Condanna a 17 anni per l’omicida di Governale di Piazza Armerina

Enna. Dopo dieci udienze si è concluso il processo con il rito abbreviato che vedeva alla sbarra Enrico Carlo Castronovo, 42 anni, imprenditore edile armerino, e Concetto Chiella, accusati il primo di omicidio con distruzione del cadavere del venditore ambulante Carmelo Governale, omicidio avvenuto il 22 ottobre del 2007 in contrada Montagna di Gebbia, il secondo di partecipazione alla distruzione del cadavere. Il Gup David Salvucci ha condannato a 17 anni e 4 mesi Enrico Carlo Castronovo, esclusa la sussistenza delle aggravanti come la premeditazione, mentre Concetto Chiella è stato condannato a 4 anni, in quanto è stata operata la riduzione per la scelta del rito abbreviato. I due imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali, inoltre Enrico Carlo Castronovo è stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante la pena e sospeso dall’esercizio della potestà di genitore della pena, ed anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per quattro anni, entre Chiella è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. I due condannati sono condannati al risarcimento dei danni arrecati ai familiari di Governale, da liquidarsi in separata sede civile, con una provvisionale di 30 mila euro in favore di Gaetana Balzo e di 90 mila euro in favore della moglie di Governale Katiuscia Puccia. Il GUP David Salvucci ha anche disposto la trasmissione della sentenza all’ufficio del Pubblico Ministero per le valutazione di competenza in ordine alla posizione di Concetto Chiella che viene ritenuto partecipante all’omicidio di Carmelo Governale ed alla testimone Lina Campana. L’omicidio di Carmelo Governale è avvenuto il 22 ottobre 2007, quando, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Enrico Carlo Castronovo ed il fratellastro Umberto, che sarà processato per questo delitto in Corte di Assise a Caltanissetta, con la complicità probabile di Concetto Chiella hanno costretto a salire sulla sua Alga GT, Carmelo Governale, poi ucciso a colpi di pistola dopo una probabile ed accesa discussione, quindi trasferiti a Montagna di Gebbia, dove auto e cadavere sono stati bruciati ed il riconoscimento di Governale è stata fatta solo attraverso il Dna. I carabinieri della compagnia di Piazza Armerina, coordinati dal capitano Michele Cannizzaro, subito dopo il rinvenimento del corpo, hanno iniziato le indagini, sono stati aiutati da intercettazioni telefoniche ed ambientali ed in una di esse c’è stata la dichiarazione di Umberto, che, sotto l’effetto dell’alcool parlava dell’omicidio, mentre un ruolo importante in questo processo lo ha avuto l’ex moglie di Enrico Carlo, che, chiamata a deporre , ha dichiarato di avere visto il marito, la sera del delitto con il giubbotto e le scarpe sporche di sangue, e di avere sentito il marito raccontare le varie fasi dell’omicidio.

Visi pallido, ricco di tensione, Virginia Castronovo con il marito ha atteso fuori dall’aula penale, la sentenza del padre Enrico Carlo, accusato di omicidio, durata circa 15’ nella lettura da parte del Gup David Salvucc. Stranita, un po’ in stato confusionale, non si aspettava questa condanna. “Sono sconvolta – dichiara Virginia, mentre cerca di avvicinarsi al suo avvocato, Sinuhe Curcuraci – Non pensavo che si arrivasse ad una condanna così pesante. Ero fiduciosa, addirittura mio padre stava programmando la ripresa del lavoro. Non so ora cosa succederà, spero in un miracolo, sono convinta dell’innocenza di mio padre, ecco perchè ritengo che la condanna sia pesante e molto è dipeso dalle dichiarazioni di mia madre”.

Il PM, il Procuratore Calogero Ferrotti, ha ascoltato la sentenza, poi sollecitato, ha dichiarato che, in fondo il giudice ha accolto tutti i punti che l’accusa ha messo in campo ed ora dovrà valutare la posizione di Concetto Chiella, che viene ritenuto responsabile anche dell’omicidio di Governale e di una  testimone. L’avvocato Sinuhe Curcuraci era soddisfatto a metà perché non ci sono state delle aggravanti, come la premeditazione, che avrebbe potuto incrementare la pena. “Non ha creduto alle due versioni sul delitto – ha dichiarato Sinuhe Curcuraci-  aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza prima di proporre ricorso, vogliamo renderci conto di tutto quello che ha scritto il Gup. E’ chiaro che questa sentenza avrà delle ripercussione sul processo che si svolge in Corte d’Assiste a Caltanissetta a carico del fratellastro Umberto Castoro, perché si è già incamminati per un certo percorso che vede i fratelli Castronovo sulla scia dell’omicidio Governale”. Soddisfatti i due avvocati di parte civile, Marco Di Dio Datola e Walter Castellana, tenuto conto delle provvisionale che i condannati saranno costretti a pagare alla famiglia di Carmelo Governale.

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redazione-vivienna