Enna. Roberto Trinelli partigiano dal nome di “Fanfulla”

Enna. Il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcavano in Sicilia, era l’inizio della liberazione d’Italia che si sarebbe compiuta due anni più tardi. L’importanza di quei momenti ancora oggi è tanta a distanza di 65 anni, un momento che ha consentito la svolta agli italiani. Tra i protagonisti di quelle gesta ci fu anche un ennese d’adozione, Roberto Trinelli, sposato con 1’ennese Maria Chiaramonte, partigiano con il nome di “Fanfulla” che a 17 anni prese d’assalto il comando nazista di Botteghe d’Albina, durante la “Operazione Tombola”.

Il suo contributo di recente è stato evidenziato dal quotidiano “Il Resto del Carlino” nell’anniversario dell’assalto ai nazisti di Botteghe d’Albinea in cui Trinelli fu protagonista la notte del 27 marzo 1945. Ed appunto 65 anni dopo Trinelli è stato invitato alla commemorazione di Botteghe dove ha rivisto la staffetta Giovanna Quadreri.

Entrambi furono protagonisti sul campo di battaglia e “Fanfulla” ha ricordato, insieme agli ex compagni, i diversi episodi di quei giorni.

Ma “Fanfulla” Trinelli ha anche ricordato come divenne partigiano: “A 14 anni iniziai a lavorare a Reggiane, un giorno ci dissero che sarebbe venuto Mussolini e l’ordine era di non guardarlo in faccia, io invece alzai lo sguardo, mi punirono e per la rabbia mi licenziai. La Resistenza la iniziai facendo parte della 26esima Brigata Garibaldi”.
Tra le sue imprese Trinelli ha ricordato quando salvò il maggiore inglese Roy Farran trascinandolo, ferito, in un canale.

Dopo la guerra “Fanfulla” Trinelli, entrò in polizia e fu trasferito dal ministro Scelba ad Enna dove, ricorda Roberto Trinelli, “trovai moglie. Oggi i miei figli vivono a Fiorano e San Giovanni Pisacreto ed uno ad Enna”. Un ultimo ricordo lo dedica al lavoro: “Nel 1956 multai il vescovo che girava senza libretto di circolazione, fine del lavoro nella Stradale, sono finito dietro ad una scrivania”.

Antonella Santarelli