Giovani siciliani UDC. Messina: Una tragedia già prevista
Enna-Cronaca - 06/10/2009
Il Coordinatore regionale Giovani UDC Sicilia, Valerio Barrale, scende in campo sulla tragedia dell’alluvione in provincia di Messina, con questa dichiarazione: “Di fronte al bilancio ancora provvisorio di 24 morti e 38 dispersi provocato dalla catastrofe messinese emergono dubbi ed interrogativi sulla prevedibilità della tragedia, in riferimento alla quale il continuo e reiterato rimbalzo di responsabilità da un ente all’altro sulle presunte competenze di prevenzione e di sicurezza richieste, non solo non giova alla commemorazione delle vittime senza placare il dolore delle tante famiglie coinvolte ma soprattutto fa emergere inquietanti interrogativi relative all’operato delle amministrazioni locali e centrali competenti determinando palesi responsabilità politiche sull’accaduto. E non è il caso di tacerle!
Il movimento giovanile che mi onoro di rappresentare in Sicilia, nell’esprimere massima solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime per il dolore incolmabile provocato da questa tragedia, vuole sollevare l’esistenza di un problema politico relativo alle scelte di prevenzione realizzate nel corso del tempo e soprattutto determinate dall’assenza di misure concertate che favoriscano programmi d’investimento riguardanti i principali territori a rischio idrogeologico.
Coscienti che la solidarietà fine a se stessa non basta, abbiamo già comunicato la nostra disponibilità agli organi competenti della Protezione Civile con lo scopo di essere concretamente utili sul territorio e, condividendo l’amore per la nostra isola con i nostri conterranei, siamo pronti a sostenere il popolo messinese forti dei principi di assistenza e solidarietà che ispirano il nostro operato.
Di fronte a queste gravi e dolorose tragedie non possiamo cadere nella tentazione di imitare comportamenti di strumentalizzazione delle vittime e del disastro attuati da qualcuno in nome di incomprensibili logiche e discutibili finalità. Al contrario rivendichiamo a gran voce l’esigenza immediata di una normativa chiara ed esaustiva che sia idonea a predisporre efficaci strumenti di prevenzione in base agli effettivi e attuali rischi sismici e idrogeologici del territorio. Bisognerebbe avviare una vera politica edilizia che miri a sanzionare l’abusivismo derivante da logiche speculative che prevalgono sulle vere richieste meritevoli di tutela e di protezione ma nello stesso tempo non bisogna dimenticare di sostenere le reali esigenze abitative delle giovani famiglie.
Se a ciò si aggiunge la recente filosofia dei tagli attuati dal governo nazionale e dall’errata impostazione del recente piano casa, i dubbi emergono con maggiore evidenza. Come è stato affermato, infatti, da illustri geologi la colpa non è soltanto della pioggia, perché la pioggia è un fenomeno naturale.
La colpa, va detto, è di chi ha costruito male e nei posti sbagliati, di chi non ha vigilato sugli scempi compiuti, di chi non ha saputo pianificare il proprio territorio e di chi ha poi approvato condoni edilizi per sanare tutto. La colpa è certamente di chi non ha saputo affrontare e risolvere il rischio idrogeologico del proprio territorio!
Con la recente normativa (133/2008 e la 203/2008), peraltro, il governo ha tagliato la quasi totalità dei fondi stanziati per il monitoraggio del rischio sismico e per la difesa del suolo. Tra i vari tagli operati dal governo Berlusconi, ci pare davvero scellerato quello agli interventi in materia di sicurezza del suolo, sia in Calabria che in Sicilia. Il ministro Prestigiacomo, accorsa immediatamente a dare il proprio personale cordoglio al popolo messinese e forse dimenticando che da più di un anno ricopre il ruolo di ministro dell’ambiente nel governo Belusconi, ha candidamente affermato che “il fondo nazionale è stato tagliato dell’80 per cento per il 2009 prevedendo soltanto 50 milioni di euro per la difesa del suolo, e portando a zero euro la previsione di spesa per il 2010”. Frasi preoccupanti, soprattutto se rapportate alle previsioni del sottosegretario Guido Bertolaso secondo il quale servono 25 miliardi per la messa in sicurezza delle aree a rischio di tutto il territorio Italiano.
Se la politica, dunque, dimentica questi compiti prioritari e non assolve all’adempimento degli obblighi richiesti disattende le aspettative dei cittadini e determina tragiche conseguenze per la collettività. E’ come se anticipatamente si preparasse un funerale nei minimi dettagli per poi partecipare a celebrazioni solenni che nessuno di noi vorrebbe piu rivedere.
Vogliamo una classe politica più attenta, seria e responsabile verso il Paese e verso i principali problemi esistenti!
Vogliamo che si metta mano alle politiche sulla casa con una legislazione seria e puntuale che inchiodi alle proprie responsabilità chi amministra e che permetta al comune cittadino di sapere chiaramente dove, quando e come si può e non si può costruire!
Vogliamo politiche ambientali che considerino il territorio come una risorsa da tutelare e valorizzare!
Vogliamo una classe politica che governi e non si nasconda dietro le dolorose commemorazioni, che scelga d’impegnarsi prima che gli eventi disastrosi avvengano!
Noi Giovani UDC iniziamo da oggi una profonda riflessione su questo tema impegnandoci, per quanto nelle nostre possibilità, a mantenere vivo il dibattito e siamo disposti a mettere in atto tutte le iniziative idonee affinchè non si pianga più nemmeno un solo morto”.