Di Pietro ad Enna: Basta con questo modello di governo piduista

Enna. “Ci definiscono giustizialisti. Ma noi non vorremmo proprio parlare di giustizia. Non è colpa nostra se in questo paese il malaffare è salito così in alto da impregnare tutto il sistema, e lo devi affrontare per forza se vuoi parlare di politica” – così Di Pietro, in una piazza Municipio gremita, alla chiusura della campagna elettorale di Idv per Cimino. Politici, imprenditori, finanzieri, banchieri, un po’ di professori universitari e giornalisti, funzionari, stretti in un sistema ferreo dove ciascuno assicura decisioni e scelte che servono alla cricca. Questo è il modello piduista. In cui la politica, da strumento per la collettività, si stravolge a strumento di realizzazione dei propri interessi. Un modello malato, che impoverisce e non c’è più futuro per le fasce sociali più deboli, per i giovani, per l’ambiente, per una sana economia. Che distrugge i meccanismi della democrazia e non basta più dire centrodestra o centrosinistra. Che degrada, espandendosi a macchia d’olio in tutti i livelli della società, e bisogna cominciare ad aver paura del berlusconi che è dentro di noi. Da quindici anni questo personaggio occupa il Parlamento con provvedimenti che riguardano i suoi interessi personali e non il paese. Non è colpa nostra – dice Di Pietro – se siamo costretti a discutere leggi Alfano, impunità e modifiche costituzionali, fino all’ultima gravissima legge sulle intercettazioni.
Di fronte a questa palude gelatinosa, che ti permette solo di essere suddito e non cittadino, occorre un ricambio radicale della classe dirigente e regole certe. Da qui la necessità di un’opposizione dura che induca anche il Pd, in questo momento ridotto a stampella della Giunta regionale siciliana, a scelte di campo nette e precise. Idv – come ha ribadito anche Orlando, intervenuto insieme a Messana, con la presenza di Giambrone e Messina – non farà comunelle, né siederà a tavole imbandite con alleanze indigeste. Con tutta la forza e la freschezza di chi crede nelle buone battaglie e detesta le cattive vittorie, governerà come reale alternativa o sarà coerente opposizione. “Staremo lì a fare i cani da guardia” – dice Di Pietro confermando il senso del fare politica come “servizio civile”, senza spirito di concorrenza ma in sinergia con tutte quelle persone per bene sintonizzate sugli stessi valori di democrazia, libertà e giustizia di un partito “postideologico” come Idv.
Infine, mentre la neonata associazione “Giovani Protagonisti” continuava la raccolta firme, Di Pietro ha illustrato il significato dei tre referendum. Contro il nucleare, antiquato, pericoloso e antieconomico perchè produce poco (solo l’8%), dura poco (non più di una ventina d’anni), e costa molto. Tredici centrali pensate solo per arricchire i costruttori e gli speculatori della cricca che su 10 guadagneranno 100. Contro la privatizzazione dell’acqua, diritto fondamentale che insieme ad altri come la sanità e l’istruzione, non può essere messo in vendita, ma deve restare accessibile a tutti. Contro il legittimo impedimento, per cui ministri e alte cariche dello Stato si sottraggono al naturale corso della giustizia diversamente da tutti gli altri cittadini.

Cinzia Farina