Megadiscarica Dittaino. On.li Galvagno e Termine (Pd): “L’Assessorato regionale revochi in autotutela il decreto. Possibili irregolarità”

Enna. “Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di svendita di questo territorio, con l’ipotesi di realizzare una discarica proprio nel luogo che può rappresentarne il simbolo del riscatto economico e sociale”. Così Elio Galvagno e Salvatore Termine, deputati regionali del Pd, intervengono sulla discarica di Dittaino, annunciando che chiederanno all’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente “l’immediata revoca del Decreto in autotutela, tenuto conto che ci troviamo in assenza del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, che individuerà, tra l’altro, le aree più idonee allo smaltimento”.

“Una discarica che, a fronte di un territorio provinciale molto esteso, viene localizzata dove sorgono il Consorzio Industriale e l’Outlet, in un un’area di grande interesse ambientale e produttivo, è solo un grave vulnus per l’intera provincia di Enna, al quale ci opporremo con tutte le azioni politiche e di mobilitazione necessarie. Tra l’altro – dicono Galvagno e Termine – non ci risulta che il Consiglio comunale di Assoro abbia mai approvato la variante allo strumento urbanistico, necessaria per l’iter autorizzativo che risulta, di contro, frettoloso e carente. D’altra parte, – continuano i deputati del Pd – se l’obiettivo era sfruttare la centralità della provincia di Enna per far fronte all’emergenza rifiuti che investe il territorio siciliano, si sarebbero potuti individuare territori alternativi, senza pregiudicare definitivamente una concreta possibilità di rilancio per questa provincia, che vede nella Val Dittaino il cuore strategico del suo possibile sviluppo imprenditoriale ed agricolo, e dove già operano numerose aziende del settore agroalimentare. Per questo, concludono gli On.li Galvagno e  Termine – è necessario che l’Assessorato regionale blocchi immediatamente gli effetti del Decreto n. 261 del 20 maggio 2010 e, di fronte all’eventuale inerzia della Regione, chiederemo la sospensiva del Decreto al Tar, perché si faccia definitivamente chiarezza su una vicenda che presenta molti lati oscuri, verificando la legittimità dei singoli atti che la Provincia ed il Comune di Assoro hanno posto in essere, nel silenzio generale e senza coinvolgere cittadini e forze sociali”.