Pietraperzia: “Ritirare i PIP”

Pietraperzia. Da parte di alcuni studi tecnici pietrini arriva la proposta di ritirare i PIP (Piani d’Insediamento Produttivi) perché hanno bloccato le aree e non consentono di dare concessione edilizie, perché ancora non sono inseriti nel Piano Regolatore Generale, che ancora dovrà essere approvato. I PIP sono stati approvati dal consiglio in un contesto per dare dinamismo all’approvazione del Prg. Inoltre vi sono tre capannoni che devono ricevere il finanziamento e che non possonoavere l’area edificabile.
Il capogruppo della maggioranza Pietro Paternò al riguardo dichiara: “Noi come maggioranza non abbiamo difficoltà ad accettare, quanto ci viene suggerito dai tecnici e quindi chiedere al presidente del consiglio Michele Bonaffini di portare il problema in consiglio comunale ed in un contesto di dialogo tra tutte le forze presenti in consiglio prenderemo una decisione in comune, che possa essere bene accetta ai cittadini. I PIP potranno essere inseriti quando verrà approvato il Piano Regolatore Generale. L’edilizia per il momento è in crisi e quindi i gruppi politici dobbiamo trovare soluzioni mediate che sia frutto di approfondimento comunitario”.
“I PIP – dichiara il geometra Pino Panevino – hanno valenza se sono esecutivi, ma vincolare le aree e poi non dare le concessioni edilizie allora si va contro la cittadinanza e nello tempo si ostacolano i finanziamenti che potranno arrivare dalla regione o dalla comunità europea. E’ necessario che vengano date le concessioni edilizia, se si vuole favorire e sbloccare il mondo del lavoro della muratura”.
Il problema dei PIP dovrà andare in consiglio comunale che può essere convocato su richiesta di tre consiglieri oppure è lo stesso presidente del consiglio Michele Bonaffini che può convocarlo su sua determinazione.
Progettista del Prg e dei PIP resta sempre l’ingegner Giorgio Bongiorno che per trent’anni ha curato l’assesto urbanistico del paese ed anche ora il Prg dovrebbero andare a breve in consiglio comunale; comunque a livello urbanistico vi sono notevoli ritardi perché lo strumento vigente è il Piano di Fabbricazione che fu approvato nel 1982 sotto la sindacatura di Saro Bauccio.
Giuseppe Carà