Salvalarte Sicilia 2010 a Taormina, Carini, Vittoria, Troina e Modica

Riprende il viaggio Salvalarte Sicilia che domani, 3 novembre sarà di mattina a Taormina e nel pomeriggio a Carini. Mentre giovedì 4 novembre sarà di mattina a Vittoria e nel pomeriggio a Troina e Modica.

Appuntamenti mercoledì 3 novembre:
TAORMINA, ore 10.30, Castello di Monte Tauro, iniziativa, con visita guidata, per accelerare il suo completo recupero e fruizione.

Il Castello arabo-normanno di Taormina, detto Castello di Monte Tauro, sorge in posizione elevata e domina la cittadina. Questa sua posizione lo connota certamente, assieme al Teatro Antico, come una delle due acropoli che fin dai tempi remoti costituivano punti strategici di controllo delle vie di passaggio. Fino al 1830, infatti, con la costruzione della strada litoranea, la direttrice nord-sud passava obbligatoriamente per il territorio di Taormina. Stessa funzione aveva il Castello di Castelmola.
Purtroppo inaccessibile da diversi anni, questo monumento, sia per il suo elevatissimo interesse storico che per la splendida posizione panoramica, dovrebbe diventare fruibile al pubblico.

CARINI – CINISI, ore 17, Hotel Azzolini, incontro per la riscoperta e la valorizzazione delle torri costiere.

La presenza di fortificazioni caratterizza il paesaggio costiero della Sicilia, come e più che in altre regioni mediterranee, visto che la sua inferiorità sul mare è stata sempre una costante. Dopo la riconquista catalano-aragonese questo gravissimo problema fu affrontato dai primi Viceré e fu, allora, una scelta obbligata, ed al tempo stesso un’ammissione di debolezza, puntare su un progetto di difesa delle coste mediante la costruzione ed il restauro di una quarantina di torri. Il sistema delle ‘torri di Deputazione’, gestite dallo Stato, durò fin verso il 1830, quando la conquista francese di Algeri segnò la fine della guerra corsara musulmana del Mediterraneo.
Alcune torri furono utilizzate ancora in vario modo, anche durante la seconda guerra mondiale, ma, purtroppo, la maggior parte di loro restò abbandonata andando incontro all’inevitabile deterioramento.

Appuntamenti giovedì 4 novembre:
VITTORIA, ore 10, sopralluogo al giardino storico di Villa Salina per sollecitarne la sua salvaguardia e tutela.

Il giardino storico di Villa Salina a Scoglitti ha un disegno elementare nella composizione, ma speciale per la sua componente unica e ripetuta decine di volte quale è la Palma del tipo Phoenix canariensis. Un lussureggiante giardino mediterraneo, forse il maggiore vivaio di palme europeo.
Il giardino è stato mantenuto e rinnovato conservando la sua fastosità fino a qualche mese fa, quando l’attacco del punteruolo rosso delle palme ha cominciato il suo silenzioso e terribile sterminio. La Regione Siciliana, però, ha da quest’estate abrogato il decreto n. 294 del 6 marzo 2007, concernente “Misure fitosanitarie per il controllo e la eradicazione del Rhincophorus ferrugineus (punteruolo rosso delle palme)”, dimostrando la propria incapacità nel controllare e mitigare l’impatto di questo parassita. Ma, soprattutto, ha abbandonato tutti gli enti locali al loro destino di salvaguardia e tutela dei giardini storici e delle palme monumentali annullando l’azione degli uffici regionali. Oggi, le palme di Villa Salina si sono radicalmente ridotte e il proprietario tenta la salvezza almeno del giardino monumentale effettuando autonomamente i trattamenti preventivi sulle palme con enormi esborsi economici. Non ha ricevuto nessun aiuto, ne economico, ne pratico, e come il suo, molti altri giardini monumentali urbani ed extraurbani sono oggi in grave stato di abbandono, col rischio di fare la stessa fine di altri giardini siciliani.

TROINA, ore 16, Torre Capitania, iniziativa per “Il Museo che non c’è”.

La ricerca archeologica a Troina ha radici antiche. Nel Settecento, durante l’edificazione dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, venne rinvenuta ed in gran parte distrutta, la necropoli meridionale della città antica che ospitava tombe e sepolcri di età ellenistica e romana. I reperti recuperati servirono a creare una piccola esposizione nel Monastero e ad incrementare le raccolte del Principe di Biscari. La passione di generazioni di Ispettori Onorari quali Saitta e Squillaci, ha rappresentato spesso l’unico combustibile in grado di tener viva nel tempo l’attenzione sulle memorie di antichità di Troina. A partire dagli anni Settanta ulteriori campagne promosse con insistenza dal nuovo Ispettore Onorario, e seguite dal professor Giacomo Scibona, portarono a nuove acquisizioni sulla topografia della città, nonché di altri importanti rinvenimenti. L’idea dell’Antiquarium divenne oggetto di nuovo dibattito, ma solo nel 1991 l’Amministrazione Comunale di Troina lo istituisce individuandone la sede nell’ex Carcere Borbonico, già sede del Capitano di Città e della Corte Giuratoria. Il progetto viene finanziato e si procede ai lavori che furono sostanzialmente completati nel 1996. Rimaneva solamente da istallare la scala antincendio e l’arredo museale per rendere la struttura fruibile. Ma da quel momento nulla: la scala di sicurezza non è stata ancora realizzata, anche se recentemente in un’ala della struttura è stata inaugurata una mostra permanente dedicata al compianto pittore troinese Gaetano Miani.

MODICA, ore 16, Chiesa rupestre di Santa Venera, appuntamento per chiedere il suo restauro.

La Chiesa è ubicata all’interno del quartiere della Catena uno dei più vasti quartieri rupestri del centro storico di Modica. Di essa si hanno notizie molto antiche risalenti alle collette papali, alle Rationes Decimarum, relative agli anni 1308-1310. La Chiesa viene ancora citata nel corso del 1600 nell’elenco delle Chiese minori di Modica riportato dall’erudito Carrafa. Ancora, viene indirettamente citata da un documento del 1649 in occasione di lavori eseguiti nel quartiere. Nel 1869 F. Renda la dice già distrutta e viene segnalata dai cultori locali presso una delle caverne della città. Soltanto recenti studi l’hanno localizzata nel vico G. Cannizzaro al n.8 che si apre sull’omonima via. La Chiesa, che versa attualmente in un pietoso stato di degrado, conserva ancora gli affreschi originari sulla parete di fondo che ne hanno permesso l’esatta identificazione.
La Chiesetta mostra di avere avuto due fasi principali di edificazione: una prima fase, corrispondente alla registrazione dei collettori papali, caratterizzata da ambienti ricavati interamente nella roccia ed una seconda fase, integrata da strutture murarie, attribuibile al XVII-XVIII secolo con fasi intermedie, l’ultima delle quali è quella conservata. Agli inizi del Novecento i vani furono adibiti ad abitazioni private successivamente abbandonate.
Della prima fase resta un ingrottamento aperto ad occidente, sulla cui parete di fondo era collocato un pannello devozionale con una figura femminile stante identificabile con la Santa titolare della Chiesa. Altre tracce di affreschi restano sulla parete orientale destinata ad accogliere forse una Madonna con Bambino del tipo Eleousa.
Non conosciamo la data di fondazione della Chiesetta, ma a giudicare dai resti pittorici non palinsesti sembra plausibile collocarla verso la fine del XII secolo, non lontana dalla data di registrazione delle Rationem Decimarum.

Teresa Campagna