Caltanissetta. Operazione cemento: la mafia non é un problema solo siciliano

Bruxelles. “L’eccellente operazione “doppio colpo” della Magistratura di Caltanissetta, che in collaborazione con le forze dell’ordine ha scoperto una delle più colossali truffe che siano state ordite nei confronti della Pubblica Amministrazione, mette in luce il rapporto deviato e criminale tra i settori dell’ Economia e della Finanza con le organizzazioni mafiose”. Lo dichiara Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico. “Le società siciliane dedite al movimento terra che avevano rapporti con la Calcestruzzi Spa, curavano e gestivano i rapporti tra la società e la mafia, imponendo le forniture di trasporti e sovrafatturando rispetto ai quantitativi realmente forniti.
La vicenda, emblematica di tanti scempi italiani che causano l’instabilità di strutture pubbliche importanti, dimostra con chiarezza – continua Crocetta- la metamorfosi gattopardesca della mafia che non é solo un fenomeno della Sicilia e del Sud Italia, in questo caso ad essere coinvolto pesantemente é il terzo gruppo mondiale per la produzione di calcestruzzi, società del Nord, con diverse sedi di rappresentanza all’ estero. La vicenda giudiziaria rafforza la richiesta che abbiamo già fatto nel Luglio del 2009, all’ atto di insediamento del Parlamento Europeo per l’istituzione di una Commissione d’indagine sul sistema mafioso in Europa, per impedire che la disattenzione delle Istituzioni favorisca il rafforzamento dei rapporti tra Finanza ed Economia deviate e criminalità organizzata. Grazie ai Magistrati e alle Forze dell’ ordine di Caltanissetta, che con questa ulteriore operazione dimostrano di avere coraggio e di sapere guardare in alto, di saper toccare gli “intoccabili”, gente al di sopra di ogni sospetto, che dietro la faccia dell’ imprenditore operoso cela comportamenti inaccettabili da comunità che sono fortemente oppresse dal sistema mafioso.
Tutto ciò con l’orgoglio di chi ha contribuito con impegno e decisione a far realizzare e completare il Palazzo di Giustizia di Gela, piantando solidi tralicci e non pilastri con calcestruzzo impoverito. Di tutto ciò siamo fieri – conclude l’europarlamentare del PD – ed orgogliosi a fianco di quanti nelle Istituzioni vogliano scrivere la parola fine accanto a quella, abominevole, mafia”.

“Per combattere la mafia su questo fronte – aggiunge Lumia – sono necessari alcuni provvedimenti come: la tracciabilità del denaro e, quindi, l’obbligo da parte dell’impresa di utilizzare un unico conto corrente; la creazione di una stazione unica appaltante regione per regione; il controllo sistematico dei cantieri”.
“Provvedimenti immediati – conclude Lumia – e di facile attuazione che consentirebbero di combattere l’infiltrazione mafiosa e di assicurare la qualità e la sicurezza delle opere”.

Quattordici persone sono state arrestate nell’ambito di una vasta operazione denominata “Doppio colpo”, che ha interessato Sicilia, Lombardia, Lazio e Abruzzo. Sequestrate sette aziende siciliane operanti nel settore del movimento terra. Tra gli arrestati, alcuni boss accusati di associazione mafiosa e illecita concorrenza con violenza e minaccia, e dirigenti della Calcestruzzi Spa di Bergamo. Secondo l’accusa vendevano cemento depotenziato.

L’operazione è stata condotta da carabinieri e guardia di finanza dei comandi provinciali di Caltanissetta. Ai dirigenti della Calcestruzzi Spa di Bergamo sono stati contestati i reati di associazione per delinquere e frode in pubbliche forniture. Secondo l’accusa, con l’appoggio della mafia, cui cedeva parte dei maggiori profitti realizzati frodando i propri clienti – ai quali forniva calcestruzzo con minori quantitativi di cemento – l’azienda bergamasca, che da oltre due anni è sotto amministrazione giudiziaria, aveva assunto il monopolio nella fornitura di calcestruzzo in Sicilia.

I nomi degli arrestati
I provvedimenti restrittivi sono stati notificati in carcere al capomafia Giuseppe ‘Piddu’ Madonia, 64 anni, al boss Francesco La Rocca, 72 anni, e a Giuseppe Giovanni Laurino, 53 anni, ritenuto esponente di spicco del clan Cammarata di Riesi.

Agli arresti domiciliari sono finiti gli imprenditori Salvatore Rizza, 78 anni, Santo David e Gandolfo David, rispettivamente di 71 e 77 anni; il consulente esterno e l’amministratore del sistema informatico della Calcestruzzi Spa, Gianni Cavallini, 48 anni di Ravenna e Alvis Alessandro Trotta, 41 anni, di Milano.

Domiciliari anche per il responsabile del controllo gestione della stessa società, Carlo Angelo Bossi, 41 anni, di Induno (Milano), e due ex dipendenti, Mario De Luca, 47 anni, di Napoli, e Nunzio Anello, 42 anni, di Mazzarino (Caltanissetta), oltre al consulente esterno dell’Italcementi, Giancarlo Bianchi, 54 anni, di Brignano Gero D’Adda. In carcere sono finiti gli imprenditori Francesco Lo Cicero, 56 anni, di Campobello di Licata (Agrigento) e Vincenzo Arnone, 47 anni, di Serradifalco (Caltanissetta).