Processo omicidio Governale di Piazza Armerina

“Se avessi voluto uccidere Carmelo Governale, di certo non l’avrei fatto in un giorno in cui molta gente mi ha visto con lui, sarebbe stato stupido. Non ho ucciso Governale”. Questa la dichiarazione di Umberto Castronovo, che viene ritenuto responsabile, assieme al fratello Carlo, già condannato a 17 anni, dell’uccisione del venditore ambulante armerino, avvenuta sabato 22 ottobre 2007, quando fu bruciato assieme alla sua auto, dopo essere stato ucciso a colpi di pistola e poi ritrovato in un canale di Montagna di Gebbia. Umberto Castronovo, che è difeso dall’avvocato Luca Di Salvo, viene processato dai giudici della Corte d’assise, di Caltanissetta, presidente il giudice Giacomo Montalbano, mentre l’accusa è sostenuta dal pm nisseno Luigi Fede. Castronovo, nel corso della sue dichiarazioni spontanee, ha sottolineato di essere stato amico di Governale, sin da quando lo stesso era bambino, ed aveva fatto l’apprendista nella carrozzeria Castronovo. Ha anche raccontato di una frequentazione abituale, fatta di viaggi assieme, bevute con amici e divertimenti vari e per un certo periodo fu ospite di casa sua. Il Pm Fede gli ha contestato le sue dichiarazioni troppo generiche, anche per quanto riguarda gli orari e gli spostamenti della giornata in cui Governale fu ucciso. Interrogativi a cui l’imputato ha risposto che quella sera è sotto l’effetto di alcolici e di droga, per cui gli veniva difficile ricordare tutto nei minimi dettagli. Si è anche parlato di movente del delitto, di una presunta richiesta d’estorsione fatta dalla vittima al fratellastro Carlo (mille euro), un movente che Umberto ha negato decisamente, dichiarandosi innocente. Umberto Castronovo ha anche risposto alle domande dei difensori delle parti civili, i familiari di Governale, assistiti dagli avvocati Marco Di Dio Datola e Walter Castellana