Troina con l’Ancipa si è modernizzata, ma nessun sviluppo

TROINA. Iniziarono esattamente 60 anni fa i lavori per la costruzione della diga Ancipa, che si conclusero 4 anni dopo. Fu un evento di grande importanza per Troina e per l’intera Sicilia, come testimonia la presenza delle massime autorità della Regione Siciliana. C’erano tutti i massimi dirigenti dell’Ente Siciliano di Elettricità (ESE) in quel lontano 21 settembre del 1949: il presidente Leonardo Petronio, un funzionario del ministero dell’agricoltura, che aveva sostituito Riccardo Lombardi alla guida dell’ESE nel 1948, ed il direttore generale Ugo Sartori. All’inaugurazione dell’inizio ufficiale dei lavori intervennero il presidente della Regione Siciliana di allora, Franco Restivo, gli assessori regionali D’Angelo e Franco, autorità civili e religiose del Catanese e dell’Ennese e persino alcuni componenti della federazione nazionale della stampa. Nel libro di Pino Scorciapino “Ancipa” è trascritto uno stralcio dell’articolo comparso sul “Corriere della Sicilia” di 60 anni fa che raccontava, con toni un po’ enfatici, l’evento: “Una grande manifestazione di popolo, di lavoratori, braccianti, contadini, operai, abitanti nei paesi vicini, ha consacrato questa mattina, in un’atmosfera di ardente entusiasmo, alla storia della Sicilia e della sua rinascita, l’inaugurazione dei lavori per la costruzione della diga Ancipa, in territorio di Troina, la quale sarà fra le opere più imponenti del genere esistenti nel mondo”. Quell’evento ha avuto un’eco anche in letteratura. Dei lavori per la costruzione della diga Ancipa ne parla anche Elio Vittorini nel suo romanzo “Le città del mondo”. Per la storia di Troina del Novecento, gli anni 1949-1953 in cui fu costruita la diga Ancipa segnano un passaggio epocale. Quei 4 anni a metà del secolo scorso hanno cambiato il volto del paese e mutato in meglio le materiali condizioni di vita ed i modelli culturali della sua popolazione. Quell’evento ha segnato il passaggio di Troina da paese ad economia agricola povera ed arretrata con una stratificazione sociale molto rigida a paese con un’economia fortemente terziarizzata con molti commercianti, impiegati, professionisti ed insegnanti, dove l’agricoltura ha un peso residuale, e con un benessere diffuso alimentato dalle rimesse degli emigrati e dalla spesa pubblica. Circa 2000 contadini abbandonarono le campagne per andare a lavorare nei cantieri e nelle gallerie dell’Ancipa. Fu un colpo durissimo per la borghesia agraria troinese, che non aveva più nessuno cui affittare la terra con contratti angarici. I contadini troinesi trasformatisi in operai edili e minatori lavorarono gomito a gomito con operai e tecnici provenienti da tutta l’Italia. In quegli anni, Troina era un crogiolo in cui si fondevano e trasformavano diversi modi pensare, atteggiamenti e comportamenti. Ultimata la costruzione della diga Ancipa, nessuno tornò a lavorare in campagna anche se non c’era più lavoro. L’unico sbocco era l’emigrazione. Con i lavori della diga Ancipa, Troina si è modernizzata, ma non è riuscita a svilupparsi, nel senso che non c’è stato uno sviluppo economico in grado di autosostenersi senza avere bisogno delle rimesse degli emigrati e della spesa pubblica.

Silvano Privitera

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