, ma animato da medesime intenzioni. Un coro che irrompe già carico di tensione emotiva, ma stanco e provato, tanto da suscitare compassione. La tensione raggiunge il suo apice soprattutto attraverso il canto e i movimenti in scena. Il coro appare gradualmente dalla nave infrantasi sulla scogliera argiva, che ne costituisce la scenografia, per poi muoversi principalmente all’interno di un’area sacra. I quattro stasimi sono legati ai quattro elementi fondamentali, sia perché le Supplici invocano tutte le divinità del pantheon, sia per sottolineare il loro carattere “tribale” ed il loro legame con la terra e con la natura. Così il primo stasimo, che è una vera e propria invocazione a Zeus e ad Argo, è legato alla terra e caratterizzato da ritmi tribali ottenuti con un sottofondo di percussioni, suoni bassi in crescendo, e colpi dati dalle Danaidi stesse, che esprimeranno la loro volontà di essere accolte come supplici e rispettare una terra che non è la loro, ma in qualche modo le ha generate. Il secondo stasimo è legato all’acqua sulla quale scorre il racconto di Io, tormentata giovenca, l’acqua delle “lacrime di doloroso pudore”, (vv.578-579) l’acqua sulla quale le Supplici navigarono per giungere in terra Apia, l’acqua simbolo di purezza. L’acqua e i liquidi offerti in libagioni per l’invocazione a Zeus, re dei re. Il terzo stasimo, che costituisce una preghiera a tutti gli dèi per la prosperità di Argo, è legato all’aria, verso cui si innalzano le invocazioni del Coro, caratterizzato da armonie più dolci ed eteree, è accompagnato dal soffio del vento. Il quarto stasimo, che precede l’arrivo dell’araldo e quindi la consapevolezza per le Danaidi che i figli di Egitto le hanno raggiunte, è uno stasimo di preoccupazione e disperazione. Uno stasimo in cui però si coglie tutta la forza di queste donne pronte a togliersi la vita pur di non sottostare all’arroganza dei figli di Egitto e non unirsi in matrimonio con loro, un momento in cui si comincia a delineare la ferocia delle future spose. Dunque, l’elemento caratterizzante è il fuoco, a rappresentare la loro energia, la loro determinazione che, evidente sin dalle battute iniziali, raggiunge il picco proprio in questo stasimo. Fuoco e fiamme in scena e di nuovo ritmi tribali, richiami di morte e di guerra. In conclusione un canto lirico, tratto da un frammento delle Danaidi di Eschilo, a celebrazione dell’amore, accompagna l’uscita di scena delle Supplici che proprio sul canto pronunciano le loro battute finali, quasi tentate dalle parole di Afrodite a cedere all’amore, escono di scena tutte seguendo “il cammino tracciato dalla loro anima”, tutte tranne una, forse proprio Ipermestra, che come vuole il mito, sarà l’unica a cedere a un sentimento d’amore”.

Traduzione Louis Godart; Regia Tatiana Alescio; coreografie Aurelio Gatti; Musiche Joe Schittino; Direzione del coro Simonetta Cartia; Scene Toni Fanciullo; Costumi Marcella Salvo.
Interpreti: Pelasgo- Giacinto Palmarini; Danao -Francesco Alderuccio; Messaggero-Davide Sbrogiò
Coro delle Supplici: Rita Abela, Simonetta Cartia, Chiara Catera, Carmelinda Gentile, Doriana La Fauci, Valeria Lombardo, Elena Polic, Katia Principato, Niryis Pouscoulous, Gabriella Riva e le Allieve del Secondo Nucleo Internazionale dell’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Antico del Mediterraneo: Vittoria Bettella, Yuri Fontes Cabrera, Giulia Diomede, Laura Estaben, Margherita Forte, Antonela Grubic, Nuria Guerra Palma, Naomi Hernandez, Dalia Kasabri, Giorgia La Rosa, Morgana Marchesi, Camille Panza, Sanja Popovic, Diana Sirumal Zurita.

Teatro Antico di Morgantina – Aidone (En)
Inizio Spettacoli: ore 21.15
Apertura botteghino: ore 19
Biglietti: intero €12,00 – ridotto € 10,00 – residenti € 8,00
Numero verde: 800.024060
Sito internet: www.teatridipietra.org