Il “Tataratà” a Valguarnera

Valguarnera. Nell’ambito del V ”Festino” di San Giuseppe l’esibizione del gruppo folkloristico del Tataratà, questa sera alle 21. Il Tataratà, nome onomatopeico derivante dal suono ritmato del tamburo è una danza spettacolare travolgente che viene eseguita da duellanti armati di vere spade. Di questa danza che rappresenta uno dei più antichi Folklori al Mondo, ancora oggi si sconoscono le esatte origini.
Tra le più valutate interpretazioni si evidenzia il riflesso della dominazione araba/musulmana in Sicilia.
Ipotesi condivisa da molti Castelterminesi e sostenuta da Paolo Lo Bue nel 1961, che vorrebbe il Tataratà “una danza cristiana a testimonianza proprio di quel mirabile equilibrio che aveva reso possibile la convivenza tra Cristiani e Musulmani al tempo dell’occupazione araba”

Prevalente diventa l’interpretazione che individua nella “moresca” il tema principale del Tataratà.
Curt Sachs nel 1980, in “Storia della danza” la descrive così:
“La moresca è una danza che riflette il ricordo romantico del periodo arabo nell’Europa meridionale”. Essa si presenta sotto due forme: “come danza a solo e come danza a coppie o a gruppi, con il motivo del combattimento con la spada fra cristiani e musulmani”
Giovanni Calendoli nel 1986 scrive:
“Fiorisce e si diffonde durante i secoli XVI e XVII e ” diffondendosi, la danza perde l’esatta memoria del suo originario contenuto e diventa una danza che oppone semplicemente due schiere di ballerini e, nei momenti culminanti, due soli ballerini, l’uno contro l’altro armati”

Qualunque sia, la sua vera origine è di certo affiancata al ritrovamento, prima ancora della fondazione del paese di Casteltermini (Ag), di una Croce lignea festeggiata fino ai giorni nostri.
La Croce Paleocristiana più antica del mondo, in quanto il legno di quercia, risulata essere, dopo un accurato esame del Carbonio 14, del 12 d.C.
Secondo la leggenda, il rinvenimento casuale della croce avvenne perché una mucca, pascolante con l’armento in una campagna di “Chiudia”, si era inginocchiata nello stesso posto per diversi giorni di seguito attirando l’attenzione dei pastori che, incuriositi, scavarono e trovarono la Croce.

(fonte: www.tatarata.it)

Marco Rizzone