Gela. 41 arresti colpiti i clan mafiosi Rinzivillo e Emmanuello

GELA – La Squadra mobile di Caltanissetta ha eseguito 41 arresti nei confronti della cosca mafiosa degli Emmanuello di Gela prendendo in esame oltre al territorio dell’isola da loro gestito, le ramificazioni al Nord e soprattutto a Parma. Gli arrestati devono rispondere, fra gli altri reati, di associazione mafiosa finalizzata al controllo illecito degli appalti e dei subappalti, intermediazione abusiva di manodopera,traffico di stupefacenti, ricettazione e porto d’armi abusivo. Tra le armi, una Colt 45 servita per 2 omicidi di mafia, a Gela. L’operazione”Compendium” della polizia, che ha colpito i clan mafiosi Emmanuello e Rinzivillo di Gela (Caltanissetta) con 41 arresti, racchiude diversi filoni di indagini. Prende spunto dal’inchiesta nata dall’operazione per la cattura del boss Daniele Emmanuello, rimasto ucciso in un casolare di campagna ad Enna, il 3 dicembre del 2007, dopo un conflitto a fuoco con la polizia, e finalizzata a scoprire la fitta rete di fiancheggiatori appartenenti a Cosa nostra che per anni ha coperto la latitanza del capomafia, partendo da Gela con profonde ramificazioni nel Nord Italia. Le indagini si sono avvalse oltre che dei tradizioni metodi investigativi anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Le dichiarazioni rese agli inquirenti dal collaborante Fortunato Ferracane hanno permesso alla Dda e alla polizia di ricostruire gli affari del clan mafioso nel Nord Italia e in particolare a Parma, dove si era trasferito Salvatore Terlati. Dalla precedente operazione denominata “Scirocco” e’ emerso che Terlati, dopo un periodo di detenzione, il 16 dicembre del 99 era stato scarcerato e sottoposto al divieto di dimora in Sicilia. Aveva scelto di trasferirsi a Parma. Durante il suo soggiorno in Emilia Romagna, a garantirgli le spese di mantenimento sarebbero stati altri affiliati a Cosa nostra, come Nunzio Mirko Licata e Francesco Vella. Durante il suo soggiorno a Parma, Terlati avrebbe curato una fitta rete di rapporti con diversi gelesi, operanti nel Nord Italia. In particolare Nunzio e Carmelo Alabiso gli avrebbero prestato il fianco per falsificare fatture e finanziare cosi’ il clan. Base operativa dell’organizzazione mafiosa di Gela (Caltanissetta) colpita dalla polizia con l’operazione “Compendium”, era il bar-pizzeria “Cavernet”, a Gela, gestito da Rocco Ascia. Gli affiliati, secondo gli inquirenti, si ritrovavano proprio in quel locale ma disponevano anche di un altro immobile, in via Buscami 66 a Gela, in uso a Gianluca Pellegrino, noto come “casuzza” e usato come una centrale per la preparazione e il confezionamento di stupefacenti, e per nascondere munizioni e ciclomotori rubati. L’abitazione, secondo quanto emerge dalle registrazioni video effettuate dalla polizia,veniva frequentata in particolare oltre da Gianluca Pellegrino, Francesco Vella, Salvatore Scivolone, Salvatore Iozza, Daniele Turco, Nunzio Avenia, Francesco Martines e Raimondo Gambino. Altra figura di spessore per polizia e magistrati sarebbe quella di Giuseppe Bevilacqua, imprenditore gelese, figlio di Antonio, noto come elemento di spicco del clan Madonia, assassinato nel 1988 durante la guerra di mafia di Gela. Bevilacqua e’ accusato del furto e dell’incendio di una betoniera dell’impresa “Calcestruzzi di Sanzone Vincenzo” e di alcuni tubi in plastica che sempre lo stesso imprenditore teneva in deposito in un cantiere a Tremestrieri Etneo. Il tutto per imporre l’acquisto di calcestruzzo. L’ingerenza di Cosa nostra nei lavori di movimento terra e delle forniture di calcestruzzo, emergerebbe anche nella costruzione della chiesa di San Rocco, a Gela. Dall’inchiesta risulta anche che l’organizzazione si occupava della ricettazione di reperti archeologici. Ecco i nomi degli arrestati nell’ambito dell’operazione “Compendium” della polizia contro i clan mafiosi Emmanuello e Rinzivillo di Gela (Caltanissetta): Carmelo Alabiso, 32 anni di Gela detto “u Mongolo”, Nunzio Alabiso, 30 anni di Gela ma residente a Varano Melegari (Parma); Francesco Aprile, 63 anni, di Niscemidetto “u Vecchiu”, Rocco Ascia, 34 anni di Gela, inteso “Riccardo”, Giuseppe Salvatore Bevilacqua 42 anni di Gela;Giuseppe Billizzi, 37 anni di Gela; Massimo Carmelo Billizzi, 34 anni di Gela; Maurizio Bugio, 39 anni di Gela; Emanuele Caltagirone, 33 anni di Gela; Giovanni Luca Caltagirone, 35 anni di Gela ma residente a Boretto (Reggio Emilia); Marco Gino Carfa’, 31 anni di Gela; Rosario Cascino, 43 anni nato a Gela e residente a San Zeno Naviglio (Brescia); Angelo Eugenio Di Bartolo, 32 anni nato a Gela e residente a Parma; Gianfranco Di Natale, 36 anni di Gela; Andrea Frecentese, 33 anni nato a Pordenone e residente a Cordenons (Pordenone); Raimondo Gambino, 25 anni di Gela; Gianluca Gammino, 35 anni di Gela; Salvatore Gravagna, 27 anni di Gela; Claudio Infuso, 31 anni nato a Gela e residente a Parma; Fabio Infuso, 37 anni di Gela; 39 anni di Gela ma residente a Parma; Nunzio Mirko Licata, 32 anni di Gela, nato a Gela ma emigrato a Ghedi (Brescia); Claudio Lo Vivo 34 anni di Gela ma domiciliato a Pordenone; Crocifisso Lo Vivo, 44 anni di Gela; Marco Maganuco, 33 anni di Gela; Francesco Martines 26 anni di Gela; Sandro Vissuto, 21 anni di Gela; Claudio Parisi, 54 anni, domiciliato a Genova; Gianluca Pellegrino, 25 anni di Gela; Alessandro Piscopo, 35 anni di Gela; Giuseppe Piscopo, 33 anni di Gela; Tommaso Placenti, 33 anni di Gela ma residente a Parma; Paolo Portelli, 41 anni di Gela; Bruno Salvatore Quattrocchi, 30 anni, di Gela, Nunzio Quattrocchi 34 anni di Gela residente a Sesto Fiorentino; Calogero Sanfilippo, 34 anni di Mazzarino; Gabriele Giacomo Stanza’, 39 anni nato a Capizzi (Messina) e residente a Valguarnera (Enna); Salvatore Terlati, 35 anni di Gela inteso “Ciap Ciap”, Daniele Turco, 40 anni di Gela; Francesco Vella, 34 anni di Gela e Domenico Vullo, 33 anni di Gela.

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redazione-vivienna