Leonforte. Arrestati per droga sette ragazzi

Leonforte. L’escalation criminale che negli ultimi anni ha interessato il centro abitato di Leonforte, aveva raggiunto in breve tempo toni di rilevante risonanza, decisamente inconsueti rispetto alla tipica tranquillità della zona. Responsabili di tale recrudescenza risultavano essere i membri di un’agguerrita consorteria delinquenziale, dedita prevalentemente allo spaccio di stupefacenti e delle sostanze psicotrope, che seppur non caratterizzata da quei meccanismi associativi tipici delle organizzazioni criminali di tipo mafioso, aveva messo in piedi un’organizzato traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari della Stazione Carabinieri di Leonforte, in cooperazione con il Nucleo Operativo e Radiomobile, coordinati magistralmente dalla Procura di Nicosia, in collaborazione con la Procura presso il Tribunale per i Minori di Caltanissetta, nei primi mesi del 2010 hanno intrapreso un’incisiva e perseverante attività investigativa volta a reprimere il dilagante consumo di sostanze stupefacenti, che vedeva spesso quali assuntori ragazzi giovanissimi, provenienti da tutta la provincia, anche minorenni, e che destava ormai grave allarme sociale in tutta la popolazione di Leonforte e non solo.
L’attività svolta dai Carabinieri, seppur eseguita in un contesto pervaso dall’omertà più impenetrabile, riusciva a ben focalizzare tutti gli appartenenti al sodalizio criminale, individuandone ben presto i meccanismi e le tecniche attraverso cui si rifornivano di stupefacente, perloppiù nella limitrofa Catania, e poi rivendevano a chiunque senza porsi il minimo scrupolo, garantendosi così ampissimi margini di guadagno, tanto chè nonostante fossero praticamente tutti disoccupati, vivevano in maniera quanto mai agiata, potendosi permettere tra le tante spese documentate anche quella di comprare in un solo giorno centinaia di euro in vestiti firmati.
Le investigazioni, attraverso innumerevoli pedinamenti, molto spesso in abiti borghesi e con auto di copertura, con l’ausilio dei più sofisticati mezzi tecnologici, hanno permesso non solo di certificare lo spaccio delle sostanze stupefacenti, che avveniva quasi esclusivamente su appuntamento nei luoghi più isolati e facilmente controllabili di Leonforte, ma anche di trarre in arresto, il 18 aprile, in flagranza di reato, Giuseppe Chiavetta e Salvatore Ilardi, i quali venivano sorpresi in possesso di gr. 700 (settecento) di “marijuana”, già divisa in bustine da gr. 15 (quindici) cadauna, nonchè di materiale atto al confezionamento in piccole dosi e di un bilancino elettronico per la pesatura.
L’incessante lavoro dei Carabinieri, sotto l’attenta guida dell’Autorità Giudiziaria, ha permesso questa notte di porre fine definitivamente a questo increscioso fenomeno, assicurando alla giustizia i restanti membri del gruppo:

Antonio Chiavetta, nato a Leonforte il 03 maggio 1992, ivi residente, fratello di Giusepe, celibe, disoccupato (all’epoca dei fatti minorenne);
Giovanni Giovanni, alias “Librino”, nato a Leonforte il 15 novembre 1980, ivi residente, celibe, disoccupato, censurato;
Carmelo Censabella, alias “Melo”, nato a Catania il 28 settembre 1989, residente a Leonforte, celibe, censurato, operaio;
Gaetano Piccolo, nato a Leonforte l’11 giugno1992, ivi residente, celibe, disoccupato (all’epoca dei fatti minorenne);
Antonino Calì, nato a Leonforte il 29 settembre 1989, ivi residente, celibe, disoccupato;
Giuseppe Chiavetta, nato a Leonforte il 26 ottobre 1983, ivi residente, celibe, disoccupato, censurato, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Nicosia;
Salvatore Ilardo, alias “Salvone”, nato a Leonforte il 04 dicembre 1986, ivi residente, disoccupato, censurato, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Nicosia.

Tutti i soggetti, maggiorenni, al termine delle formalità di rito sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Nicosia, il Piccolo ed A.Chiavetta sono stati invece accompagnati rispettivamente presso, la Comunità “Nadir” di Campobello di Licata (AG) e la Comunità “Santa Brigida” di Caltanissetta.

(diapositiva fornita dal Comando stazione dei Carabinieri di Enna)

aggiornamento 26 maggio 2012: Riconosciuto il risarcimento per ingiusta detenzione a un giovane che venne arrestato nell’ambito di una operazione antidroga ma che era estraneo ai fatti. Ad avviare il procedimento sono stati gli avvocati Pierfrancesco Buttafuoco e Diego Librizzi difensori di Antonino Calì, ventunenne coinvolto nell’operazione “Gree Day” sulla base di una intercettazione. Dopo il blitz Calì rimase detenuto per 15 giorni, poi venne scarcerato con l’obbligo di presentarsi in commissariato per la firma. Il giovane era stato poi assolto e la sentenza è ormai definitiva. I difensori hanno avviato il procedimento contro il ministero della Giustizia e la Corte d’appello di Caltanissetta ha condannato il ministero a risarcire il giovane con 4.800 euro per i 15 giorni di reclusione patita ingiustamente.
Calì venne raggiunto da ordinanza di custodia cautelare nel luglio del 2010. Secondo le accuse era uno degli interlocutori di una telefonata intercettata dagli investigatori nella quale si discuteva di stupefacenti. Il giovane immediatamente si era proclamato innocente e aveva anche spiegato che la persona che discuteva in quella intercettazione non era lui. Era stata poi disposta una perizia fonica, che aveva escluso che la voce registrata fosse quella dell’indagato. Per Calì al processo era stato lo stesso Pm fabio Scavone a chiedere l’assoluzione che era poi stata pronunciata dal Gup del tribunale di Nicosia dinanzi al quale si era celebrato il processo con rito abbreviato. Soddisfazione per gli avvocati Buttafuoco e Librizzi per i quali al loro assistito è stata resa giustizia.
«Il mio cliente ha sempre avuto fiducia che la sua estraneità sarebbe stata riconosciuta – sottolinea l’avvocato Buttafuoco – e questa sua fiducia oggi è stata premiata con una sentenza che chiude una volta per tutte questa brutta parentesi».