Pietraperzia. Pellegrinaggio a Siracusa, a chiusura dei festeggiamenti di San Pio

PIETRAPERZIA. Il gruppo di San Pio a conclusione dei festeggiamenti del Santo, a cui è stato tributato una festa unica nella storia del paese ha deciso di chiudere il tutto con un pellegrinaggio a Siracusa che si farà domenica 18 ottobre. Oltre l’aspetto turistico della città greca ci sarà l’incontro con tutti i 400 gruppi di Sicilia e presiederà un pontificale il nuovo vescovo di Siracusa monsignor Salvatore Pappalardo. Nel contesto è prevista la visita seguenti posti: Catacombe di San Sebastiano, teatro greco, latomia dei Cordari e dei Cappuccini, l’isola di Ortigia, l’acquario tropicale, la fonte di Aretusa, la cattedrale antico tempio greco ed altro. Il costo del pellegrinaggio è gratuito.
Il gruppo ha deciso anche il volontariato di solidarietà a favore degli ammalati di coloro che vivono da soli. Ha contribuito ad una maturazione religiosa del gruppo e della devozione a San Pio, monsignor Antonino Tambè, delegato vescovile per le confraternite e giudice regionale per il tribunale ecclesiastico. Monsignor Tambè ha predicato il triduo di San Pio e tutte le sera la chiesa è stata stracolma di persona. Molto tempo ha dedicato alle confessione e nello stesso tempo ha avvicinato alla chiesa persone non praticanti.
Il gruppo di San Pio è dedicato al “Cuore di Gesù” ed ebbe il ricoscimento il 23 agosto del 1994 da mons. Riccardo Ruotolo ed attualmente è presidente l’insegnante Giovanna Guarnaccia ed il team di collaborazione è formato da Calogero e Pina Vinci, Enzo Amico, Totò Miccichè, Maria Buccheri, Filippina Calafato, Maria Di Natale, Pina Marotta, Maria Di Natale, Rosolino Insinna, Concetta Di Blasi, che fu fondatrice del gruppo assieme a Maria Fazzi e Concetta Marotta.
Il gruppo si riunisce ogni mercoledì, il primo venerdì di Mese ed il giorno 23 di ogni mese. Il culto a San Pio è molto sentito nel paese; infatti in ogni abitazione vi una immagine di San Pio o una statuina. Sono migliaia le persona che sono andate in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo; addirittura vi è una iscritta che vi è andata quindi volte.
Giuseppe Carà