Aidone. Elio Galvagno (Pd): Rivedere l’accordo. Gli argenti vanno esposti subito a Morgantina

Aidone. “Morgantina il furto l’ha già subito. E questa sarebbe una replica inaccettabile”. E’ categorico Elio Galvagno, deputato regionale del Pd, a proposito dell’accordo definito ieri mattina tra l’assessore regionale ai Beni culturali, Gaetano Armao, e il direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del ministero dei Beni culturali, Carlo Resca, per il rientro in Sicilia della Venere di Morgantina e di una preziosa collezione di argenti antichi. L’accordo prevede che gli argenti, provenienti dal Metropolitan Museum di New York, prima di essere riportati in Sicilia entro il prossimo 15 febbraio, vengano esposti a Roma nei saloni di Palazzo Massimo, poi a Milano nel Palazzo Reale e quindi all’Expo di Shanghai. “Presenterò immediatamente un Ordine del giorno per chiedere al Governo regionale di intervenire tempestivamente ed evitare che venga vanificato il grande potenziale turistico e culturale di quello che tutti consideriamo un evento unico, ed al quale Aidone si prepara ormai da anni. Sarebbe incomprensibile per gli aidonesi ma, io credo, per tutti i siciliani – continua il deputato del Pd – che i quindici preziosissimi argenti di epoca ellenistica venissero esposti a Roma, Milano o perfino a Shangai prima di ritornare nel luogo da cui sono stati trafugati circa trent’anni fa.
Morgantina, anche grazie alle opere in arrivo, ha tutte le carte in regola per diventare uno dei luoghi simbolo dell’archeologia internazionale, contribuendo a rilanciare quella prospettiva di sviluppo legata al turismo ed alla valorizzazione dei beni culturali, che può diventare la vera occasione di riscatto di questa terra. Rinunciare al momento del rientro, quando più alta sarà l’attenzione degli studiosi e dei tanti appassionati, sarebbe l’ennesimo esproprio al quale ci opporremo con assoluta fermezza, mettendo in atto tutte le iniziative politiche e parlamentari che riterremo necessarie, nella consapevolezza che la ricchezza culturale, archeologica ed ambientale della Sicilia può e deve diventare il suo principale motore di sviluppo economico”.