Primavera di fiori al museo della Ceramica di Caltagirone

In Sicilia l’annuncio della primavera era affidato agli asfodei ( in gergo i cipuddazzi) perché annunciavano il ritorno Prosepina dall’Ade per la gioia degli uomini e della dea madre Cerere, ma in realtà gli araldi della primavera sono parecchi e altrettanti sono le dispute per definire una “precedenza”. Lasciamo che il dibattito prosegua e godiamoci questo inizio di primavera di fiori che i nostri artigiani calatini hanno immortalato con doviziosa maestria nei loro manufatti, sin dai tempi immemorabili.
E’ stata inaugurata al Museo della Ceramica di Caltagirone “sciuri, sciuri..” esposizione di manufatti, da ‘600 sino al ‘900, in maiolica policroma decorati con fiori. La mostra, il cui titolo è stato tratto non a caso dall’omonima canzone popolare siciliana, nel celebrare il tripudio della policromia dei colori, che questa particolare stagione riserva, vuole mettere l’accento sull’attenzione dei nostri artigiani che, nel corso del tempo e con la loro arte, hanno saputo abilmente cogliere dalla natura celebrando il suo trionfo attraverso l’arte del plasmare la terracotta, fissando forme e colori con l’insopprimibile voglia di “bello” che, sotto le abili mani di capaci ceramisti, si trasforma in prezioso oggetto d’arte.
Madrina della mostra il Vicesindaco, Dott. Alessandra Foti, presenti diverse autorità civili a cominciare dal Presidente del Tribunale di Caltagirone, S.E. Dott. Salvatore Pagano, on.le Marilena Samperi, on.le Antonio Carullo, on. Giacomo Garra, il presidente Storia Patria Porf. Massimo Porta, il presidente dell’Area Sviluppo Integrato, Cav.Francesco Navanziono, insieme a tanti ospiti che hanno potuto ammirare la mostra.
Ma l’esposizione è stata l’opportunità per uscire dai magazzini del Museo alcuni particolarissimi oggetti in terracotta che mai, prima d’oggi, sono stati esposti al pubblico, a cominciare dai policromi albarelli, sino a bellissime e decoratissime “quartare” biansate dai caldi colori.
“Per questa mostra – spiega Salvatore Scuto direttore del Museo – abbiamo scelto il tema della primavera con una serie di manufatti dove si vede tutta la maestria dei nostri artigiani che nel fabbricare oggetti d’uso comune hanno impresso quella voglia del sapendoli trasformare in preziose cose d’arte”. “Ma non solo – conclude Scuto – è stata, anche, l’opportunità per mostrare ai visitatori parte della ricchezza museale ancora conservata nei nostri magazzini , esponendo, per la prima volta, alcuni oggetti , che per solo ragione di spazio,, non trovano posto tra le bacheche del Museo, e che in questa occasione risorgono con la speranza, ormai inderogabile, di trovare posto ben presto nei nuovi locali dell’ex convento di Sant’Agostino, dove il Museo potrà spiegare l’intero lotto delle sue ricchissime collezioni”.
Ma torniamo alla mostra. Questa si apre con la magnifica boccia con fiore bianco a 8 petali, attuale logo del Museo, in compagnia della nota bottiglia 700esca a fiori blù, un bouquet di fiorellini dell’Istituto per l’rtigianato ceramico della metà del ‘900 e altri manufatti decorati a fiori. Si continua con quartare, a grandi fiori, grandi piatti (fangotti), tra i quali un capolavoro dell’ultimo seicento a decorazione blu ed orlo a merletto. E poi una rutilante fruttiera, forse dell’officina Di Bartolo, e un magnifico piccolo albarello, con iris blu, da attribuire ad uno dei migliori periodi della 700esca bottega Lo Nobile. E poi vasi e cassette da giardino con fiori che si disperdono in allegre corone, così come manufatti provenienti dalle fabbriche di Burgio, Palermo, Santo Stefano, Napoli e Vietri sul Mare.
Un vero omaggio, quindi, ai policromi colori della natura che solo questa parte dell’anno ci riserva, per un tuffo nella cultura dell’arte ceramica dove anche un oggetto quotidiano può diventare una vera e un’opera d’arte.
La mostra resterà aperta sino al 20 giugno p.v., tutti i giorni compresi i festivi, dalle ore 9,00 alle ore 18,00. L’ingresso alla mostra è gratuito.