Terremoto a Troina. In molti a gridare: ‘Paradiso e terra forte’

TROINA. “Paradiso e terra forte”, l’hanno gridato in molti, soprattutto anziani, rivolgendosi al Padreterno per invocarne l’aiuto durante quei pochi secondi del terremoto di domenica mattina alle 8, che non finivamo mai, in cui Troina ha tremato. Si chiede di entrare in “paradiso”, nel caso non si dovesse sopravvivere al terremoto. Si invoca di trovarsi in “terra forte”, al riparo dagli effetti nefasti del cataclisma, per sopravvivere indenne al terremoto. “L’ho gridato anch’io, appena ho sentito il rumore lugubre del terremoto che sala dal profondo della terra”, ci ha detto Basilio Arona, che coltiva una forte passione per la storia e le tradizioni popolari di Troina. In passato, Troina ha vissuto questa brutta esperienza del terremoto. Molti ricordano quello del gennaio del 1968, che distrusse i paesi della Valle del Belice e lambì anche Troina. Allora, in paese, ci furono solo danni alle case. Per fortuna, non ci furono vittime. “Nella millenaria storia di Troina, ce ne sono stati due di terremoti che hanno devastato il paese: quello del 1169, sotto il regno di Guglielmo II, e l’altro del 1693”, ricorda Basilio Arona. Nella classificazione del rischio sismico, Troina appartiene alla seconda categoria. Il terremoto di domenica, che per fortuna non ha provocato danni alle abitazioni e vittime tra le persone, e quelli che ci ha ricordato Arona, devono far riflettere sulla necessità di adeguare le case del paese alla normativa antisismica. Per un singolare coincidenza, un paio di settimane, dell’urgenza di adeguare il patrimonio edilizio di Troina alla normativa antisismica se n’è parlato in un’assemblea cittadina sul piano regolatore generale organizzata dal circolo Ancipa di Legambiente e dall’associazione culturale “Antonio Gramsci”. L’epicentro del terremoto di domenica è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale vicino alla diga Ancipa, che non ha subito danni, come risulta dalle ispezioni effettuate con tempestività, nella stessa mattinata di domenica, dalla Protezione Civile. Per la sua solidità, la diga Ancipa costruita tra fine degli anni ’40 ed i primi anni ’50 del secolo scorso, è un modello di ingegneria edile. Alcuni anni fa, si è pensato di rafforzare la diga costruendo un contrafforte in funzione antismica al piede di valle del muro di sbarramento, che è stato messo alla prova domenica scorsa. In paese, come ci dice il responsabile locale della Protezione Civile, geom. Alessandro Nasca, non ci sono stati danni: “Nella mattina e nel pomeriggio di domenica, abbiamo fatto dei sopralluoghi in tutti gli edifici pubblici, comprese le scuole, e non abbiamo rilevato danni. Continueremo comunque a monitorare gli edifici pubblici e le abitazioni, soprattutto quelle del centro storico, che già conosciamo come edifici più esposti ai rischi di un eventuale terremoto”. Al momento, l’unica casa che è crollata è quella costruzione rurale che si trova in contrada Calamaro, vicino la diga Ancipa. Ma era già malridotta prima del terremoto di domenica.

Silvano Privitera