Sicilia. Assopetroli denuncia il peggioramento degli incassi

Tre incontri con il direttore generale dell’assessorato regionale all’Industria Nicola Vernuccio, con lo stesso assessore regionale all’Industria Mario Ventura ed infine con il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo sono in programmazione subito dopo la pausa estiva. Al centro del dibattito il peggioramento degli incassi denunciato da Assopetroli Sicilia, il problema legato al riconoscimento del privilegio per la parte di credito riguardante le accise ed infine la riforma della normativa regionale per la distribuzione dei prodotti petroliferi con particolare riferimento all’installazione e all’esercizio dei cosiddetti “contenitori distributori mobili”, ovvero i serbatoi per carburante agricolo.
“La Regione siciliana – ha dichiarato Luciano Parisi, coordinatore regionale Assopetroli Sicilia – ha dimostrato grande intessamento per le problematiche sollevate, speriamo che queste possano essere presto risolte con degli interventi ad hoc”.

Di seguito si riporta il testo della lettera inviata dal coordinatore regionale Assopetroli Luciano Parisi al presidente della Regione Raffaele Lombardo nella quale si presenta l’associazione e si evidenziano tutti i punti di discussione sopra elencati.

Onorevole Presidente,
l’Assopetroli – Associazione Nazionale Commercio Prodotti e Servizi Energetici – aderente alla Confcommercio, rappresenta e tutela gli interessi delle imprese che operano nel settore del commercio dei prodotti petroliferi, attraverso una presenza capillare di depositi di stoccaggio di prodotti per il riscaldamento, l’autotrasporto, l’agricoltura e la marina e di impianti di do istribuzione stradale di carburanti. Sono circa 1000 le imprese a noi aderenti che danno lavoro a 15.000 addetti con un fatturato stimato di 15 miliardi di euro (pari a circa il 75% del mercato di riferimento).
In Sicilia le aziende associate sono proprietarie di oltre il 50% degli impianti di distribuzione carburante e fornitrici di circa il 90% dei prodotti venduti in Extrarete che si esplicita nel fornire prodotti energetici a favore di tutti i cittadini. Non c’è località in cui non arrivi un nostro mezzo per rendere disponibile l’energia necessaria per garantire il comfort nelle case e per rifornire le tante piccole o piccolissime imprese che grazie anche al nostro contributo riescono a svolgere il loro lavoro nei settori dell’autotrasporto, dell’agricoltura, dell’edilizia e della marina.
Quanto svolto dalle aziende rivenditrici nel campo petrolifero ed energetico è un ruolo misconosciuto dalle Istituzioni, ma fondamentale, sostenuto da piccole e medie aziende a forte caratterizzazione familiare. Il nostro ruolo è dimostrato dal comportamento delle stesse compagnie petrolifere, nostri fornitori, quando, nell’ambito delle loro strategie di mercato, decidono di scendere al consumo. Raramente ciò avviene in modo diretto, hanno sempre scelto la strada che vede l’acquisizione in vari modi (partnership, maggioritaria, minoritaria, ecc…) delle aziende rivenditrici già presenti nell’area di mercato prescelta. E quando in passato hanno adottato modalità differenti spesso i risultati si sono rivelati fallimentari.
A dimostrazione che la nostra esperienza, capacità, flessibilità, rapidità di azione, cura del cliente, soluzione dei problemi, maturata in decenni di attività, rappresenta l’opzione più qualificata per garantire i migliori standard operativi al sistema.
Allora questo piccolo o medio imprenditore del comparto energia, come detto all’inizio, rappresenta un fattivo ed essenziale anello di congiunzione per un efficiente funzionamento del mercato fatto di quotidiano, affidabile e responsabile servizio in favore della comunità.
La nostra categoria gode di una remunerazione sostanzialmente fissa per quantità di prodotto venduto e non si avvantaggia al variare dei prezzi del mercato.
Quindi quando vendiamo un litro di gasolio, che il prezzo sia 1 euro o 1,50 noi guadagniamo sempre lo stesso importo fisso.
Gli studi di settore ci accreditano di una redditività pari all’1,8% del fatturato.
Vorrei sottolineare questo dato: per ogni 100 euro che fatturiamo andando in giro per l’Italia a servire i nostri Clienti, ne versiamo, grosso modo, 50 allo Stato per le accise, 43 per il prodotto e 5 se ne vanno in costi di gestione. Di quei 100 euro, noi alla fine ne guadagniamo meno di 2.
Questo se il cliente ci paga secondo gli accordi. Se ritarda il pagamento ci rimangono i centesimi, visti i conseguenti oneri finanziari. E se non ci paga siamo nella condizione di perdere i 98 euro che abbiamo già corrisposto allo Stato in termini di accise e al sistema petrolifero per la merce.
Inoltre, siamo costretti ad acquistare la merce praticamente per contanti dal sistema produttivo cui, all’alto costo della materia prima, si aggiunge l’altrettanto elevato valore delle accise.
Siamo di fatto esattori per l’Erario, esattori per il sistema petrolifero, e tutto ciò genera un fatturato che, non a caso, ci ostiniamo a chiamare “gonfiato”.
In un sistema dagli equilibri così precari, il differenziale temporale tra quando paghiamo il prodotto alle compagnie e quando riusciamo ad incassare dal Cliente costituisce un elemento determinante. Oggi, questo differenziale genera un saldo talmente negativo per le nostre aziende, in termini di esposizione finanziaria, da risultare ai limiti della sostenibilità sia sotto il profilo dei costi che della possibilità di ricorrere al credito.
Il mercato Extrarete rileva un consumo annuo di prodotti petroliferi pari a circa 23 miliardi di litri, per un valore complessivo stimato, ai prezzi correnti, di 20 miliardi di euro. Ad oggi il saldo di esposizione finanziaria che grava sulle nostre aziende per effetto del ritardo dei pagamenti è di circa 120 giorni. Ciò comporta la necessità, a parità di fatturato, di raddoppiare gli affidamenti presso il sistema bancario e di sostenere un carico in termini di oneri finanziari aggiuntivi pari all’1%.
Ecco quindi che l’impropria funzione che ci è stata surrettiziamente imposta dal sistema, quale camera di compensazione finanziaria tra il settore produttivo e i consumatori, si traduce in un costo aggiuntivo per la nostra categoria pari a 200 milioni di euro.
Siamo a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale ed economico.
Ecco perché rivendichiamo con forza la nostra funzione originaria di commercianti di prodotti energetici e non di prodotti finanziari.
Ecco le nostre proposte.
1. Relativamente al problema del credito, appena sopra analizzato, abbiamo problemi in termini di rotazione finanziaria del capitale a causa del peggioramento degli incassi. E’ necessario che le nostre aziende godano di condizioni di pagamento e di affidamento migliorative rispetto alle attuali;
2. il problema legato allo scorporo ed al riconoscimento del privilegio per la parte di credito afferente le accise. Si tratta di un intervento a costo zero per l’Erario ma di grande rilevanza per la categoria. Chiediamo la possibilità di scorporare dai bilanci, indicandolo separatamente, il valore delle accise che gravano per oltre il 50% sul prezzo dei prodotti petroliferi. Imposte di cui siamo esattori per conto dello Stato, senza aggio alcuno, che gonfiano artificialmente i nostri bilanci. Analogamente, chiediamo la possibilità di recuperare in modo privilegiato il credito afferente la parte relativa alle accise nei casi di insolvenza da parte del Cliente. Tutto ciò pur essendo il rivenditore/commerciante quello maggiormente esposto al rischio insolvenza.
3. per quanto attiene più specificatamente il territorio della regione Siciliana sono anni che si discute (con l’Assessorato Industria) della riforma della normativa regionale riguardante la distribuzione dei prodotti petroliferi con particolare riferimento all’installazione e all’esercizio dei cosiddetti “contenitori distributori mobili” utilizzati dalle aziende agricole e da quelle di autotrasporto per il rifornimento dei propri mezzi con gasolio. E’ recente l’insediamento del nuovo Assessore all’Industria, Marco Venturi, con il quale abbiamo già intrattenuto rapporti. Subito dopo la pausa estiva verranno svolti degli incontri con le associazioni di categoria per la redazione di una nuova legge regionale che disciplini l’intera filiera della distribuzione dei prodotti petroliferi. Auspichiamo una rapida conclusione dei lavori che consenta all’intero settore di avere riferimenti normativi certi e chiari per programmare i futuri investimenti.

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redazione-vivienna