Giuliana. Nel castello di Federico II turisti spagnoli ricercano le tracce d’Eleonora d’Aragona

Giuliana. Un nuovo itinerario per i turisti spagnoli e per gli studiosi degli Archivi della Corona d’Aragona in Spagna e dell’Archivio di Stato di Palermo, è quello che porta a Giuliana, al Castello di Federico II, nelle terre sicane, già proprietà e residenza d’Eleonora d’Aragona, figlia del duca Giovanni di Randazzo, fratello di re Pietro II, sposa di Guglielmone Peralta ed il cui ricordo è inciso nel marmo diafano del museo Abatellis, ad opera di F.Laurana.

Sono già state esplorate e documentate, in un convegno internazionale, ospitato nei locali del monastero olivetano di Giuliana, che funge da corona al castello federiciano ed al cui restauro e valorizzazione è interessato l’attuale presidente dell’Opera pia ricovero Buttafuoco Tomasini, prof.Giuseppe Scaturro, le intense relazioni, nella vita politica e culturale tra Giuliana e i Peralta, tra Regno di Sicilia e Regno di Navarra”. (1)

E sono emersi “I rapporti dei Normanni d’Italia con la penisola iberica”, come ha affermato il prof.Salvatore Fodale, introducendo i lavori del seminario di Giuliana.

Tali relazioni ”erano state avviate dal matrimonio nel 1078 di una figlia del duca di Puglia e di Calabria Roberto il Guiscardo, di nome Matilde (o Mahaut o Ma calda) con il conte di Barcellona Ramòn Berenguer III Cap d’Espotes, matrimonio forse voluto o favorito da Gregorio VII”. (2)

Le vicende della popolazione indigena della Sicilia, ha sostenuto ancora Fodale, ”s’intrecciano con quelle della popolazione spagnola e di ciò vi è ampia e significativa testimonianza negli Archivi nostri ed in quelli Spagnoli con atti e documenti, che acclarano ed esplicitano la presenza dei Navarresi in Sicilia e della gente di Sicilia in Navarra, con una tendenza, stabile lungo il corso del tempo, ad un processo di graduale e penetrante fusione”. (3)

Gli atti di quel convegno (1), raccolti dalla studiosa di storia siciliana e spagnola prof.Maria Antonietta Russo, in un volume, che ha destato l’interesse degli studiosi dei rapporti tra la Sicilia e la Spagna ed ha preceduto le più recenti ricerche promosse dall’amministrazione comunale di Sciacca, (5) tornano d’attualità, quando cresce l’interesse turistico e storico della Spagna verso la Sicilia, del turismo castellano,,culturale,archeologico, diretto , in particolare, verso Sciacca, Sambuca di Sicilia, Caltabellotta, Giuliana, e poi verso tutto il Val di Mazara, nel quadro degli incontri mediterranei e dei tanti comuni interessi tra Sicilia e Spagna.

Nei fatti documentati dalla ricerca e dai testi riportati nel volume della prof.ssa M. A. Russo troviamo l’origine e la conferma della litigiosità siciliana, la cocciuta volontà autonomista, la necessità di una revisione di quanto scritto in precedenza, la centralità dell’Isola e gli interessi degli altri paesi mediterranei, Francia, Spagna, Stato Vaticano, ad influire per la loro egemonia.
Si rileva, inoltre, il valore dello studio e delle ricerche, tra i paesi europei, per ricostruire la storia del nostro passato, delle comuni origini.
Ed emergono: il perché d’alcuni ritardi nella vita politica della Regione, le fate Morgane del potere”illusorio”, ”sognato”, i titoli senza valore, i “Don” nobiliari comprati ed una storia che rivive nel territorio.
Basta conservare, restaurare, offrire alla fruizione diffusa, i castelli, i monasteri, le chiese, che i secoli ci hanno lasciato, intensificare gli scambi tra gli studiosi, gli artisti ed i popoli, ordinare ed aprire gli archivi storici.
Ed il libro al nostro esame si fa al riguardo rete, ingloba Chiusa Sclafani, Sambuca di Sicilia, Caltabellotta, Sciacca, Calatafimi, Santa Maria di Calatamauro, (7) appalesando l’esigenza di comuni itinerari di conoscenza e di sviluppo tra Italia, Spagna e Francia.

Sono da rilevare, al riguardo, i rapporti costruiti, in questi anni, da studiosi universitari come quelli curati dal Prof.Fodale, quelli dal prof.Luigi Barreca dell’università di Palermo, piu’ volte invitato in Spagna (dal Senato)a relazionare sulle istituzioni italiane e su quelle della Regione Sicilia, mentre la pittrice palermitana Aida Vivaldi (8) è reduce da un premio pittorico, attribuitole proprio in Spagna in queste settimane. Il Comune di Bisacquino realizza, per suo conto, il primo gemellaggio con il comune d’Alcalà de los Gazules e le scuole superiori si collegano in partenariato con istituti spagnoli.
E destano interesse, inoltre, i recenti incontri a Madrid tra il vice Direttore generale del dipartimento agroalimentare del Ministero spagnolo dell’ambiente Cesar Giocoechea ed i vertici dell’Istituto Regionale della vite e del vino, Giancarlo Conte e il direttore generale dell’Irvv, Dario Caltabellotta.

All’incontro internazionale di Giuliana, diretto proprio dal prof.S.Fodale, a cui si deve molto lo sviluppo dei rapporti del dipartimento di storia medievale di Palermo con il Dipartimento di Geografia e Storia dell’Università pubblica di Navarra, ha partecipato, il Presidente dell’Istituto italiano dei castelli, sezione Sicilia, Giovanni Ventimiglia di Monteforte, che, per l’occasione, ha voluto patrocinare la “Mostra itinerante sull’Architettura fortificata”.(9)

Realizzata da alcuni valenti giovani architetti di Palermo, si spera che la mostra sia esposta e visitabile permanentemente in uno dei castelli della zona e, per iniziativa del nuovo Parco dei Sicani, proprio nel castello di Giuliana, per il suo essere “unicum” nel genere.

La Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo, dott.ssa Adele Mormino, attenta promotrice del restauro del Castello di Federico II, ha voluto indicare al pubblico degli studiosi presenti le peculiarità del comune di Giuliana: “espressione della complessità e dell’interdisciplinarietà del fenomeno culturale, dal magnifico e celebrato Castello alle testimonianze del Neolitico superiore, alle locali capacità espressive e pittoriche. Basti pensare a Jacopo Siculo e tutto sta a dimostrare quanto vibrante e operosa sia la tensione culturale di questo luogo”. (10)
Ci piace ricordare che Giuliana è la patria d’Antonino Ferraro, (11) capostipite di una dinastia d’artisti, pittori, stuccatori, presenti in molte città della Sicilia occidentale e di cui ricorrono quest’anno i quattrocento anni dalla morte e già celebrato a Giuliana, a Corleone, a Castelvetrano. (12).

Presenti al convegno per la Spagna tra i relatori, il prof.J.Carrasco, la prof.ssa E.Ramirez Vaquero, il prof P.Tamburri, del Dipartimento di Geografia e Storia dell’Università pubblica di Navarra, (15) e per l’Università di Palermo, con il moderatore Prof.S.Fodale, la compianta prof.ssa M.R.Lo Forte Scirpo, la prof.ssa L.Sciascia e la prof.ssa. M.A.Russo del Dipartimento palermitano di Studi storici e artistici.

Ed è emerso in tutta la sua complessità, ” il ruolo politico-economico, svolto da Giuliana nel medioevo, sia la stretta connessione esistente tra i Peralta, signori di Giuliana e la loro terra d’origine, la Spagna”.
Nella narrazione di Fodale, completa e documentata, c’è quasi la traccia di un film, che sarà utile segnalare e proporre ai registi ed agli
sceneggiatori, come espressivo recupero storico di un territorio e di un rapporto italo-spagnolo,
ricco d’eventi e di valenze culturali mediterranee, con una circolazione d’uomini e d’idee, che Fodale invita ad altri approfondimenti, dal XII al XV secolo, dalla conquista normanna della Sicilia, quasi una “precrociata”, a Margherita e a Bianca di Navarra reggente, quest’ultima, di Sicilia una prima volta in assenza del re, una seconda volta dopo la morte nel 1409 del marito, re di Sicilia e nel 1410 anche del suocero re d’Aragona, sovrana adatta a ristabilire l’autonomia del Regno di Sicilia fino a Carlo III di Navarra.

Una storia appartenente alla Sicilia ed alla Spagna, che è stata interessante rivivere, a Sciacca,
a significare l’interesse storico destato su quei secoli, così com’è avvenuto, a Giuliana con le relazioni di M.R.Lo Forte Scirpo, ”Dagli Incisa ai Peralta: la parabola di Antonio Pardo”.(10) . E si è come davanti ad un’altra puntata del film, proposto sui rapporti Sicilia-Spagna, che interesserà totalmente la città di Sciacca.

Il nobile e ricco mercante catalano, Antonino Pardo,” approdato a Sciocca dopo un fortunoso viaggio, domiciliatosi e ascrittosi alla confraternita dei Disciplinati, col suo testamento del 14 febbraio del 1393, lasciò, dopo la sua morte, avvenuta nel 1400, il suo ingente patrimonio alla chiesa di Santa Margherita in Sciacca, chiesa fondata nel 1342 dall’infante Eleonora d’Aragona e affidata nel 1350 ai Cavalieri Teutonici, il cui ospizio o Grancia (da più anni nella vicina chiesa di San Gerlando) afferiva alla giurisdizione della Magione di Palermo.”(13)

Ed è alla “Inclita et generosa Alyonora è dedicata la relazione presentata al convegno da M.A.Russo, curatrice degli Atti al nostro esame. L’infanta Eleonora d’Aragona, ammirata nel busto di donna di F.Laurana, nel Museo Abatellis, “mori’ nel 1405 nel castello di Giuliana, fu strettamente legata al vicino monastero (Santa Maria del bosco di Calatamauro), da lei beneficato in vita, fungendo anche da intermediaria presso i regnanti per il conferimento di benefici e grazie. Non è un caso che a Santa Maria del Bosco fu redatto il suo testamento, l’atto che meglio ci aiuta a comprendere la personalità ed il carisma della donna, oltre che le dinamiche della sua politica territoriale. (14)

Il territorio da lei controllato -documenta la Russo- era molto vasto, comprendendo, oltre Caltanissetta, Calatafimi, Sambuca, Adragna, Contessa ,Giuliana, Calatamauro e Comicchio, la contea di Caltabellotta, Calatubo, Borgetto e Castellammare del Golfo, che il marito Guglielmone aveva ereditato dal padre Guglielmo, secondo conte di Caltabellotta. Nell’infante convergono, così, la forza politica ed economica di due uomini che segnarono i destini di un’epoca, lasciando il testimone ad una donna, degna erede, per forza, abilità e coraggio, del duca Giovanni”. (15)

Se Eleonora, Pardo ed i Peralta, destano il massimo interesse degli storici, non meno interessante per lo studio del territorio è la figura di Matteo Sclafani presentata dalla prof.Laura Sciascia (16) ed il rapporto tra Sicilia e Navarra tracciato dagli illustri studiosi spagnoli, con le loro documentate relazioni. (15-16) sui regnanti e gli uomini di studio, di arte, di commercio.

Attraverso lo studio della comune storia si tende ad intensificare le relazioni culturali e turistiche tra la Sicilia e la Spagna, per tanti secoli fortemente legate nei loro destini.
Quale fondamento di cultura si può, infatti, offrire alle nuove generazioni senza la storia, che ne costituisce il pilastro fondamentale e quale coscienza civile può formarsi in un cittadino che ignora da dove provenga il suo paese, di quali avvenimenti sia la risultante, perché è com’è e non come dovrebbe essere?
Il sito del Comune di Giuliana (17), che non trascura la cultura storica, nella continuità dell’opera dei sindaci, Iannazzo, Russo, Quartararo, Martorana, Campisi, non tarderà ad ospitare il testo delle relazioni degli studiosi spagnoli, che, in occasione del convegno, sono stati ospiti a Giuliana dell’amministrazione comunale.

Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it

1) M.A.Russo, (a cura di ) in, Giuliana e i Peralta, tra Sicilia e Navarra,-Incontro internazionale di studi (Giuliana, 17 settembre 2000), Atti, Comune di Giuliana 2002.

2) S.Fodale, A proposito di relazioni tra Sicilia e Navarra, in Giuliana e i Peralta…, cit. p.31.

3) Cit. nell’intervento di A.Mormino in Giuliana e i Peralta…cit.p.21

4) M.A.Russo, Eleonora d’Aragona: infanta e contessa di Caltabellotta, Sciascia editore, Caltanissetta-Roma 2006.

5) M.A.Russo, Sciacca, l’infanta Eleonora e Guglielmo Peralta: tre nomi intrecciati in un’unica storia, in “Schede Medievali” 38 (gennaio-dcembre 2000),pp.277-294.

6) M.A.Russo, I Peralta e il Val di Mazara nel XIV e XV secolo: sistema di potere, strategie familiari e controllo territoriale, Sciascia editore, Caltanissetta-Roma 2003.

7) A.G.Marchese, (a cura di ) L’Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro-Provincia Regionale di Palermo-Eurografica Palermo,2006

8) Aida Vivaldi in www.youtube.it

9) Cfr. I pannelli sugli insediamenti castrali premiati dall’Istituto dei castelli in Premi nazionali delle tesi di laurea sull’Architettura Fortificata(14-18 gennaio 2002,Aula Magna,Polo Scientifico di Papardo, Messina, Dipartimento di Rappresentazione e Progetto, Università degli Studi di Messina e Istituto Italiano dei Castelli Sezione Sicilia, Catalogo della mostra, a cura di M.Manganaro e C.Marchese, Messina 2002, in particolare su Giuliana: M.A.Russo, Il castello di Giuliana p.23 s. 1

10) A.Mormino in Giuliana e i Peralta….cit.pp.23 s

11) A.G.Marchese, I Ferraro di Giuliana -3 volumi ,Palermo 1981-84-

12) F.Russo L’apporto dei Ferraro al Manierismo siciliano nell’età di Filippo II di Spagna, in margine al convegno sulle celebrazioni ferrariane – Terramia, www.maik07.wordpress.com e nel quotidiano on line www.vivienna.it

13) M.R.Lo Forte Scirpo, Dagli Incisa ai Peralta: la parabola di Antonio Pardo, in Giuliana e i Peralta…cit.,pp46-47.

14) M.A.Russo, Inclita et generosa Alyonora. Un frammento della vicenda dei Peralta, in Giuliana e i Peralta…,cit.pag.100

15) Pascual Tamburri, (op.cit pag.171-194),traduzione di Irene Alessi ,lavoro svolto nel quadro di dell’Azione Integrata .Regno di Sicilia e Regno di Navarra,dimensione europea di un passato condiviso(sec XII-XVI)

16) E.Ramirez Vaquero, Approccio a Peralta e al lignaggio Peralta di Navarra, in Giuliana e i Peralta…,cit.pp.61-79, traduzione italiana a cura di I.Alessi, pp. 80-97,P.Tamburri,Navarra e Sicilia dopo la regina Bianca: Carlo, principe di Viana, in Giuliana e i Peralta …,cit.,pp.147-170 ,traduzione italiana di I.Alessi,pp.171-194.

17) Giuliana –sito www.comune.giuliana.pa.it