Enna. Niente ordinanza da Presidente Monaco e scattano i licenziamenti per i 473 di SiciliAmbiente

Enna. Oggi presso l’Ufficio provinciale del lavoro si incontreranno il presidente di SiciliAmbiente,Giovanni Barbano, e i rappresentanti sindacali per discutere sul procedimento di licenziamento che dovrebbe scattare giovedì prossimo, nonostante l’assemblea dei sindaci di quindici giorni fa abbia approvato l’esercizio provvisorio. Manca per bloccare la procedura di licenziamento, che vede a rischio 473 lavoratori, la emissione dell’ordinanza da parte del presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, che si è impegnato a firmare per consentire a SiciliAmbiente di continuare il servizio di raccolta dei rifiuti in tutta la provincia. Un impegno che il presidente Monaco ha preso, ma che ancora non ha mantenuto ed è una procedura importante perché solo con la firma dell’ordinanza si può bloccare l’iter procedurale del licenziamento dei dipendenti di SiciliAmbiente, messa in atto da Giovanni Barbano, il quale insiste nella sua determinazione di avviare queste procedure, a meno che il presidente Monaco non firmi l’ordinanza. E’ sicuramente un momento delicato che va sicuramente sbloccato perché non si possono e non si devono mettere a rischio 473 posti di lavoro. Di contro il presidente Monaco assicura che si sta operando per cercare di arrivare, anche con la consulenza dell’Ara di Palermo, alla decisione di emettere l’ordinanza, che però, a monte deve avere tutte le regolarità possibili ed immaginabili. E’ un provvedimento che si dovrà fare entro giovedì prossimo, 5 agosto, in caso contrario la situazione diventa molto pericolosa soprattutto per i dipendenti di SiciliAmbiente, che rischiano di perdere il posto di lavoro, nonostante ci siano le condizioni per poter proseguire nell’attività di raccolta dei rifiuti. Nel corso dell’assemblea dei sindaci si è parlato di una riduzione del numero di lavoratori ed addirittura si è parlato di 50 lavoratori comandati che ritornino ai loro comuni e quelli che hanno avuto un distacco rimanere in via definitiva nell’organismo in cui si trovano in modo da diminuire l’entità della spesa complessiva, che è quella che praticamente viene continuamente attaccata dai sindaci, i quali vorrebbero che il costo del servizio arrivasse ai 16/17 milioni di euro per l’intera provincia, ai quali aggiungere i famosi 4 milioni e mezzo che bisogna pagare alla Regione per l’utilizzo della discarica di Cozzo Vuturo, una somma consistente che fa lievitare il costo complessivo e di conseguenza l’aumento delle tariffe, contestate dagli utenti.