Anche se lo Stato ha il ”problema di incassare soldi in un momento così difficile”, è ”importante ricordare che alcuni provvedimenti possono avere un fine diseducativo”; le misure per far rientrare capitali in Italia, come lo scudo fiscale approvato oggi, ”che pure possono servire per sanare i conti pubblici, rischiano dare messaggi diseducativi, che alla lunga non sono utili per il bene comune della collettività”.
Parole di mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina e membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, interpellato dall’ASCA nel giorno della presentazione a Roma del Congresso internazionale su don Luigi Sturzo che si terrà a Catania e Caltagirone dal 2 al 4 ottobre prossimi. Il vescovo precisa comunque di non poter dare ”valutazioni tecniche” del provvedimento, sui cui aspetti pratici ”ci possono essere opinioni diverse anche tra cattolici”.
”Don Sturzo – ricorda il vescovo – sosteneva che è necessario un rapporto fondamentale tra etica ed economia – un’economia senza etica, diceva, e’ una ‘diseconomia’, e la crisi internazionale l’ha dimostrato. Sturzo voleva che la politica governasse l’economia, facendole recuperare i principi che le sono necessari, senza però che i loro ruoli arrivassero a confondersi: lo Stato faccia lo Stato e il mercato faccia il mercato”.
Anche lo Stato e le istituzioni, conclude però mons.Pennisi, come la scuola, la famiglia e la Chiesa, devono fare la loro parte nella ”alleanza educativa” indispensabile per uscire dall’attuale emergenza educativa: ”E’ necessario che tutti gli attori si impegnino a trasmettere valori”.