La scorsa settimana, nell’ambito dell’attività di monitoraggio delle grandi opere pubbliche, il prefetto di Enna, Giuliana Perrotta, ha disposto un’ispezione ai lavori della Villa del Casale alla quale hanno preso parte la Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, polizia, carabinieri, e Guardia di finanza. Senza fare nomi (almeno per il momento), Sgarbi attacca “le autorità varie” che si sono “inventate” la parola mafia. “Al cantiere della Villa del Casale non c’è criminalità organizzata – tuona l’alto commissario -. Le infiltrazioni mafiose sono nella zucca vuota dei ladri, degli incapaci e di quelle autorità prive di ogni rispetto per chi lavora. Come il sottoscritto, che si sta adoperando per far funzionare un sito archeologico che è in quelle condizioni proprio per l’incapacità delle autorità locali e degli architetti che hanno gestito fino adesso la Villa, loro sì mafiosi e criminali nel cervello”. Sgarbi si scaglia sia contro “quei quattro coglioni delinquenti dei bancarellari abusivi” che hanno mandato l’autorità giudiziaria a fare il sopralluogo alla Villa, sia contro “coloro che hanno ruoli di responsabilità e che fino adesso hanno solo diffuso notizie false”.
Sgarbi difende il proprio operato da alto commissario. “Ho cercato semplicemente di contemperare i lavori con l’apertura del sito – dichiara –. Ho dato delle linee guide all’architetto Gionata Rizzi, che lavora alle mie dipendenze come consulente e al direttore Guido Meli che ha fatto il progetto di restauro della Villa. Sono persone con le quali si parla di lavoro, di intonaci, di coloritura dei supporti di metallo. E invece adesso vengono fuori le cornacchie e i beccamorti che non hanno mai fatto nulla in vita loro e usano la parola ‘mafia’ per nascondere la propria nullità”. Sgarbi non risparmia neppure coloro che hanno sollevato critiche alla sua proposta di affidare la Villa del Casale al Fondo per l’ambiente italiano (Fai). “Un anno fa – racconta l’alto commissario – ho proposto all’allora presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, di prendersi la Villa e mi ha detto di no perché le era stato riferito che c’era la mafia. Ma come si fa a far progredire la Sicilia se c’è gente che si diverte a spaventare chi vuole investire nell’Isola? Adesso proverò a riaprire il discorso con la nuova presidente, Ilaria Buitoni Borletti”. L’ultimo attacco Sgarbi lo riserva per chi paventa che il passaggio della Villa dalla Regione Siciliana al Fai si tramuterebbe in una vendita di bene archeologico. “Chi parla in questi termini si merita un pugno in bocca – dichiara -. Perché non sa che il Fai equivale allo Stato e chi lo nega è un imbecille. Collegare il Fai alla parola ‘vendita’, è una bestemmia, è la prova dell’ignoranza di certa gente”.
D’accordo con Sgarbi sulla possibilità di consegnare la Villa del Casale al Fai è Armao. “Ne sarei felicissimo – dichiara al VELINO l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identita’ siciliana -, sono da sempre un sostenitore del Fai. Comunque la questione va bene analizzata e concordata e se ne parlerà più avanti”. E sui tempi di riapertura della villa, Armao conferma: “Avverrà tra marzo e aprile del prossimo anno. La giurisdizione della Villa è di competenza dell’alto commissario Sgarbi e lui mi ha confermato che i lavori saranno completati per quel periodo. Non ho motivo di credere che non sia così”.
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Nella foto Sgarbi ed Armao al bivio della strada tra Piazza Armerina ed Aidone