Città di Enna: Si va al ballottaggio tra Moceri e Garofalo

Si va al ballottaggio tra il rappresentante del centrosinistra, Paolo Garofalo, appoggiato da Partito Democratico, Primavera Democratica e Sinistra Democratica, che rappresenta quasi il cinquanta per cento dei votanti, ed il rappresentante del centrodestra, Angelo Moceri, appoggiato dal MpA e dal PdL dei lealisti, che ha raggiunto una percentuale del 25,36 per cento. Sulla carta e tenuto conto delle liste di appoggio erano i candidati più forti e lo dimostrano le percentuali ottenute, mentre molto più lontani si sono trovati, dopo lo sfoglio, Maria Teresa Montalbano, che guidava una lista civica “Enna libera” dove erano inseriti i rappresentanti del PdL Sicilia dell’onorevole Ugo Grimaldi, Vincenzo Cimino, sorretto da una lista civica “Enna al centro” e da Italia dei Valori, ed all’ultimo posto, anche questo prevedibile, Santo Motta, rappresentante dell’Udc, una lista che è partorita poche ore prima della chiusura del termine per la presentazione, che non è riuscito ad ottenere il 5 per cento che lo esclude, quindi, dall’essere presente in consiglio comunale, perdendo quel seggio che era dell’espulso Mario Tedesco. Le dichiarazioni dei due candidati, a chiusura dell’esame delle schede, sono improntate alla massima soddisfazione perché ambedue hanno la possibilità, in questi quindi giorni di preparare “il colpo segreto” che li dovrebbe portare al successo definitivo. Maggiori possibilità per Paolo Garofalo, che ha avuto dalla sua tre liste fortissime, e lo dimostra il 44,63 per cento raggiunto, mentre Angelo Moceri dovrà lavorare di fino e sul piano politico per cercare di portarsi all’interno del suo gruppo gli altri candidati, eliminati al primo turno. Dal centro destra si incomincia a parlare di “sindrome del ballottaggio” che, in passato il centrosinistra ha sofferto perché non ne ha vinto mai uno, ma questo lo fa per darsi coraggio, mentre appare quanto mai difficile che gli altri candidati eliminati possano dichiarare ufficialmente di essere vicino a Garofalo o a Moceri. Non ci sono le condizioni politiche perché se è vero che Maria Teresa Montalbano, avendo all’interno i rappresentanti del PdL Sicilia e del MpA potrebbe scegliere di appoggiare Angelo Moceri, ma non bisogna dimenticare che il raggruppamento che fa capo all’onorevole Grimaldi, è stato “espulso” dal partecipare alla giunta provinciale, quando le due parti erano assieme. Non c’è dubbio che Maria Teresa Montalbano con il suo quasi 15 per cento e i 2.710 voti ottenuti ha ottenuto un grosso successo personale, tenuto conto che l’avvocatessa era la prima volta che si presentava ad una competizione elettorale. In questo senso nel ballottaggio del 13 e 14 giugno potrebbe essere determinante, sempre che scelga di aderire ad uno dei due candidati, mentre da Vincenzo Cimino, sostenuto da due liste, tra cui Italia dei Valori, ci si aspettava di più, essendosi fermati al 12,74 per cento ed anche in questo caso potrebbe essere un ottimo compagno di viaggio. In verità qualche dichiarazione di personaggi autorevoli di Italia dei Valori c’è stata ed è stato dichiarato che, in caso di ballottaggio, il gruppo avrebbe appoggiato il rappresentante del centrosinistra. Comunque da questa mattina, conosciuti i risultati definitivi, inizieranno le “grandi manovre” per cercare di accaparrarsi quanto più voti possibili per cercare di vincere il ballottaggio e decidere la candidatura del sindaco. Irrilevante la presenza dell’Udc in questa competizione elettorale; il 2,32 per cento circa conquistato è una dimostrazione lampante della crisi di questo partito, che ha presentato candidato a sindaco e lista proprio all’ultimo secondo, segno di improvvisazione e di scarsa capacità di leggere la politica cittadina. Un partito che ha sbagliato tutto, anche l’approccio con gli elettori, ai quali ha presentato un programma elaborato in pochi giorni, frutto di improvvisazione. Quello che era sino a qualche anno fa, il quarto o il quinto partito della provincia si è disciolto come neve al sole. Saranno quindici giorni di fuoco, quello che andranno a vivere Paolo Garofalo e Angelo Moceri con operazioni chiare per certi aspetti, ma anche con coalizioni che possono concretizzarsi sottobanco, perché ambedue vogliono vincere e, quindi, cercheranno di ottenere il massimo da quell’elettorato che domenica e lunedì ha votato per qualche altro candidato.
Non ci sono state recriminazioni sul fatto che i due candidati, Paolo Garofalo ed Angelo Moceri siano arrivati al ballottaggio, era il risultato più prevedibile tenuto conto della situazione e del numero dei candidati. “Forte soddisfazione – dichiara Paolo Garofalo – abbiamo ottenuto un risultato invidiabile considerato il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione per impostare la campagna elettorale, le difficoltà iniziali che ci sono state all’interno del partito. C’è tanta serenità per non avere fatto alcuna promessa che poi non si poteva mantenere; siamo stati sinceri, aperti con tutti. Il dato sul candidato sindaco Garofano pareggia quello di Angelo Moceri, Maria Teresa Montalbano e Santo Motta messi assieme ed è, quindi, un risultato di notevole spessore politico”.
“Non essere soddisfatti – prosegue Paolo Garofalo – sarebbe una follia, tra l’altro che le tre liste che mi hanno sostenuto rappresenta di fatto la maggioranza in consiglio comunale, facendo da preludio alla governabilità che spetta di diritto a questa città, che vuole crescere, che vuole diventare un vero capoluogo ed essere al centro della Sicilia in tutti i sensi. Ci sono tante cose da fare e da programmare, mettere in modo iniziative che siano compatibili con la crescita della città”.
– C’è qualcosa che ti rimproveri ?
“No sicuramente, ho parlato con tante persone, con ragazzi, donne, responsabili di associazioni e con tutti ho usato il linguaggio delle verità e della operatività mettendo al centro il cittadino piuttosto che lanciare slogan inutili e che non fanno più effetto tra gli elettori”.
– A questo punto con il ballottaggio tra quindici giorni, arriva il momento di valutare gli apparentamenti con gli altri partiti ?
– “Più che di apparentamenti viene ancora il momento di parlare di politica e di buona amministrazione, fatta con tanto buon senso e dell’amore nei confronti di questa città, il resto appartiene alla politica vera e propria, ma queste sono cose che potranno trovare concretezza nei prossimi giorni, quando ci sarà l’incontro con quei partiti o con quelle liste civiche che vorranno far parte del nostro raggruppamento, che condividono il modo di voler amministrare una città che potrebbe benissimo essere nelle condizioni di poter fare il salto di qualità. Nessuno dei dirigenti del Partito Democratico ha fatto passi in avanti, le valutazioni si faranno quando saremo in possesso dei dati definitivi che potranno consentirci di guardare con attenzione quella che è stata la volontà dei lettori”.
Il problema apparentamenti non un problema di facile soluzione perché ci sono tante variabili da valutare, ma soprattutto ci deve essere una condivisione a tutto campo di un programma che è stato elaborato per dare una spinta propulsiva allo sviluppo socio-economico del territorio.