Sicilia. Editoria: una legge che punti sull’innovazione

PALERMO – Un gruppo di lavoro composto da docenti universitari e dai rappresentanti dei vari settori dell’informazione giornalistica e del mondo dei libri lavorera’ alla redazione di un disegno di legge sull’editoria siciliana che verra’ fatto proprio dal governo regionale e poi inviato all’Ars.
Lo ha annunciato stamattina, a Palermo, nei saloni dell’Albergo delle Povere, l’assessore regionale per i Beni culturali e per l’Identita’ siciliana, Gaetano Armao, concludendo i lavori dell’incontro-dibattito “Verso una legge sull’editoria in Sicilia”.
Armao ha ringraziato coloro i quali ieri e oggi hanno partecipato alla due giorni sull’editoria siciliana.
“Abbiamo ascoltato con grande attenzione – ha detto l’assessore – le relazioni e i suggerimenti degli editori dei giornali, dei libri, delle tv, del web e, in generale, di tutti i protagonisti del mondo dell’informazione. E siamo arrivati alla conclusione che, oggi, serve una normativa regionale nuova, ovvero una legge che aiuti le imprese editoriali siciliane a cambiare, a diversificare e a crescere all’insegna dell’innovazione”.
L’assessore ha ricordato una frase di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione che, alla fine degli anni ’70, si batteva per costruire una “Sicilia con le carte in regola”.
“Anche sull’editoria – ha detto Armao – dobbiamo muoverci con l’occhio sempre rivolto alla carte in regola. Che significa grande attenzione per quegli editori che creano occupazione e rispettano le leggi. E’ con piacere che prendiamo atto che i primi a non chiedere assistenzialismo sono proprio i protagonisti del mondo dell’informazione e dell’editoria libraria”.
“Oggi l’obiettivo che dobbiamo raggiungere – ha aggiunto l’assessore – non e’ una legge di mero sostegno.
L’assistenzialismo non serve. Oggi il vero tema e’ come accompagnare gli editori verso l’innovazione”.
“Anche nell’editoria, per guardare al futuro – ha sottolineato Armao – bisogna accettare la sfida dell’innovazione che ‘viaggia’ sul web. Ripensando anche la lingua. Perche’ per andare sul web l’italiano non basta piu’. Bisogna pensare anche ad altre lingue. A cominciare dall’inglese”.

ga
241733 Apr 10 NNNN