Enna. Fermarono i cieli

La cattedrale di Enna, eretta sulle rovine del tempio di Proserpina, nel 1307, rivive la magia dei suoni e dei canti popolari del concerto di natale che la città ha fortemente voluto assieme a uno dei suoi più giovani e devoti figli, che fa tanto onore alla sua gente: Mario Incudine. Compare sul sagrato visibilmente emozionato, trema al pensiero di esibirsi sotto gli occhi luminosi della patrona, Maria SS della Visitazione, circondata dai meravigliosi affreschi del Borremans, illuminati in penombra. Si emoziona e saltella come uno dei tanti bambini del primo Circolo di Vittoria, diretti da Cinzia Spina, che hanno regalato al pubblico ennese, per quasi due, filastrocche, nenie e ninne nanne delle tradizioni natalizie di tutta Italia. E’ stato come se la città si fosse fermata riprendendo il titolo di questo concerto di straordinaria bellezza “Fermarono i cieli” scritto e diretto da Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo, fondatore dell’Orchestra popolare italiana, dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Erano più di un migliaio gli spettatori che hanno gremito la Chiesa Mare per assistere a una incantevole, delicata e garbata performance di Sparagna considerato, fra i più grandi musicisti e studiosi di tradizioni popolari. Probabilmente nascere in uno dei borghi più antichi, Maranola, frazione del comune di Formia in provincia di Latina, lo ha spinto a dedicare tutta la sua vita a registrare l’immenso patrimonio della musica popolare, catalogarlo e studiarlo per conservarne memoria, rielaborandolo e rieditandolo con l’aiuto di strumenti musicali antichi. 16 brani legati al ciclo settecentesco delle festività natalizie hanno permesso a questo straordinario talento di conservare lo spirito originario con cui queste antiche preghiere furono composte. Si è ispirato a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, e quasi come la leggenda che narra che mentre il santo predicava sarebbe stato avvolto da un fascio di luce e sarebbe stato visto levitare da terra davanti alla folla radunata nella Cattedrale della sua città, così Sparagna coinvolge Incudine nell’interiorizzare questo evento, reso ancora più mirabile dall’interpretazione magistrale di Peppe Servillo, voce e anima della piccola orchestra degli Avion Travel. Anche lui si è fatto suggestionare dalla interpretazione dei brani con la delicatezza e la magia delle voci bianche dei bambini che quasi lo hanno cullato con le loro ninna nanne. Solo così Incudine, Sparagna e Servillo hanno potuto dimostrare, con le loro performance, il significativo impegno nella didattica della musica popolare italiana. Erasmo Treglia ha suonato la ghironda, la ciaramella e il violino, Antonio Vasta la zampogna e l’organetto, Riccardo Laganà i tamburelli. Gli artisti hanno voluto dedicare le uniche due tappe alla solidarietà; Vittoria ed Enna a favore degli alluvionati di Scaletta Zanclea. Peccato, l’evento andrebbe replicato ovunque per formare una nuova coscienza popolare legata ai suoni e alla musica di un tempo. Dovremmo tutti diventare frequentatori abituali delle nostre tradizioni, così da interiorizzarne i comportamenti e i valori. In questa operazione di comprensione possono solo aiutarci straordinari ricercatori e artisti totali.

Ivan Scinardo