Comitato Settore Mobilità Filt Cgil Sicilia a Enna

Enna. Oltre 120 le presenze, da tutta la Sicilia, alla riunione del Comitato di Settore della Mobilità che la Filt Cgil ha organizzato ad Enna nella giornata di oggi.
Il Segretario Generale della Cgil Michele Pagliaro, aprendo i lavori, ha affermato “Ormai, nel terzo millennio, l’esercizio della mobilità è precondizione essenziale per lo sviluppo e in provincia di Enna la mobilità è assai limitata con servizi pressoché inesistenti ed abbandonati a se stessi, nella più totale indifferenza di tutti, l’impegno della Cgil per contribuire ad invertire questa tendenza sarà prioritario e massimo.”
A seguire i saluti di Giuseppe Parisi, Segretario della Filt-Cgil di Enna, e poi la relazione, a cura del Segretario Generale della Filt siciliana Giacomo Rota, che è purtroppo iniziata con l’angosciante notizia dell’ennesima morte sul lavoro verificatasi qualche ora prima, al porto di Palermo, le parole di rabbia per l’accaduto, seguite dal minuto di silenzio, hanno caratterizzato anche la minuziosa disamina delle problematiche del settore che a seguito della crisi attraversa un momento che non è dei migliori.
Il trasporto pubblico in Sicilia vive l’assoluta disattenzione da parte del Governo della Regione le circa 120 aziende pubbliche e private sono costrette ad operare senza un progetto di base credibile e le municipalizzate, specie quelle delle grandi aree metropolitane, sono sommerse di debiti, evidenza di una politica dei trasporti che risponde più che ad un servizio pubblico di qualità alle clientele politiche ed elettorali.
Gli autobus in Sicilia vengono principalmente utilizzati da anziani, studenti ed extracomunitari categorie deboli che accedono al servizio perché non dispongono di altre modalità.
Stesso destino per le ferrovie, il servizio ferroviario incontra sempre meno utenti perché troppo spesso i treni sono poco puliti, privi di aria condizionata e vecchi, alla base la volontà politica di smantellare il sistema ferroviario siciliano.
Non è un caso che un aeroporto come quello di Catania non è servito dalla ferrovia; non è un caso che si presentano progetti faraonici come il traforo dei Nebrodi, del costo di oltre 4 milioni e mezzo, che saranno realizzati fra anni, quando sarebbe importante e strategico agire subito magari velocizzando l’esistente e riuscendo soprattutto a sviluppare un’idea integrata dei trasporti tra il ferro e la gomma; non è un caso che per raggiungere Palermo da Catania e viceversa serve più di mezza giornata.
La relazione è stata seguita dalle comunicazioni contrattuali su TPL (Trasporto Pubblico Locale) a cura di Gaetano Bonavia, FS (Ferrovie dello Stato) a cura di Francesco Tranchida e relativamente agli Appalti Pulizie FS a cura di Giuseppe Ferrito.
Nelle conclusioni Alessandro Rocchi, della Segreteria Nazionale della Filt, ha evidenziato come la mancanza di un piano dei trasporti sia la causa di tutte le disfunzioni.
Un piano concreto dei trasporti non esiste in Sicilia e non c’è nemmeno a livello nazionale. Negli ultimi anni il Governo Berlusconi propagandando le singole opere, come ad esempio il punte sullo stretto di Messina, che poi non ha nemmeno realizzato, ha distolto l’attenzione su tutto il resto che non è marginale ma importantissimo se non fondamentale.
Il sud del Paese paga un prezzo altissimo perché il gap col Nord nel settore dei trasporti e non solo è altissimo ma gli investimenti non si realizzano da decenni e i fondi europei sono scippati e destinati ad altro o nella migliore delle ipotesi non spesi.
Altrettanta preoccupazione è stata espressa sulle ricadute negative dell’accordo quadro di riforma degli assetti contrattuali che agirà negativamente sui prossimi rinnovi contrattuali della categoria. Infine è stato ribadito che l’impegno della Filt e della Cgil, anche attraverso la mobilitazione, sarà straordinario per contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni oltre che dei lavoratori del settore anche e soprattutto dei cittadini fruitori dei servizi.