Sindaco Villarosa su rifiuti e discariche

Da Gabriele Zaffora, sindaco di Villarosa, riceviamo e pubblichiamo. “Il Presidente della Regione ha revocato le autorizzazioni alla costruzione della cosiddetta megadiscarica di Dittaino e, quindi il problema, momentaneamente non esiste più, almeno nei termini in cui è stato dibattuto, nelle sedi più diverse, nelle ultime settimane. Però rimane aperto, nella sua drammatica invadenza, il problema del trattamento del rifiuto in provincia di Enna. Ritengo quindi doveroso ed utile intervenire, essendone opportunamente stato richiesto dall’Associazione “Bellarosa” che chiede al sindaco di dire la sua sull’argomento, posto che il consigliere provinciale Franco Costanza, già sindaco, ha ipotizzato la localizzazione della megadiscarica nel territorio comunale. Ma del senso di quest’ultimo intervento parleremo oltre. Anche se l’argomento, come premesso, non è più di stretta attualità, mi preme ricordare che ho già espresso pubblicamente il mio parere sull’argomento in una delle occasioni ufficiali in cui l’argomento trattato erano i rifiuti. Ed è un parere di netta contrarietà a questa tipologia di insediamento, parere condiviso da parecchi fra cui senz’altro anche Franco Costanza, e per molteplici ragioni: Dittaino è già sede di un altro impianto destinato alla filiera del rifiuto: l’impianto di compostaggio di proprietà di ATO Enna Euno; Il” sistema rifiuti” della provincia di Enna dispone anche dell’impianto di differenziazione dei materiali riciclabili di Gagliano che potrebbe servire un bacino di 100.000 abitanti; Da ATO Enna Euno è stato presentato già un progetto di ampliamento e ammodernamento della discarica esistente;Il progetto megadiscarica “attrarrebbe” in provincia di Enna oltre il 30% dei rifiuti siciliani, la cui lavorazione comporta la sistemazione,in una attigua discarica convenzionale, di circa un milione di mc. di rifiuto all’anno. Non è prevista alcuna valorizzazione della risorsa rifiuto. Come si vede, ci sono sufficienti motivi per non notare che al nostro territorio si guarda soltanto con occhio coloniale da parte della stessa Regione che nel passato più o meno recente, è intervenuta a mortificare le aspirazioni di sviluppo legate alla valorizzazione delle potenzialità del territorio. Due esempi illuminanti di storia recente: Parco Tematico di Regalbuto, scala mobile di Enna. Volendo dar credito al rientro della Venere di Morgantina senza soste intermedie. Siamo quindi arrivati, naturalmente, a quello che è il tema essenziale per il futuro delle nostre comunità: la valorizzazione delle potenzialità e delle risorse , dovunque esse siano nascoste. Concordo, e come non lo si potrebbe, con quanto sostenuto nell’articolo a cura dell’associazione, che lo sviluppo dei nostri territori passa attraverso la valorizzazione delle potenzialità e vocazioni; paesaggio, natura in genere, clima, vivibilità dei nostri centri,patrimonio culturale artistico archeologico ed industriale, incentivazione delle attività imprenditoriali e commerciali in genere, e quant’altro costituisce il patrimonio inespresso e spesso sconosciuto della nostra terra. L’attività amministrativa quotidiana ci fa confrontare con le problematiche di cui sopra affinchè i problemi divengano opportunità, in un contesto storico, quello attuale, sociale e soprattutto economico di rara criticità. Appunto, l’ Ente locale deve creare opportunità, e questo è stato fatto in mezzo a mille difficoltà: approvazione variante alle norme di attuazione per la zona A (centro storico), progetto definitivo area artigianale Villapriolo, convenzione parco eolico sud, convenzione cogeneratore per biomasse, adesione al distretto turistico del Tirreno ed al distretto turistico minerario AG/CL/EN, candidatura attraverso il CUTGANA in forza del bando sulla desertificazione…….Fra le opportunità considero in maniera convinta, quella che altrove, dico nella Europa dello sviluppo vero e della più solida civiltà, fa diventare risorsa il problema rifiuto, posto che tuttora in provincia di Enna esso è un problema. E può diventare risorsa solo se si sceglie un approccio non ideologico ma realistico, che consenta, per esempio, attraverso processi di trasformazione industriale (cogeneratori, dissociatori molecolari ecc.) controllati e testati da autority indipendenti, che il rifiuto diventi energia, acqua calda, energia termica fredda …., salvaguardando un paletto invalicabile e immodificabile che è la salute dei cittadini e la salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico .Quindi ben altro che una discarica convenzionale invasiva, deturpante. E ritengo che questo sia il terreno evocato da Franco Costanza inserendo una utile provocazione alla riflessione, in un dibattito diventato stucchevole ed ozioso proprio perché aveva perso di vista il territorio e l’obbligo da parte dei pubblici poteri non di occuparlo bensì di farlo diventare opportunità e servizi per le comunità. Per chiudere, mi farò carico che questa occasione data possa diventare un utile di momento di confronto ed arricchimento democratico per la comunità, partendo dal consiglio comunale, peraltro pienamente e attivamente coinvolto in occasione della stipula della convenzione per il cogeneratore, nell’ennesimo tentativo di coinvolgere sempre più ampi cerchi di comunità nelle discussioni, nelle iniziative e nelle decisioni che riguardano il bene comune”.