Scuola. Enna: Tensioni tra i precari
Enna-Cronaca - 10/09/2009
Enna. Un autunno “caldo” fomentato dal vento della protesta. A promettere battaglia sono centinaia tra membri del settore dell’amministrazione e docenti, tutti impiegati nel settore dell’istruzione ennese, vittime dei tagli della Finanziaria che ha sancito il ritorno al passato. Un ritorno al passato che adesso grava sulle spalle di tanti docenti, resi disoccupati dalla riforma. I provvedimenti adottati dal ministro Mariastella Gelmini non fanno altro che adirare gli impiegati. Il coro degli insegnanti è unanime. Giovanna Di Vita è una docente di arte e immagini. Lei come le altre colleghe non sembra voler ammainare la bandiera della protesta e dichiara: “La tenda che monteremo in piazza Carmine riflette molto la cognizione dei nomadi nel deserto. Perchè poi, alla fine, questo siamo. Se permane questo stato di cose nel mondo della scuola ci toccherà una tenda. Dopo più dieci anni di precariato quest’anno mi sono toccate 11 ore settimanali alla scuola media di Villarosa, neanche una cattedra intera come gli anni passati”. E i sindacati cosa stanno facendo? “I sindacati? Forse adesso si stanno incominciando a svegliare un pochino. Potremmo, invece, contestare a loro perchè siamo arrivati a questo punto. Se avessero coordinato degli interventi un pò più significativi probabilmente non ci troveremmo qui adesso”. Dopo diciannove anni di precariato –dice Cinzia Oieni- con nove anni d’incarico in montagna per avere doppio punteggio, quest’anno mi trovo a casa. Eppure sono prima nella graduatoria provinciale di lingua inglese e seconda nella graduatoria comune dei precari. Noi non vogliamo l’elemosina, chiediamo un posto di lavoro. Ci va bene, a limite, continuare con gli incarichi così com’era. Perchè la la scuola finora l’abbiamo effettivamente portata avanti noi precari. Per lo meno, per quasi due terzi in tutta Italia”. La speranza è l’ultima a morire –dice Ivana Lo Giudice, docente specialista d’inglese alla scuola elementare-. Dopo dieci anni di insegnamento mi auguro che tutto ritorni come prima; lo dico come docente e come genitore, perchè la scuola e l’istruzione rappresentano il pilastro fontamentale per la formazione dei giovani che rappresentano il nostro futuro”. “Dopo quattordici anni di insegnamento –sottolinea invece Maria Teresa Vizzini- mi trovo in piazza a protestare per i nostri diritti calpestati e a casa a fare il lavoro di mamma e di moglie a tempo pieno”. Il fattore età sembra spaventare tutti i manifestanti presenti che dopo anni di precariato nella scuola credono di non avere possibilità di inserimento in altri campi. Maria, quattordici anni di nomine, dice:”Il numero di coloro che in provincia di Enna con questi tagli perderanno il lavoro nella scuola corrisponde al numero dei lavoratori di una grande fabbrica che viene chiusa con la conseguenza che tante famiglie faranno fatica ad arrivare a fine mese”.
Pietro Lisacchi