Presidente Consiglio Pietraperzia respinge richiesta convocazione per PIP

PIETRAPERZIA. Il presidente del consiglio Michele Bonaffini boccia la richiesta di convocazione di consiglio comunale presentata dai consiglieri Pino Amico, Germano Bonincontro ed Enzo Emma sul problema dei PIP (Piani Integrati Produttivi). Nella comunicazione ai tre consigliere Michele Bonaffini Scrive: “In riferimento alla richiesta di convocazione, trasmessa a questa Presidenza, si informano i consiglieri che, ultimata la dovuta istruttoria, gli uffici competenti hanno comunicato a questa Presidenza, che la proposta non può essere sottoposta al Consiglio Comunale”.
“La mia decisione nasce dal fatto – dichiara Michele Bonaffini – che l’ufficio tecnico da me interpellato ha dato un motivato parere negativo, facendo riferimento al fatto che è stato avviata la redazione del Piano Regolatore Generale nel cui contesto vi sono i PIP”.
La mancanza delle zone artigianali ha fatto perdere tre finanziamenti di capannoni e nello stesso tempo blocca anche lo sviluppo dell’economia locale che è in grave difficoltà. I tecnici locali sono esasperati perché trovano difficoltà ad ottenere concessioni edilizie; infatti l’ufficio tecnico ha bocciato parecchie rischiate di concessioni.
I tre consiglieri – Amico, Bonincontro ed Emma – hanno presentato una opportuna richiesta per dare priorità ai PIP considerato che essi sono il volano dell’economia. Il consiglio comunale può discutere sui Pip considerandoli a se stanti; quindi non è necessario aspettare l’approvazione del Prg che ancora è al punto di partenza cioè dare indicazione all’ingegner Giorgio Bongiorno sulla concretizzazione del Prg.
“Il capogruppo del Partito Democratico Pietro Paternò dichiara: “Il presidente ha l’obbligo di convocare il consiglio a prescindere della valutazione dell’ufficio tecnico perché il consiglio è sovrano. Ho affermato parecchie volte in consiglio comunale che in questo consiglio si è formato un braccio di ferro per mettere in difficoltà l’amministrazione e quindi si è in un pervicace immobilismo”.
Giusepe Carà