Enna. Non è sola una mera questione di poltrone. La crisi alla Provincia, che si trascina tra soldina e solbalzi da un anno e passa, è crisi di coalizione. Oseremo dire di sopportazione. E così Monaco –e con lui l’istituzione Provincia, per molti aspetti già così “superflua”, forse perchè trattata alla stregua di uno zerbino politico dal un PdL che non ha ancora chiaro il concetto di partito- diventa il terminale di un malessere interno al centrodestra ennese. Che dopo la presa di distanza di quattro consiglieri provinciali (Malfitano PdL, Sutera e Faraci Gruppo federato di destra e Granata Udc) rischia ora l’implosione definitiva che potrebbe avvenire con la manovra finanziaria che si andrà a votare il 5 dicembre prossimo. Intanto, però Monaco rischia di essere fagocitato da uno stallo che alimenta solo cortocircuiti e sotterranee battaglie e dove a causa di ciò più d’uno aspetta solo che il diluvio si conclami. Il consigliere Lorenzo Granata dell’Udc non le manda a dire: “Io sono nella maggioranza nel rispetto del programma del 2008. Tutti gli atti che si consumano al di fuori del programma li voto solo sulla scorta della loro validità. La mia posizione è chiara e dichiarata in aula quando Monaco ha presentato la Giunta anche se non riconosco i due assessori che sono dell’Udc come appartenenza, ma non indicati dal partito. Quindi, l’Udc ufficialmente non è in Giunta”. Sotto voce si parla di sfiduciare Monaco, qual’è la sua posizione? “Non voterò mai la sfiducia al presidente, se Monaco non si sente di continuare che si dimetta”. Michele Sutera di AD che si è reso protagonista di uno strappo eclatante dal suo assessore di referimento, Ilaria Di Simone, per la quale chiede da mesi le sue dimissioni, porta allo scoperto alcune rimostranze: “Noi non chiediamo nulla più di quello chi si è stabilito in sede di tavolo di trattative. E’ il Pdl che si sta arroccando su posizioni conflittuali e divergenti dagli accordi politici. Gli toccavano due assessori e invece ne ha tre. Ed è paradossale che il presidente Monaco mantenedo la Di Simone in amministrazione voglia fare pagare un prezzo politico al movimento che rappresento. Così come è paradossale che il presidente Monaco non voglia andare alla verifica di maggioranza richiesta da tutte le forze politiche che lo sostengono. Detto ciò non si può non considerare anche un altro aspetto. Gli squilibri territoriali di rappresentanza. La zona Sud della provincia ha come espressione il presidente della provincia, il presidente e i due vice presidenti del Consiglio provinciale e sei assessori, mentre la zona Nord solo due assessori. Non solo. C’è anche un paradosso. Piazza Armerina ha tre assessori pur non avendo consiglieri di riferimento, mentre Nicosia che ne ha tre e di maggioranza non esprime nessuna presenza in amministrazione”. “L’empasse dell’amministrazione –sottolinea Paolo Buscemi del Pd- dura sin dal suo insediamento. Questo denota che non c’è una condivisione di intenti rispetto ad un programma politico. Manca nel centrodestra una strategia politica condivisa e il presidente è in continuo sottoricatto da parte dei singoli consiglieri. L’unica cosa che rimane a Monaco è quella di dimettersi e di restituire la parola agli elettori”.
Giacomo Lisacchi