Enna. Zootecnia in ginocchio per vaccino Rev-1

Enna. E’ un momento delicato e particolarmente importante per la zootecnia siciliana visto che nel corso della settimana si sono consumate delle riunioni che potrebbero avere riflessi positivi nella vicenda della lotta alla brucellosi e l’utilizzo di vaccini che siano efficaci. La riunione di Enna con il dott. Schembri del dipartimenti di veterinaria dell’assessorato era stata preceduta a Palermo da un incontro tra il dottor Pietro Schembri con i responsabili dell’Unione allevatori Sicilia, vicepresidente Carmelo Galati Rando, che da anni si batte per risolvere questo problema, e dei rappresentanti della Cia e della Coldiretti. Gli argomenti affrontati nel corso della riunione sono stati la vaccinazione delle aziende bovine, delle aziende ovicaprine, la movimentazione delle mandrie per transumanza, la definizione di procedure omogenee per la movimentazione.
«Finalmente, dopo tanti anni di lotta, l’Unione Allevatori Sicilia – ha dichiarato Carmelo Galati Rando – è riuscita a ottenere la vaccinazione dei bovini con il presidio immunizzante RB-51, un vaccino questo che, si spera, liberi definitivamente dalle catene della brucellosi gli allevatori. Al contrario di quanto era accaduto in passato, non saranno posti limiti alla commercializzazione e quindi chi vaccina il proprio allevamento non sarà considerato un “appestato” che deve evitare qualsiasi contatto e promiscuità». Gli allevatori siciliani, specie quelli delle province di Enna e Messina si ritrovano a subire un piano di eradicazione della brucellosi e tubercolosi che sembra non aver mai fine (ormai sono quasi 20 anni).
“I fattori sembra che siano tanti – prosegue Carmelo Galati Rando – ma fino al 1997 gli allevamenti sottoposti a prelievo non arrivavano neanche al 70%; in seguito, grazie anche al fatto che l’allevatore che non sottoponeva il suo allevamento alla profilassi sanitaria, avrebbe perso i contributi comunitari, si è finalmente arrivati a superare la soglia del 90%”. Tutto questo non è bastato, e il piano di eradicazione, applicato in passato poteva andare bene forse per allevamenti intensivi, ma non certo per quelli del centro Sicilia, che sono per la maggiore condotti allo stato brado. Gli allevatori avevano finalmente ottenuto la vaccinazione per gli ovi caprini, ma non immaginavano neppure che il vaccino (REV-1) avrebbe triplicato i focolai di infezione.
“Tutto questo – spiega il vice presidente dell’Unione allevatori – perché i veterinari, che si sono recati nelle aziende, non si sono premurati d’informare l’allevatore che il vaccino non doveva essere assolutamente iniettato oltre il quarto mese di età, ma probabilmente la verità è che il vaccino è troppo virulento e che l’Istituto zooprofilattico (Izs) non ha saputo mettere a punto un sistema di analisi, capace di differenziare l’anticorpo causato da animale vaccinato con quello da animale ammalato. Tra gli allevatori si è sparsa la convinzione che forse tutto questo si sapeva benissimo e che non è altro che una “strategia” che ha portato molta più acqua al mulino dell’Izs, poiché si sono visti quadruplicare i prelievi”.
«”Le notizie buone – conclude Carmelo Galati Rando – sostanzialmente sono due, e cioè che finalmente gli allevamenti bovini si vaccineranno con l’RB-51 nell’area della provincia di Enna e Nebrodi. La seconda è che finalmente abbiamo riscontrato nel dott. Schembri tanta disponibilità per eliminare i focolai esistenti e quindi a proiettare gli allevamenti della Sicilia verso nuove e più concrete prospettive economiche e a destinare le risorse verso azioni propositive e non più ristrette”.


Il dott. Antonino Algozino, delegato a partecipare – in qualità di vice-presidente dell’Ordine dei Veterinari di Enna – agli incontri tecnici per l’emergenza brucellosi sul territorio della provincia di Enna tenutisi rispettivamente il 19 ottobre 2009 presso il Ministero della Salute a Roma ed il 29 Ottobre presso l’ASP n.4 di Enna intende esprimere vivo apprezzamento e soddisfazione per il percorso di peer communication (comunicazione tra pari) intrapreso in primis da codesto Ordine professionale in stretta sinergia con l’Assessorato Provinciale all’Agricoltura nei confronti delle altre Istituzioni e delle Associazioni di Categoria.
E’ compito istituzionale dell’Ordine, per normativa statutaria, quello di redimere le varie controversie esistenti, come quelle inerenti la profilassi della brucellosi negli allevamenti ovi-caprini e bovini della provincia di Enna, che negli ultimi giorni ha finalmente raggiunto livelli auspicabili di dialogo, ma che devono giungere però a livelli ottimali.
La consolidata ed ormai radicata resistenza al cambiamento è tipica del nostro territorio, dove il forte individualismo e la tendenza all’isolamento causano i noti fenomeni della chiusura in se stessi e quindi la mancanza di comunicazione tra le parti, o della critica fine a se stessa che determina a lungo andare un inasprimento e deterioramento dei rapporti, con il conseguente instaurarsi di tensioni sociali non indifferenti che inaspriscono la possibilità di dialogo.
Per peer communication o comunicazione tra pari s’intende il dialogo costruttivo tre le parti interessate attraverso i loro leader, che dopo aver preso coscienza delle questioni da affrontare, assumono insieme decisioni importanti e le trasferiscono, ognuno secondo le proprie competenze, alle realtà che essi rappresentano.
Superata la fase di incontro costruttivo sull’emergenza brucellosi, che ha portato alla scelta condivisa di strategie alternative alla vaccinazione con REV1 degli ovi-caprini ed alla possibilità di introdurre la vaccinazione con RB51 delle quote di rimonta bovine, bisogna ora attivarsi per un percorso di dialogo organizzativo che rappresenti, all’imminente incontro con i vertici della Sanità Veterinaria Italiana in provincia di Enna, il meglio della nostra zootecnia e delle produzioni zootecniche.
Successivamente si dovranno affrontare le problematiche inerenti la tubercolosi bovina, un’altra grossa insidia che minaccia i nostri insediamenti zootecnici nonchè la valorizzazione dei sistemi agro-alimentari d’eccellenza – rappresentati in larga scala da prodotti zootecnici (carne, latte e prodotti derivati) – attraverso l’implementazione della filiera corta (piccola distribuzione organizzata) e della G.D.O. (Grande Distribuzione Organizzata), che diano ai produttori la possibilità e la garanzia di trarre il giusto profitto dalla loro impresa zootecnica”.