Consegnata la Phiale di Caltavuturo

Dopo otto anni e mezzo di custodia giudiziale presso i locali della Sovrintendenza di Palermo, la Phiale aurea di Caltavuturo e’ stata consegnata oggi all’amministrazione regionale. La cerimonia si e’ svolta a Palermo, nei saloni dell’Albergo delle Povere. La Phiale trovera’ posto nel museo archeologico ‘Antonino Salinas’ di Palermo.
“Per la Sicilia – ha detto l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identita’ siciliana, Gaetano Armao – questo e’ un giorno importante che cade in un anno importante. Nelle scorse settimane, a Los Angeles, abbiamo siglato un importante accordo con il Paul Getty Museum. Un protocollo d’intesa che ha trasformato la restituzione dell’Afrodite di Morgantina (conosciuta come la Venere) in una ricca e fattiva collaborazione tra la Sicilia e una delle piu’ importanti istituzioni museali del mondo”.
“Siamo riusciti ad ottenere dallo Stato un finanziamento di 1,7 milioni di euro – ha aggiunto Armao – per accogliere nella cornice piu’ adeguata l’Afrodite. Mentre il prossimo 10 marzo, a Roma, durante una mostra organizzata in collaborazione con il ministero dei Beni culturali, verranno esposti gli argenti di Morgantina recuperati dal Metropolitan Museum di New York”.
L’assessore Armao ha ribadito che l’amministrazione regionale si costituira’ parte civile contro chi si macchiera’ di reati contro il patrimonio culturale della Sicilia.
“Tolleranza zero – ha affermato – verso i tombaroli e, in generale, nei confronti di chi arrechera’ danni al nostro patrimonio culturale”.
Armao ha poi lanciato un appello a tutti i siciliani affinche’ collaborino alla salvaguardia dei beni culturali, segnalando alle autorita’ eventuali furti o danneggiamenti.
Il capitano dei Carabinieri, Giuseppe Marseglia, comandante del nucleo di tutela del patrimonio culturale della Sicilia, ha sottolineato l’importanza del ritrovamento della Phiale. “Il primo, grande e importante rientro in Sicilia, dagli Stati Uniti, di un reperto archeologico di inestimabile valore – ha detto Marseglia – che ha aperto la strada ad altri recuperi”.
La soprintendente ai beni culturali e ambientali di Palermo, Adele Mormino, ha ripercorso le tappe del recupero della Phiale, mentre la direttrice del Museo ‘Salinas’, Giuseppina Favata, ha annunciato la riapertura, prima di Pasqua, dello stesso Museo archeologico di Palermo dove, attualmente, sono in corso lavori di restauro.
La Phiale mesomphalos e’ una forma ben attestata nel mondo greco, sia con esemplari in ceramica, sia in metallo. La sua funzione, legata prevalentemente alle libagioni e alle offerte alle divinita’ nel corso delle celebrazione di riti religiosi, fa si’ che in taluni casi le Phialai siano particolarmente preziose ed entrino a far parte dei tesori dei templi e dei santuari.
A parere degli esperti, un problema aperto rimane quello relativo all’identificazione del luogo di produzione della coppa che, in considerazione della tipologia del reperto, del suo alto pregio e dell’elevato valore, non corrisponde necessariamente a quello del rinvenimento.
La provenienza della Phiale dal mercato antiquario rende tra l’altro difficile disporre di riferimenti obiettivi per la ricostruzione del percorso del reperto, dal momento della sua realizzazione alla sua destinazione finale. Anche se l’inchiesta della magistratura indica in Caltavuturo il probabile luogo del ritrovamento, in connessione con il centro abitato di eta’ ellenistica individuato sul monte Riparato.
La prima notizia della Phiale risale al 1989, quando il reperto viene individuato presso una collezione privata siciliana. La Phiale sarebbe stata in un primo tempo acquistata da un collezionista di Catania e, in seguito, venduto a un collezionista di Enna. Nel 1991 sarebbe stata esportata clandestinamente in Svizzera dove viene acquistata da William Veres. Successivamente, il reperto finisce nelle mani del miliardario statunitense Michel Steinhardt, che l’acquista per un milione e 200 mila dollari.
Steinhardt ne fa subito valutare l’autenticita’ dagli esperti del Metropolitan Museum.
Nel 1995 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese avanza richiesta di rogatoria internazionale alla competente autorita’ giudiziaria di New York. Superati i vari livelli di giudizio, la coppa viene sequestrata dall’autorita’ giudiziaria americana che ravvisa illeciti doganali. Cosi’, nel 1999, la Phiale ritorna in Italia e viene brevemente esposta al ministero dei Beni culturali.
In attesa della conclusione del dibattimento, la Phiale viene consegnata alla Procura di Termini, che ne autorizza una breve esposizione nei saloni di villa Malfitano, a Palermo. Nel maggio del 2002 viene affidata in custodia giudiziaria alla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo.