Una rappresentanza nutrita di aidonesi si sono mossi, per partecipare all’ inaugurazione della mostra cui è toccato l’onere/onore di riaprire il Museo Salinas in buona parte ancora chiuso per restauri, la loro presenza non è passata inosservata nel bel salone in cui è avvenuta la presentazione.
La dottoressa Giuseppina Favara, direttrice del Museo Archeologico Regionale, ha intrattenuto gli astanti con una’appassionata descrizione della storia e dello stato del glorioso museo, aperto fin dal 1866 nella casa dei Padri Filippini – nel complesso dell’Olivella – che, una volta confiscata, a seguito della legge di soppressione degli Ordini religiosi, divenne la sede del primo Museo Nazionale. Ha sottolineato l’importanza che l’evento degli Argenti riveste nell’accompagnare la provvisororia apertura di parte del medesimo Museo. La stessa nel presentare gli Argenti e le peripezie del loro ritrovamento, vedendo in sala il procuratore Silvio Raffiotta che ha seguito fin dalle origini, anche in veste professionale, la vicenda, lo ha invitato a raccontarla nei dettagli.
L’evento palermitano, che è stato denominato “Un Tesoro riapre il Salinas: gli argenti di Morgantina”, avrebbe meritato un allestimento ed una organizzazione più accurati: la saletta angusta nega il giusto risalto ai meravigliosi reperti, il materiale illustrativo è disseminato nel cortile inferiore, la brochure molto dettagliata e documentata è resa pressochè illeggibile a causa di una, a dir poco, stravagante veste tipografica; l’organizzazione della serata e delle file di accesso alquanto approssimativa; sembra che il grande successo della manifestazione, in un sabato sera in una zona frequentatissima del centro storico, abbia colto di sorpresa gli organizzatori.
Gli aidonesi tutti ci siamo sentiti molto amareggiati per l’ennesima disattenzione che accomuna la maggior parte dei mass media; sia quelli che si limitano a riprendere un ANSA, sia di quelli che dedicano al rientro interi servizi, dimenticano di citare l’appartenenza di Morgantina ad Aidone collocandola in uno spazio indefinito fra Enna e Caltanissetta… era quasi meglio quando la ponevano nei pressi di Piazza Armerina!
Come ha detto la Favara, in modo forse provocatorio, ad un unico pezzo forte, anche se si tratta di un capolavoro come la phiale di Caltavuturo, non può essere affidato il rilancio o addiritura il decollo di una città, ma Aidone ha tutti i numeri per pretendere che questi preziosi rientri contribuiscano, se ben pianificati e pubblicizzati, al suo risveglio e al decollo della sua economia e di quella dell’intero territorio. La direttrice del Salinas ha completato il suo intervento dicendo che a breve il Museo di Aidone, grazie a queste acquisizioni, sarà il più invidiato della Sicilia. Ce lo auguriamo tutti e confidiamo soprattutto che la Regione ne prenda atto fornendo il Museo e il Parco archeologico di Morgantina di un adeguato numero di custodi; non vorremmo, come è già accaduto, che la gente attratta in Aidone dalle campagne promozionali trovi serrate le porte del Museo. In ogni caso vorrei ricordare a noi aidonesi che i rientri possono essere l’input, ma bisogna che prendiamo coscienza che il grande patrimonio culturale, archeologico e ambientale che farebbe la ricchezza di una qualunque città e di un territorio, è la nostra vera risorsa su cui investire per il futuro nostro e soprattutto dei nostri figli.
Franca Ciantia