Pedofilia. Don Di Noto (Meter): in due mesi 600 siti segnalati

Avola – Seicento siti in appena due mesi. È questo il ritmo delle segnalazioni alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania e al Centro nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia online (CNCPO) di Roma, effettuato dai volontari dell’Associazione Meter (www.associazionemeter.org) di don Fortunato Di Noto. Il sacerdote siciliano ha annunciato oggi i dati del monitoraggio: “Abbiamo già 120 segnalazioni protocollate, che a 5 indirizzi – in media – a segnalazione, significano circa 600 siti. E tutto questo in nemmeno due mesi. È un’emergenza che non si ferma mai, che coinvolgono anche i Paesi Mediorientali”, dice don Fortunato, che chiede “Un maggiore impegno di tutte le nazioni del mondo in questa lotta contro gli abusi sessuali e la pedofilia online. Specialmente da parte degli Stati Uniti d’America (seconda al mondo, dopo la Russia, nell’utilizzo dei server americani per la pedofilia online) – sottolinea – una nazione che dovrebbe impegnarsi di più nella collaborazione mondiale contro la pedofilia e la pedopornografia. E invece tocca leggere commenti e critiche a seguito del caso Google”, evidenzia.
Caso Google, serve responsabilità – E sul caso Google, con i tre dirigenti condannati per la pubblicazione del video contenente il pestaggio di un ragazzo Down a Torino nel 2006, che tante polemiche ha scatenato Oltreoceano, don Fortunato prende posizione: “Leggo sui giornali USA che l’Italia avrebbe spinto, con questa sentenza, per il controllo del Web. I garantisti americani possono stare tranquilli e smettere di strillare: nessuno in questo Paese ha mai spinto sulla censura e lo posso testimoniare. Semmai, basta guardare le nostre leggi in materia, l’Italia è fortemente impegnata nella lotta ai crimini contro l’infanzia, contro la divulgazione di materiale pedopornografico”. “E’ forse bene stabilire – aggiunge – che una certa responsabilità se la potrebbero assumere i responsabili dei motori di ricerca e dei servizi Web. Hanno soldi, strumenti e possibilità: non basta una sottoscrizione e lasciar perdere”. Perché, spiega, “Nessuno dice che Internet debba essere censurata, ma è bene ribadire che la Rete favorisce in maniera oggi indiscutibile la divulgazione, detenzione, adescamento, e l’apologia della violenza in tutte le sue forme, nonché l’ostentazione della violenza stessa”.
Insomma, per don Di Noto “Ogni mezzo deve avere il benché minimo di sicurezza. E’ vero, non è il web e la sua libertà a venire colpita: ma come abbiamo diffuso per tanti il web dobbiamo educare i tanti e tutti al corretto uso. Perché la Rete non è un luogo virtuale che ‘muore’ quando spegniamo il Pc, ma un prolungamento della nostra vita reale. Cui bisogna prestare molta, molta attenzione”, conclude.