Enna. Consiglio provinciale: Il mistero della Venere di Morgantina

Enna. Questo pomeriggio Consiglio provinciale sul “ritorno della Venere di Morgantina”, tante parole, tanti progetti ma in sostanza tante lacune sia burocratiche che organizzative.
Per chi, come me,stava ad ascoltare le istituzioni ci si è sentiti come in una piccola zattera in un mare in tempesta, chissà se con tutti gli onori ricevuti in America la Venere vuol tornare poiché in quella splendida città di Morgantina non hanno avuto esitazione alcuna a collocarla, lì splendida e visibile da tutte le parti della polis, adesso dopo tanto progresso non si sa dove collocarla, come, come far arrivare i turisti… come accoglierli così numerosi come saranno… quanti problemi quasi quasi è troppo imponente per noi cittadini del XXI° secolo.
Evento culturale, dice qualcuno, ma finora i nostri gioielli sono stati in ombra senza alcuna preoccupazione di strade, di servizi, di fruizione, di manutenzione e quindi di valorizzazione del territorio.
Interessante l’intervento del Consigliere Sergio Malfitano che ha evidenziato soprattutto la problematica sulla proprietà della chiesa di San Domenico che dovrebbe ospitare la Venere e che essendo della F.E.C. appartiene al Ministero degli Interni. Ed ha aggiunto che dopo sei mesi di varie discussioni nulla ancora si è concretizzato e che quindi siamo al punto di partenza e ormai distanti dalla meta prefissa.
Qualcuno ha parlato di mettere in tavola il progetto della Kore di Enna ormai diventata un’istituzione in tutti i campi e funge non da consulenza ma quasi quasi ha potere legislativo sulla vita politica ennese.
L’intervento che ha trascinato tutti nella vera e propria balìa della tempesta è stato quello dell’on. Salvatore Termine, il quale ormai uscito dalla politica ennese guarda ad altri orizzonti come se non fosse più cittadino ennese, ha asserito che il Presidente Monaco ha veramente una grossa gatta da pelare quindi un problema enorme nei confronti di chi si aspetta da questa amministrazione ciò che quella precedente (incluso lui, visto che ne faceva parte) non è riuscita a fare e che la Sicilia e i siciliani siamo così… non sappiamo organizzare qualcosa di tanto culturale, ma! Quale Sicilia se non noi stessi senza dare sempre colpe a chicchessia di tiro perché la verità è che quando c’è un bersaglio è facile scagliare la freccia e a turno tocca a tutti. Qui il problema è semplice tutti mettono davanti grossi muri da scalare, qualcuno ormai fuori, osserva da lontano gufando, altri passano oltre ma farne le spese saremo sempre noi cittadini che tra tanti discorsi subiamo i litigi e le remore di chi ci dovrebbe rappresentare.
Luisa Gardali