Un’iniziativa che sposa pienamente gli ideali promossi dalla Fondazione intitolata ad Angelo D’Arrigo, deltaplanista, etologo e grande uomo di sport morto nel 2006 in un drammatico incidente aereo.
“Angelo – dice Laura Mancuso, moglie di D’Arrigo e presidente della Fondazione – era anche maestro di sci e aveva con l’Etna un legame fortissimo. Qui, grazie agli allenamenti sulle distese innevate del Vulcano, hanno preso corpo molte delle sue imprese. Non poteva esserci modo migliore per ricordare il suo messaggio. Per insegnare a tutti, soprattutto ai soggetti diversamente abili, come con la volontà, lo studio, la preparazione e i giusti accorgimenti, ogni limite può essere superato”.
A chiarire gli aspetti “tecnici” dell’iniziativa è stato invece Antonio Rizzo, responsabile della Scuola di sci da fondo.
“I ragazzi – spiega – si sistemeranno su uno slittino che viaggerà all’interno di binari fatti precedentemente con un battipista. Sarà possibile spingersi con le braccia, mentre sulla slitta è stato collocato un freno che permetterà di regolare la velocità”.
A lanciare l’idea per questo progetto è stato anche Andrea Marchese, trentenne catanese che, costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente motociclistico avuto nel 2005, si è attivato per promuovere e realizzare iniziative sportive pensate proprio per i diversamente abili.
“L’anno scorso – racconta – dopo aver deciso di accostarmi allo sci, rimasi sbigottito nell’apprendere che l’Etna era preclusa ai disabili. Sono dovuto andare fino in Piemonte per poter solcare le piste e proprio lì mi sono reso conto di come fossero necessari pochi accorgimenti per rendere questo sport accessibile a tutti”.
“A causa della mancanza di impianti adeguati – precisa – abbiamo dovuto optare per lo sci da fondo, certamente più soft rispetto a quello da discesa e di conseguenza meno complicato. Questo, comunque, non ci ha impedito di realizzare un piccolo sogno: un primo contatto tra diversamente abili e sport sulla neve”.
Carmelo Lazzaro Danzuso