Enna. La festa della Madonna della Visitazione

Enna. La festa della Madonna della Visitazione appartiene alla storia nobile, antica e moderna della città di Enna. E come sempre il 2 luglio sarà il giorno dell’ennesità, della speranza, delle radici, della fede e della devozione vissute in modo grandioso, dello stupore e dell’incanto di un’intera comunità che si ritrova al di là delle differenze e persino delle condotte.

La Vara (Navicella d’oro) 2010, la processione che domani dal pomeriggio partirà dal Duomo, si presenta ricca di significati e di attese, portatrice di riflessioni che vanno al di là dello stesso cuore della straordinaria processione da migliaia di persone e turisti, che resta quello dell’affidamento storico e della devozione della città alla Vergine e al suo Figlio.

Non è la città, rappresentata dai centoventiquattro “ignudi”, che regge sulle spalle la Vara, bensì è Maria invece che sostiene Enna e ciascuno di noi portandoci verso un futuro di speranza e di bene. Ecco, forse il punto chiave: la nostra comunità deve sentirsi pronta e disponibile per farsi sorreggere tutti i giorni dell’anno e non solo uno, dalla fede di Dio.

Laicamente: dalla voglia e dalla fiducia indispensabili per darci un futuro migliore. Ed è questo impegno, diluito nel ciclo di ogni anno e di ogni vita, uno sforzo umano altrettanto difficile e inevitabilmente più drammatico di quello degli ignudi, che domani ci incanteranno con la loro sincronia fatta di forza e sudore. Loro che, a piedi nudi sull’asfalto e sulle basole di pietra, avvinghiati alle aste, porteranno quasi miracolosamente la Vara fino alla chiesa di Montesalvo, della speranza della città, saranno il simbolo.

Ma ogni ennese, anche chi dovesse osservare distrattamente la scena, della possibilità di cambiare, sarà protagonista quanto quei centoventiquattro. Perchè la Vara è nel profondo una sfida a se stessi, all’impossibilità –che alcuni vogliono inoculare come un veleno- di cambiare le cose. E la stretta e tortuosa via Mercato, nella quale la “Nave d’oro” viene spesso calata e trascinata quasi a rasoterra, perché la strada è poco larga, così come la corsa dell’angusta salita di Montesalvo, sono la metafora: la volontà collettiva che, quando vuole, sa farsi di ferro, di rendere facile quel che è difficile. Questa volontà, purtroppo, non si riscontra nel corso dell’anno, in quanto prevalgono le contese politiche, tra i gruppi sociali, tra famiglie e potentati economici con danno grave per la città, che invece avrebbe bisogno di un impegno unitario per affrontare i grandi problemi che da anni affliggono Enna.

Partecipare alla processione, chiudere la serata in piazza Europa con lo spettacolo e davanti gli spettacolari giochi pirotecnici che alle 22 in punto illuminano a giorno Montesalvo, è un rito che anche per migliaia di non ennesi è diventato irrinunciabile. E allora godiamoci questo 2 luglio, consapevoli che la Vara passa, poi ritorna, ma in quei 365 giorni di distanza c’è una città da “resuscitare”, che va presa sulle spalle, con tutto il carico dei suoi problemi e delle sue sconfitte, senza pensare che ci sono altri che, in un modo o nell’altro, tirano il carro.

Bisogna vestirsi da uomini e donne di fatica, da ‘ignudi’ per restituire a Enna una rotta, la bussola, un orizzonte, un autentico e condiviso progetto di sviluppo.
Giacomo Lisacchi
Foto di Luigi Nicotra