Enna. Incontro commissione comunale urbanistica su PRG

Enna. “Il Piano regolatore generale che andrà in discussione per l’adozione il prossimo lunedì in consiglio comunale sarà adottato, andando a chiudere il primo atto ufficiale di un cammino difficile, durato ben 19 anni”. A dichiararlo sono stati il presidente del consiglio comunale, Paolo Gargaglione, il presidente della IV commissione consiliare, Gaetano La Martina, ed i consiglieri comunali componenti la commissione Enrico Vetri, Mario Tedesco ed Alessandro Gravina. Dopo l’adozione del PRG da parte del consiglio comunale ci sono altri passaggi da fare come la pubblicazione ed esposizione dello strumento urbanistico con 30 giorni a disposizione per i cittadini per presentare ricorso, quindi l’invio del carteggio al Cru regionale con le osservazioni fatte e la restituzione con eventuali modifiche, e la quarta fase, quella conclusiva, che spingerà il consiglio comunale ad approvare il PRG, ma quest’ultima fase probabilmente spetterà al nuovo consiglio comunale, che sarà eletto dalle elezioni amministrative del 30 e 31 maggio prossimi.
“Una cosa vogliamo sottolineare – hanno dichiarato i componenti la commissione – siamo arrivati ora all’adozione del PRG non per nostra incuria ma per una serie di difficoltà tecniche che hanno bloccato il lavoro fattivo di tutta la commissione, che ha lavorato tenendo conto dello schema di massima che il consiglio comunale aveva approvato nel lontano del 1998. Tutta la commissione ha lavorato bene, ha deciso all’unanimità le cose che bisogna fare, quindi non ci sono contrasti, non ci sono interessi, sospetti di sorta, si è lavorato per dare alla città il suo strumento urbanistico, magari con i suoi limiti e le sue lacune”. Il primo incarico sul PRG è stato dato dall’allora sindaco Vito Cardaci nel marzo del 1991, poi si sono succeduti i sindaci Vigiano, Alvano per due volte, Ardica ed ora Agnello, inframmezzati due commissari straordinari Zaccone e Bellomo, insomma un cammino difficile, irto di controversie, ma alla fine il traguardo sembra essere vicino, perchè con l’adozione di lunedì si è fatto un decisivo passo in avanti. “Siamo stati tutti d’accordo nel porre fine a questa luna e stressante vicenda – hanno dichiarato Gargaglione e i componenti la commissione – e lo abbiamo fatto per dare un segnale di buona volontà a tutta la città”.
Proprio questo lungo lasso di tempo ha reso il PRG attuale non adeguato alla realtà ennese e i tecnici che lo hanno esaminato, hanno mosso delle critiche sostenendo che, ormai, quello strumento urbanistico non è più valido, bisognerebbe rivederlo oppure, addirittura, realizzarne un altro con tutte le conseguenze del caso. Comunque lunedì prossimo il consiglio comunale dovrà esaminare e probabilmente approvare il PRG. Pare, comunque, che molti suggerimenti arrivati dai tecnici siano stati accolti da parte del consiglio comunale e probabilmente nel corso della seduta di consiglio se ne farà cenno. Come si ricorderà il PRG è stato presentato agli ordini professionali, agli imprenditori, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, invitandoli ad esaminarlo e quindi ad esprimere il loro parere. Mancano circa 45 giorni alle elezioni amministrative e probabilmente questa legislatura si chiuderà proprio con l’approvazione del PRG, il che sarebbe un grossa impresa. Per gli ordini professionali l’attuale PRG, anche se si trova in dirittura di arrivo non ha progettualità concrete per lo sviluppo della città; non vengono risolti ma nemmeno affrontati alcuni temi fondamentali come il traffico che rimane imbrigliato nell’attuale viabilità; il problema spinoso dei parcheggi viene affidato ad una semplice riproposizione del piano parcheggi, aggiornato nel 1998, ma sostanzialmente immutato rispetto ai tempi in cui era sindaco Vito Cardaci. “Non viene risolto – ha dichiarato l’ingegnere Giuseppe Margiotta dell’Ordine degli ingegneri – il tema della continuità non solo fisica fra le tre parti abitate del territorio e la riqualificazione delle aree di espansione spontanea, avvenuta in zona agricola, non viene affrontata adeguatamente la richiesta di insediamenti unifamiliari, esigenza che a questo problema è sottesa. Rimane irrisolto il tema dell’edilizia convenzionata e sovvenzionata, che non può trovare soluzione in un improbabile conversione del centro storico. Non viene affrontato concretamente il tema dell’Università e del suo rapporto con la città, se non per sancirne l’assetto attuale quale si è venuto a determinare per scelte autonome e in qualche modo obbligate. Non vengono affrontati alcuni altri grandi temi strategici che soli possono aiutare a risolvere l’attuale empasse del centro storico a cominciare dalla individuazione di nuovi siti per il carcere e per gli uffici pubblici statali e regionali che attualmente non trovano allocazione adeguata”.