Messina. Cordoglio per vittime da sezione Sicilia Ingegneri naturalistica
Enna-Cronaca - 03/10/2009
L’AIPIN, Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica, Sezione Sicilia esprime cordoglio per le vittime del dissesto idrogeologico di Messina. Sottolinea però che questo potrebbe esser un episodio tra i tanti che potrebbero avvenire in un territorio, quale il messinese, in cui la pianificazione e il paesaggio sono subordinati ad un disordinato uso del territorio che è stato finora tamponato soltanto con “messe in sicurezza” e insufficienti interventi di forestazione. Solo attraverso l’utilizzo di tecniche drenanti ed elastiche in abbinamento tra materiali preferibilmente naturali (legname e pietrame) e il materiale vegetale si potrà ben rispondere alle esigenze di stabilizzazione e consolidamento; al contrario di abusi di calcestruzzi che mai si integrano con gli elementi eco sistemici.
Il territorio urbano non subisce soltanto una pressione eccessiva, specie se abusiva, necessita di esser de impermeabilizzato nei parcheggi, nei tetti e nelle strade. I fiumi, in particolare devono tornare a drenare il territorio, mentre a Messina sono stati coperti e divenuti strade: persino l’ospedale nuovo è in area idrogeologicamente a rischio. Fasce sottoposte a vincolo idrogeologico sono occupate da case e infrastrutture viarie improprie.
Solo il coordinamento interdisciplinare di pianificatori e paesaggisti può recuperare un territorio così compromesso. E l’Ingegneria Naturalistica è strumento idoneo per questi fini, come espresso al Convegno del 29 maggio a Ragusa nell’aula magna dell’Università. L’esempio virtuoso di volontario coordinamento degli enti ragusani per la pianificazione del territorio, dotandosi addirittura di strumenti propri grazie alla Soprintendenza locale, contrasta con il mancato riconoscimento della materia da parte del legislatore regionale. Ultimo in Italia con un ritardo anche di venti anni rispetto al resto d’Italia. Interventi ormai abituali per la Protezione Civile e per il Ministero dell’Ambiente, per il quale la nostra Associazione ha prodotto linee guida e manualistiche, nel territorio messinese sono assenti.
Auspichiamo quindi che non si perseveri con l’errore di “mettere in sicurezza” territori impropriamente impermeabilizzati, consolidati con cemento e drenati con fiumi impermeabili dirottando i problemi verso aree che così divengono più a rischio. Si consideri, invece, concordemente con il ministero dell’Ambiente, che manutenzione del territorio non è “pulizia” di canali interriti ma prevenzione con tecniche appropriate che richiedono un approccio multisciplinare indispensabile e contestuale ricerca di funzionalità tecniche (consolidamenti e drenaggi nel caso specifico), naturalistiche e paesaggistiche.
Di ciò si è discusso proprio ieri a Roma, presso l’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in un importante Convegno in cui gli Enti di tutela e prevenzione nazionali sopracitati hanno condiviso questi principi.