Enna: Riordino parchi culturali nella provincia, perplessità di Legambiente

È di questi giorni la notizia del decreto presidenziale di riorganizzazione dell’amministrazione regionale che, in un’ottica di riordino generale del territorio isolano, ha istituito anche tre “Servizi Parchi culturali” nella provincia di Enna. La novità ritenuta favorevole da alcuni ambienti politici aidonesi pronunciatisi sulla stampa, in realtà non lo è affatto ed ha suscitato perplessità e polemiche in molti altri ambiti, tra cui il Comitato regionale siciliano di Legambiente che, esprimendosi con un comunicato sull’intera manovra riorganizzativa, ha giudicato il decreto “un pasticcio improntato sull’improvvisazione”.
Secondo Legambiente, la modifica “mortifica i funzionari e il personale dell’Assessorato, riduce ad un ruolo meramente amministrativo e non più tecnico-scientifico le Soprintendenze, non rispetta e viola norme e procedure previste dalle leggi regionali di settore”. I casi più clamorosi sono dati dalla cancellazione di esperienze positive come quelle di taluni Parchi siciliani che vengono trasformati in semplici “servizi”, cioè strutture periferiche dell’Assessorato regionale Beni culturali, con la perdita dell’autodeterminazione locale e l’estromissione delle comunità da ogni forma di gestione e partecipazione. Legambiente regionale invita quindi alla mobilitazione “per fermare questo progetto di controriforma in ogni modo e con tutti i mezzi possibili”, auspicando che le innovazioni nella gestione del patrimonio culturale vengano fatte “dopo un confronto di idee e di proposte e non nel chiuso di una stanza”.
Nel caso concreto della provincia di Enna, i tre istituendi “Servizi Parchi culturali” riguardano: il “Parco archeologico della Villa romana del Casale e delle aree archeologiche del Comune di Piazza Armerina e dei Comuni viciniori”; questo servizio, secondo il dispositivo del decreto, assorbirebbe il Museo regionale della Villa imperiale istituito con legge regionale del 1991. Il Museo, con la riduzione a servizio, farebbe un passo indietro perdendo l’autonomia amministrativa di cui oggi gode. Lo stesso accadrebbe con l’altro servizio ipotizzato, l’Ente Parco minerario Floristella Grottacalda, anch’esso istituito con legge regionale nel ‘91, che vedrebbe, oltre alla perdita dell’autonomia, la decadenza del Consiglio d’amministrazione oggi nominato dai Comuni e dalla Provincia di Enna che ne fanno parte.
A guadagnarci qualcosa sarebbe il “Parco archeologico di Morgantina” che con la sua costituzione in servizio non dipenderebbe più dalla Soprintendenza di Enna, com’è tutt’oggi, e vedrebbe, forse, aumentata la sua potestà di autogoverno.
Tra le tante perplessità, gli addetti ai lavori si chiedono come una norma di rango inferiore -il decreto presidenziale, appunto- possa innovare e modificare cose istituite con una norma di rango superiore come la citata legge regionale del 1991. E poi: cosa sono i Servizi Parco e quali perimetrazioni effettive essi hanno? Quale la dotazione finanziaria e quale pianta organica? Come viene trattato il personale oggi in servizio negli enti che si assumono come soppressi? Insomma, troppe cose da chiarire e troppa confusione e disordine in un settore, come quello dei Beni culturali, fondamentale per lo sviluppo socio economico della Sicilia.
Salvatore Di Vita