Troina, giornata di studi sulla festa dei Rami

Troina. Non è stata una giornata di studi riservata agli addetti ai lavori quella sulla Festa dei Rami, che si è tenuta domenica pomeriggio nella sala Lazzati della Cittadella dell’Oasi. Usando un linguaggio che coniuga chiarezza espositiva e rigore scientifico, i relatori hanno fornito delle chiavi di lettura molto interessanti di questa festa, che, con il pellegrinaggio dei Ramara di giovedì prossimo, di fatto dà il via ai festeggiamenti primaverili in onore di San Silvestro, monaco basiliano, patrono di Troina. Franco Amata non ha potuto partecipare alla giornata di studi per ragioni di salute, ma ha inviato un lettera che ha suscitato una certa emozione tra i partecipanti. Dopo i saluti del presidente dei Ramara, Eugenio Cavolina, che ha ringraziato gli intervenuti al convegno e quanti hanno contribuito ogni anno in maniera diversa alla riuscita della Festa dei Rami, del sindaco di Troina, Salvatore Costantino, e del coordinatore del Giubileo San Silvestro, Pietro Antonio Ruggiero, il primo a parlare è stato Paolo Giansiracusa. Il tratto che caratterizza questa festa, per Ginasiracusa, è la condivisione. In effetti, durante il pellegrinaggio i Ramara vivono in unione fraterna e tengono ogni cosa in comune. Il pellegrinaggio è l’incontro tra bosco e la città, aggiunge Giansiracusa. Marcella Greco coglie nel pellegrinaggio dei Ramara, che è il cuore della Festa dei Rami, un aspetto di ritiro spirituale molto somigliante ai riti iniziatici praticati presso altri popoli di paesi lontani dalla Sicilia. Nella Festa dei Rami, ricca di simboli, Croce vede anche la manifestazione dell’identità troinese. Ignazio Buttitta ha parlato dell’uso dell’alloro in questa festa troinese molto diffuso nelle feste religiose che si celebrano in Sicilia e, in particolar modo, nell’area nebroidea. La Festa dei Rami di Troina conserva meglio delle altre il modello di festa religiosa in cui l’alloro ha un ruolo centrale. Nella dimensione diacronica, questa festa che affonda le sue origini in un’epoca precristiana, con il passare del tempo, non è sempre la stessa, ma rimane un momento un momento fondante del dialogo con il sacro. Di questa dimensione contemplativa del sacro e di relazione con gli altri, che caratterizza la Festa dei Rami, ha parlato Fiorenzo Fiore. Elsa Guggino, parlando dei canti popolari che animano le feste religiose popolari siciliane, ha detto di ritenere che si non tratti di melodie arabe o che li abbiano creati gente del popolo. Sono intervenuti, infine i tre Ramara Francesco Cantale, Fabio Venezia e Basilio Arona che, raccontando la loro esperienza di pellegrini Ramara, ne hanno messo in luce, oltre gli aspetti religiosi, anche quelli culturali ed organizzativi.

Silvano Privitera

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