Enna. Ospedale Umberto I: Al 50% l’attività delle sale chirurgiche
Enna-Cronaca - 08/11/2009
Enna. Si è ridotta del 50 per cento l’attività nelle sala chirurgiche dell’ospedale Umberto I di Enna a causa della mancata partecipazione degli anestesisti alle attività operatorie. Da lunedì sostanzialmente il più attivo degli ospedali della provincia di Enna, si trova a non poter utilizzare a pieno ritmo le sale chirurgiche perché i soldi del conto incentivante dei medici che servivano per pagare gli straordinari agli anestesisti sono finiti e gli anestesisti hanno comunicato alla direzione sanitaria che rispetteranno solo il turno mattutino. Ovviamente questo “sciopero bianco” sta condizionando parecchio le attività di tutte le unità operative dell’ospedale ed allo stato attuale, come hanno dichiarato alcuni medici, si sta procedendo con gli interventi urgenti, che, ovviamente, vengono effettuati soltanto nel turno mattutino. Con una lettera, a firma del direttore di presidio, Emanuele Cassarà, a seguito della riunione del 29 ottobre , convocata con urgenza su indicazione del Direttore Generale dell’Azienda sanitaria, Nicola Baldari, e delle unità operative afferenti le attività di sala operatorie è stato “evidenziato” che ci sarà una riduzione di circa il 50% dell’attività delle sale operatorie con la quarta sala operatoria praticamente chiusa; riduzione numerica di standard di pagamento (DRG); Incremento della mobilità passiva (la gente sarà costretta ad andare fuori provincia; Gravi disagi per l’utenza e soprattutto grave danno di immagine per l’Azienda ospedaliera ennese. Da sottolineare che, pur in presenza di un risparmio che ne deriverebbe per la ridotta attività delle sale chirurgiche, l’ospedale ennese, a causa della mobilità dei cittadini, che richiedono interventi, si sposteranno in altre strutture fuori provincia o addirittura presso i privati e, quindi, con una maggiore spesa sanitaria per la Regione siciliana. I medici interessati al problema in prima persona, aspettano delle risposte chiare da parte della Direzione sanitaria e sono in parecchi a chiedersi perché non attivare la mobilità dei medici anestesisti nell’ambito dell’azienda sanitaria provinciale, magari chiedendo la collaborazione di coloro che si trovano negli ospedali di Ledonforte, Nicosia e Piazza Armerina. “Siamo costretti – ha dichiarato un chirurgo – a fare dei calendari di interventi, evidenziando l’urgenza o meno dell’intervento stesso, ma è anche evidente che la lista di attesa si fa sempre più lunga, e non è detto che l’utente sia disposto ad aspettare”. Il primo effetto negativo di questa situazione è che la quarta sala chirurgica è stata chiusa.