Serra Club Monreale ricorderà l’artista Benedetto Messina
Enna-Cronaca - 16/03/2010
All’apertura dell’anno sociale del Serra Club di Monreale, giorno 18 marzo nei locali del nuovo seminario arcivescovile,sarà ricordato Benedetto Messina, fondatore della scuola di mosaico e cattolico impegnato nell’arte e nelle Istituzioni culturali, civili e religiose della città normanna e della Sicilia. L’artista monrealese, pittore dalla pluralità d’interessi, che vanno dalla scultura alla ceramica, al mosaico, all’incisione, alla poesia, al restauro, alla scultura, e che gli procurano il nome di Patriarca dell’Arte, ha lasciato un vuoto profondo nella comunità, che gli ha dato i natali, nell’arte siciliana e nel mondo cattolico dell’associazionismo, di cui è stato protagonista. (1).
La sua è stata la generazione con la fanciullezza e la giovinezza condizionate dalla cultura fascista e formatasi nelle sacrestie ai valori del Cristianesimo ed alla militanza civile quasi clandestina, apparsa nel dopoguerra con una gran voglia di educare, di essere d’esempio nella propria città, di fare gruppo e comunità, di partecipare alla vita delle nascenti istituzioni democratiche.
Nato nel 1919 a Monreale, Messina è cresciuto nella bottega artigiana del padre, sovrastata da un’immagine di S.Giovanni Bosco, la cui presenza esercitava il ruolo di richiamo nella modesta clientela del padre, in tempi di difficoltà economiche e di mancanza di lavoro. Ama disegnare e lavorare la cera e la creta sin da bambino. Riesce a frequentare il Liceo Artistico di Palermo ove incontra i suoi primi maestri Alfonso Amorelli, Maria Grazia Di Giorgio, e Francesco Bosco.Si diploma per proseguire poi per il magistero arte di Palermo.
Da giovanissimo partecipa a Mostre Regionali e Nazionali ed i primi premi non mancano, il primo a Roma nel 1937. Nella città dei suoi studi l’eco del futurismo e i primi segni della corrente realistica.
Quando con il trenino sale da pendolare a casa, a Monreale, per studiare si rifugia, come ad un suo posto di lavoro, indisturbato e sopra un albero ombroso, e lì trova ispirazione per la pittura e per la poesia, riflettendo sui colori varianti della Conca d’oro. La guerra lo vedrà fante di un esercito senza vestiti e strumenti adeguati e poi, nel ‘43 prigioniero in un campo di concentramento raccontato nelle ”100 poesie di Messi Detto (Messina Benedetto )Monrealese“: -’Dda dui simani tra fami e tormenti/stetti a pinzare me patri e me matri/.senza coperta né lettu e guanciali/ittatu’nterra e ‘nte lanni a manciari, /comu fa puru lu bassu animali/-. (1).
Al ritorno sarà presto docente di disegno decorativo ed architettonico presso l’Istituto Statale d’Arte di Palermo, ma nel cuore di Messina c’è Monreale, con i mosaici della cattedrale, che insegnano il catechismo, che parlano tutte le lingue del mediterraneo. L’arte vista come momento creativo, nell’orizzonte del tempo che si vive, rivelatore della divina creazione della natura. Ma quelle opere giovanili di pittura e di scultura di Messina, premiate in molte città dell’Isola e del resto d’Italia, difficilmente oggi sono rintracciabili, disperse nelle mostre, vendute per le necessità vitali.
Benedetto Messina, fin da quegli anni, scrive Antonina Greco, che ha curato una sua mostra antologica nel dicembre 1997-gennaio 1998, opera nell’ambito di alcuni generi tematici: il sacro, la natura viva e morta, il ritratto,il paesaggio. Un mondo a immagine e somiglianza di Dio, ove non mancano complimenti di virtù e piacevolezza come nell’edenica visione di un paradiso terrestre.
Ogni atto in questa logica è concepito come valore etico: e perfino l’arte rientra nella visione del bene universale che è Dio stesso. (3).
Tra gli artisti del dopoguerra si diffonde la corrente realistica, nel dissolvimento dell’esperienza neo-futurista, Messina conosce gli artisti dominanti, l’oriundo corleonese Pippo Rizzo, Vittorio Corona, Giovanni Varvaro,e poi Michele Dixit, Lia Pasqualino Noto, Giambecchina, il sambucese, Renato Guttuso, rapidamente affermatosi.
Un realismo, che parte dalla natura, anche quello di Messina ma che, attraverso la natura, studiata, amata, lo porta a Dio, alle proprie certezze che ha il dovere di trasmettere, nel raccontare il presente, la vita, i suoi allievi o la maternità, fino allo studio di un apostolo ed al suo ritratto, riproposto, per un’identità trasparente, limpida, libera da condizionamenti, generosa verso il prossimo. Scriverà: “Non sono un poeta astratto/cose concrete dico/e nelle piaghe umane/metto sovente il dito/. Le verità che dico/turbano i menzogneri: oggi se guardi intorno/, ne scopri più che ieri”. (2).
E Parigi lo premia proprio per il ritratto che presenta ad una mostra internazionale e tornerà ad invitarlo ad altri impegnativi confronti artistici. Nel 1959, inizialmente nella sua casa, Messina riunisce un gruppo d’allievi in un improvvisato laboratorio-studio di mosaico e poi fonda la scuola comunale d’arte per il mosaico e la ceramica, trasformata nella sezione dell’Istituto Statale d’Arte di Palermo e poi la Scuola D’Arte per il Mosaico e la Ceramica, ora Istituto Statale d’Arte, del quale Messina è stato il primo direttore. Le origini di quella vocazione-passione si era manifestata e consolidata nel ’55 quando mons.Di Giovanni aveva aperto a Monreale, in cattedrale, un corso di restauro ed al giovane Messina era stato dato l’incarico d’insegnante di disegno geometrico, mentre al prof. Romano, mosaicista la conduzione del corso pratico. Il disegno professionale veniva affidato al prof.Francesco Bosco, primo riferimento artistico di Messina, che incontrava così la sua prima comunità d’artisti a cui fare riferimento. Per iniziativa del sindaco La Commare, sotto lo stimolo di Messina si avviavano, intanto, alcuni corsi di ceramica. In quelle iniziative i primordi del laboratorio-studio di casa di Messina e la successiva sezione staccata dell’Istituto Statale d’Arte di Palermo con l’evoluzione nella Scuola di mosaico e della ceramica. I mosaici del Duomo di Monreale, che illustrano il vecchio ed il nuovo testamento, avevano aiutato Messina a scoprire la sua vocazione artistica e la sua produzione sarà sempre ispirata dalla fede. Negli anni sessanta Messina cercherà di trasferire nell’habitat quotidiano degli uomini, con i pannelli a mosaico ed i piani mosaicati di gusto floreale, le suggestioni ricevute nella scoperta della sua vocazione e nel consolidamento della sua fede, proprio dai mosaici. E produce il tavolo mosaicato per Sukarno.
Avevo conosciuto il prof Messina nell’Azione Cattolica di Gedda e Carretto, alla fine degli anni quaranta, come riferimento forte della gioventù postfascista, incantata dalle lezioni di Medi e dai sogni europeisti di Ambrosini. Messina operava, fuori dell’insegnamento tecnico, alla formazione della gioventù cattolica, dei baschi verdi, in maniera rigorosa e tradizionalista.
Gli incontri nell’Azione Cattolica iniziavano con il Santo Rosario e non tutti i giovani, specie quelli richiamati da iniziative culturali e politiche alternative (Renna, Noto) avrebbero, in quel momento, accettato questa pedagogia della fede e della formazione alla Preghiera e Sacrificio.
Nella città delle arti la sua vocazione e la sua fede religiosa si configuravano in una simbiosi, che lo portava alla prima produzione artistica, ricca di sentimenti e di profonde convinzioni.
Nella sua versatile attività, Messina, s’interessava di pittura ma anche di scultura e di ceramica. Uscivamo nelle piazze a Monreale, provenienti dalle parrocchie della diocesi, al seguito di una Via Crucis predicata dai laici e partecipata da centinaia di giovani. Era Messina a predicarla.
Una redenzione dagli errori della guerra da bandire per offrire la pace ad una società mutilata, all’insegna del Vangelo che un frate francescano, Rivilli, invitava a leggere e a predicare con la propria testimonianza.
Ed intanto nella Monreale, povera d’istituti scolastici, il Nostro che aveva fondato la prima scuola comunale d’arte per il mosaico e la ceramica, ora passava a sostenere altri interventi nelle infrastrutture scolastiche. I cattolici erano impegnati a potenziare le scuole medie e secondarie. A Monreale Messina era affiancato da Rocco Campanella (3), dalla signorina Terruso, da La Commare, da Comandè, da Li Calsi, da Viola, da G. La Bruzzo, e poi da B.Ridulfo, da I.Marretta, da V.Ciacciofera, da F.Mortillaro e da N.Sirchia, dai giovanissimi R.Oddo, A.Vaccaro e M.Cinà.
Il potenziamento delle strutture scolastiche a Monreale per i laureati cattolici si poneva come problema indilazionabile, per offrire ai giovani meno abbienti la possibilità di proseguire gli studi, quelli artistici in particolare e Messina nel Comune, si batteva, assieme al prof.Rocco Campanella, per l’istituzione d’istituti secondari.
I mosaici del Duomo “scrigno di un grande tesoro” avevano quasi folgorato il talento del giovane artista cattolico, anche impegnato nella vita comunale,nell’insegnamento, nella produzione pittorica e ceramica, nel restauro di pitture e di statue votive. In una lirica dedicata a Monreale aveva scritto: -Madre sei di gente che dura/per sua arte pensiero e poesia./I Novelli, il Miceli, il Millunzi, /Veneziano, Pantaleo il Fiorenza…/Sono figli di tua nobile terra/e tra i vivi è ancora sequenza.
E lui preparava la nuova schiera d’artisti nella pittura, nella ceramica, nel mosaico.
La ceramica artistica monrealese trovava, infatti, in Messina un cultore ed un promotore, le terracotte smaltate dedicate ai figli Antonella, Patrizia,Tiziana, Fausto, i tre crocifissi del ‘1980, le tre grazie-1980, e poi le maioliche, la predica degli uccelli, del 1963 ed il volto di Gesù del 1965.
Avrebbero fatto scuola ad una generazione di ceramisti, la cui produzione avremmo trovato in Piazza Guglielmo II e nelle diverse attività del monrealese. Gli anni ottanta hanno visto Messina quasi totalmente impegnato nella scultura. Era quello un ritorno ed un completamento d’artista eclettico ed iniziano con “La maternità”-1980, in bronzo, ”I tre crocifissi, ”Il busto di Cristo”.
Quella sua prima esperienza dei corsi di ceramica a casa od organizzate dal Comune presto si era trasformata in sezione dell’Istituto Statale d’Arte e poi del Mosaico e della Ceramica.
Più tardi, ai nostri giorni, una signora Messina, con la bottega all’ingresso della villa comunale, conquisterà mille premi per la ceramica ed esporrà i suoi presepi in tutto il mondo, al seguito dell’Alitalia. I riconoscimenti nazionali e internazionali cominciano ad arrivare a Messina con la partecipazione a mostre di pittura personali e collettive alle quali non lesina le sue opere per dialogare e confrontarsi, per trasmettere tecniche e messaggi artistici trasparenti, da maestro del vero.
A Nino Castelluzzo, un confratello della Confraternita del SS.Crocifisso, la cui statua Messina ha restaurato in maniera eccellente, che raggiunge a casa il pittore per accompagnarlo alle riunioni del Serra Club di Monreale, alla cui fondazione ha voluto partecipare, Messina lo riceve in una stanza ove colleziona bottiglie di vetro di tutte le dimensioni e colori. Sono bottiglie vuote, stipate negli armadi deposito. Alla meraviglia di Castelluzzo ed alla domanda: a che servono? l’artista risponde: Vedi, sono tutte diverse, di forma, di colore, di tempo, come gli uomini e le donne che incontriamo tra il nostro prossimo. Le ho raccolte, ma hanno la stessa fragilità del nostro prossimo.
Messina ha donato al Comune di Monreale la sua casa–museo con annesse cento opere tra dipinti, sculture e ceramiche.
Questo animatore dell’associazionismo cattolico, attivo consigliere comunale ed assessore nel 57,
ha inteso così instaurare un rapporto nuovo tra cittadini, amministratori e istituzioni scolastiche e culturali da rendere produttivo per il bene comune.
Fondatore a Monreale dell’UCAI (Unione cattolica artisti italiani), Messina partecipava alle mostre con l’umiltà del neofita, per sentirsi in comunione con tanti giovani talenti. L’UCAI ora torna ad essere presente a Monreale sotto l’impulso del Vicario Nicola Gaglio, di Franco Nocera, di Sardisco, e non le mancherà la collaborazione della presidente UCAI di Palermo Fulvia Reies che troverà l’occasione per ricordare il contributo dato all’Unione dall’artista monrealese.
Messina fu nella sua diocesi, anche l’animatore dei Laureati Cattolici ed ebbe intense relazioni con la FUCI e l’AIMC, e godette della stima dei Vescovi da Carpino a Naro e dell’incoraggiamento di Sua Ecc.za Bommarito, per anni assistente della FUCI.
Cattolicissimo e laico nelle responsabilità civili, c’insegnò nella vita pubblica di non confondere i problemi della fede con quelle dell’impegno nelle istituzioni a servizio del bene comune.
Difese il lavoro degli artisti, suoi collaboratori ed allievi. In occasione di una mostra antologica ha voluto ricordarli con l’affetto del maestro buono non geloso ma gioioso dei suoi discepoli:
Calogero Gambino, Giovanni Leto, Giovanni Randazzo, Angelo Cangemi, Antonino Pedone, Saverio Terruso, Sergio Mammina, Franco Nocera, Sebastiano Guercio, Guido Irosa, Pietro Villanti, Pino Anselmo, Enzo Mercurio, Salvo Arena, Enzo Aricò, Roberto Bruno, Rosario Madonna, Giampiero Virga,Toni Castellese.
Visse con il lavoro. Ad un alta personalità, che gli ordinò un opera pittorica con le anime del purgatorio e poi non volle mantenere il contratto ed il pagamento stabilito, di notte tempo gli dedicò uno spazio, ma lo ritrasse tra le fiamme. Il prossimo com’è fragile!
Tra i soci fondatori del primo Serra Club di Monreale, quasi novantenne, Messina non ha lesinato sostegni per il seminario e le vocazioni. Alla Caritas aveva fatto dono di un campo di calcio per la gioventù, intitolato alla figlia Antonella, nel vivo, ma nascosto ricordo del Don Bosco, che troneggiava nella bottega del padre, artigiano, quasi ad indicare il valore degli oratori, dello sport e delle scuole nell’educazione e nella formazione della gioventù.
Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it
1) L.Salamone, in Monreale Lutto nel mondo della cultura – E’ morto il pittore Messina Fondò la scuola di mosaico in Il Giornale di Sicilia del 23 aprile 2009.
2) B.Messina, 100 Poesie di Messi Detto (Messina Benedetto) Monrealese, Tipografia Vaglica, Monreale 1996- Prezzo del libro: Un’offerta ai poveri.
3) B.Messina, Benedetto Messina, Antologica,a cura di Antonina Greco, Grafiche Renna Spa, Palermo1997.