Tra pochi giorni la festa della Patrona di Enna

Pochi giorni ancora ed Enna potrà dare il suo saluto alla Patrona Maria Santissima della Visitazione che verrà portata in processione tra i fedeli il 2 luglio. Prima di quel giorno, però, la Vergine Santa verrà solennemente aperta martedì 29 quando verrà traslata dalla cappella votiva all’altare maggiore dai confrati di Maria Santissima della Visitazione; in quella occasione il vicario foraneo mons. Francesco Petralia ed il rettore Mimmo Valvo avranno l’onore di salire dinanzi la cappella che custodisce la Madonna durante l’anno e di mostrarla ad una folta platea di fedeli che accoglieranno la Patrona con preghiere e canti.
Un percorso di preghiera di un mese sta accompagnando i fedeli ennesi che, sia al mattino che la sera, partecipano alla messa celebrata al Duomo dove sono in molti, soprattutto di mattina, coloro che vi si recano scalzi in segno di promessa alla Madonna.
Come detto i tre giorni che vanno dal 29 al 2 luglio sono il fulcro di questa festa che ha radici antichissime, secolari, e mai perse nel corso degli anni proprio per la grande devozione della città a chiara vocazione mariana. Antiche tradizioni e preghiere rendono speciale questa festa che, ancora oggi, riporta ad Enna gli emigrati proprio per vedere la Patrona la cui festa, insieme ai riti della Settimana Santa, è la più sentita.
Tra i cenni storici da ricordare in merito alla festa della Patrona c’è sicuramente l’arrivo del simulacro ad Enna, la statua fu acquistata a Venezia nel 1412 e venne imbarcata su un veliero che a causa delle cattive condizioni del tempo naufragò; la cassa contenente la sacra immagine della Vergine si arenò presso il porto di Messina dove gli ennesi, riconosciuta la loro statua ne chiesero ed ottennero la restituzione e la portarono ad Enna. Qui si interseca un altro pezzo di storia, o leggenda, secondo il quale il carro con la statua della Madonna giunto ai piedi della città, dove ad attenderla c’erano gli ecclesiastici e i nobili, improvvisamente diventò pesantissimo tanto che nessuno tra i presenti riuscì a trasportarlo; dalle campagne, però, giunsero i mietitori i quali senza alcuna fatica riuscirono a portare il simulacro al Duomo.
William Savoca